Mita Medici: "Un Posto al Sole? Sono tornata a casa. La mia Marisa è fondamentale per Michele, anche nel dramma"

Libero Magazine intervista Mita Medici che da qualche settimana è tornata a Un Posto al Sole vestendo i panni di Marisa, madre di Michele Saviani: ecco cosa ci ha raccontato l'attrice

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Grande ritorno a Un Posto al Sole. Richiamata da una drammatica emergenza a Napoli, la dottoressa Marisa Saviani, interpretata da Mita Medici, è corsa a supportare il figlio Michele Saviani che lotta tra la vita e la morte dopo che il molestatore e capo della figlia Rossella gli ha sparato un colpo di pistola. Una situazione drammatica che porta Marisa a dover affrontare un presente difficile, ma anche il suo doloroso passato. Un storyline quindi particolarmente drammatica, anche se nel personaggio non manca mai una volontà di farsi forza anche sdrammatizzando i momenti più delicati. Del ritorno a Un Posto al Sole della sua Marisa Saviani, noi di Libero Magazine abbiamo parlato in questa intervista con Mita Medici.

Un Posto al Sole, intervista a Mita Medici

Mita Medici, il pubblico televisivo l’ha ritrovata da qualche settimana nei panni di Marisa, la madre di Michele Saviani in Un Posto al Sole, come è andato questo rientro?

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"Ma benissimo! Per me Un Posto al Sole è il un posto del cuore. Un Posto al Sole è una grande famiglia ormai, e a me fa sempre piacere ritrovare colleghi e amici. Il piano di lavorazione è molto intenso, ma trovo sempre grande armonia e complicità sul set, oltre alla grande professionalità".

Questa volta Marisa si tratterrà un po’ di più a Napoli?

Sono stata molto presente in passato nei panni di Marisa, poi sono andata via, ma vedete che ogni tanto torno. Questa volta sì, mi vedrete un po’ di più perché torno per una vera emergenza, per quello che succede a mio figlio Michele. Il mio personaggio deve fronteggiare una situazione drammatica per una madre, ma la vedremo anche per ricordare il marito ucciso dalla camorra".

Ecco, come diceva lei, questa volta Marisa non viene richiamata a Napoli da un lieto evento, come un matrimonio o una festa di famiglia, ma per una emergenza, si è trovata a dover spingere di più sui toni drammatici, è stata una sfida più interessante, in qualche modo, da attrice?

"Sì sicuramente questa volta Marisa ha a che fare con una situazione più dolorosa e difficile, di cui ovviamente, non voglio spoilerare più di tanto, ma certamente la vedremo in una posizione molto impegnativa rispetto al passato. Da attrice però, devo dire che io non faccio grandi differenze tra interpretare cose leggere e cose drammatiche, noi attori siamo chiamati a saper fare tutto al meglio delle nostre possibilità, l’importante è che siano cose che abbiano senso e fatte bene, con intelligenza e sapienza. E questa lo è sicuramente. Per me Marisa è una sfida molto interessante, questa volta andremo davvero a scavare nel profondo nel rapporto madre-figlio. È un impegno che mi dà molta soddisfazione nonostante sia piuttosto faticoso perché, appunto, per un real drama si gira tanto, ma è sempre una bella esperienza".

Quali sono le caratteristiche di Marisa in cui Mita Medici si rivede di più e quelle invece, che sente più lontane da lei?

"Intanto, Marisa è madre e io no. Però quello non è stato un grande problema perché io penso che noi donne siamo tutte un po’ madri, quindi il confrontarmi in questo rapporto madre-figlio è qualcosa che non mi appartiene direttamente ma in cui ho trovato la strada per calarmi perché in questo momento Marisa la vediamo andare ancora più nel profondo nel rapporto madre-figlio. Poi lei è una psicologa, è forte e anche molto gioviale ma ha anche un senso spiccato di responsabilità non solo nei confronti dei suoi pazienti ma di chiunque incontra. Ci separa parecchio questo fatto che Marisa è comunque una signora borghese, io sono molto più anticonformista, anche se come me, anche lei ha una sua spiccata ironia anche se a prima vista non si direbbe. Spesso mi stupisce come riesce a sdrammatizzare anche nei momenti più delicati, questo mi piace di lei.

Marisa l’ha fatta tornare a Napoli, che rapporto ha con questa città che è, si può dire, un altro personaggio di Un Posto al Sole?

"Napoli è una città che non si può non amare, ma devo dire che in queste settimane che mi sono trovata a rifrequentarla l’ho trovata anche molto migliorata a livello organizzativo e di vita di tutti i giorni. Poi c’è sempre la grande accoglienza dei napoletani e questo spirito di città di mare, che la rende sempre aperta e solare".

Il pubblico di Un Posto al Sole è contento di questo ritorno, lei che riscontri ha?

"Ah, ma il pubblico di Un Posto al Sole è meraviglioso, anche quando non mi vedevano nei panni di Marisa mi fermavano, mi scrivevano. Sono fan veramente tanto affettuosi. Anche dopo anni che manco, quando mi rivedono c’è subito questo recupero di interesse, di affetto che è veramente molto importante per chi fa il nostro lavoro. Ma d’altronde quanto sia attaccato e trasversale il pubblico di Upas lo so, perché ho tanti amici che non si perdono una puntata, persone molto diverse tra loro. Io stesso, quando non sono in giro per lavoro, lo seguo anche da spettatrice".

Secondo lei, da spettatrice e da protagonista, qual è il segreto del successo di Un Posto al Sole, che va avanti da quasi 30 anni?

"Intanto, da persona che lavora sul set, bisogna dire a tutti che Un Posto al Sole è una grande macchina, una straordinaria realtà produttiva italiana di cui c’è da andare orgogliosi, poi il cast: dai personaggi storici ai giovani attori, passando per i registi (anche Muccino è passato per Un Posto al Sole), c’è un occhio attento alla qualità e al merito. Poi la forza vera della serie sono le storie: Un Posto al Sole in tutti questi anni non si è mai "beautifulizzato". Si parla di tutto, e spesso si raccontano storie realistiche legate a problemi che emergono dall’attualità in più, Upas, racconta anche di rapporti umani veri, di una piccola comunità di persone che spesso sono pronte a darsi una mano, e secondo me piace perché, di questi tempi, vedere rappresentato ogni sera un po’ di calore umano, tra dramma e leggerezza, è una cosa che fa molto bene e di cui tutti abbiamo bisogno."


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