Massimiliano Gallo: "Vincenzo Malinconico amato perché normale. Gli avvocati mi adorano". L'intervista

Massimiliano Gallo racconta a Libero Magazine le emozioni del ritorno di Vincenzo Malinconico e della popolarità in età matura: "È un circo ma io resto calmo"".

In occasione del Premio Vitti, dedicato all’iconica attrice Monica Vitti, abbiamo avuto il piacere di intervistare Massimiliano Gallo, attore di grande talento e volto amatissimo del piccolo e grande schermo. Nel corso della conversazione, Gallo ha raccontato il suo legame con la figura di Monica Vitti, svelando quanto sia stata fonte di ispirazione per il suo percorso artistico. L’attore ha poi ripercorso il successo della serie "Vincenzo Malinconico", che ha conquistato il pubblico italiano con la sua ironia anche con gli episodi della seconda stagione in onda su Rai 1. Gallo ha parlato anche dell’importanza della scrittura, in particolare con sempre più trasposizioni televisive che hanno contribuito a una rinascita della fiction negli ultimi anni. L’attore ha accennato anche alla sua partecipazione al nuovo progetto televisivo "Questi fantasmi", diretto da Alessandro Gassmann, e del significato di raggiungere la popolarità in età matura.

Cosa ha rappresentato per te Monica Vitti?

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"Credo che sia l’attrice che più di tutte è riuscita a coniugare fascino, bellezza, simpatia, bravura e talento. Passava da Antonioni ai film in commedia. Per me, che faccio quel tipo di percorso, quindi passo da un film d’autore a uno in commedia, è stato un esempio incredibile. Poi, avendo ricevuto pure il premio Alberto Solvi a B-Fest, adesso ce l’ho tutte e due".

Vincenzo Malinconico è tornato con un successo travolgente, il pubblico lo aspettava e lo avete ripagato con delle belle avventure e un nuovo amore.

"Secondo me è una bellissima serie, lo dico da spettatore, perché mi piace sempre vedere le cose un po’ da spettatore, no? Una bellissima serie. La cosa incredibile è che Malinconico ha un pubblico, un zoccolo duro che non lo tradisce: non ci ha tradito neanche in una serata come la domenica, dove ci sono le partite, c’è di tutto e quindi siamo contenti. Poi, già dalla prima di Malinconico, i dati RAI dicevano che c’era un 20% di laureati che non vedono la RAI ma vedono Malinconico. Quindi è una bella scrittura, è una comicità alta, c’è un pensiero, c’è tanto divertimento ma anche tanta passione".

Dopo due stagioni che lo fai, hai trovato dei punti di contatto con questo Malinconico? E soprattutto, oggi, che vuol dire essere Vincenzo Malinconico?

"Secondo me oggi fa bene, fa bene proprio all’anima Vincenzo Malinconico, avere soprattutto un amico come Vincenzo. Perché in questo mondo dove ci siamo raccontati una marea di ca**ate, dove devi per forza performare, essere splendido dalla mattina quando ti svegli, avere un amico che non vuole partecipare alla gara… Non è un perdente ma uno a cui non interessa la gara, uno che non vuole per forza essere un vincente. Poi lo fa a modo suo, nel senso che alla fine ci riesce comunque. Però quest’ansia della prestazione non ce l’ha. In questo periodo in cui ci siamo raccontati altro, molte persone mi scrivono dicendo che finalmente si riconoscono in un personaggio normale, uno che non è un supereroe, che non sa tutto e non fa tutto".

Poi mostra anche un avvocato sotto un’altra veste, perché uno magari pensa che gli avvocati siano un certo tipo di persone, invece lui è proprio differente.

"Gli avvocati amano Malinconico perché il 90% stanno messi così, non è come il principe del Foro che si è abituati a vedere al cinema. In tanti si riconoscono in questo barcamenarsi, nel muoversi con fatica in questo mondo".

Quanto è importante per te la scrittura?

"La grande scrittura ti aiuta, soprattutto nella commedia. Fortunatamente la RAI sta andando a scovare autori giovani e autori di successo. È importante perché il testo ti aiuta molto nella trasposizione. A volte un bravo scrittore non è necessariamente un grandissimo sceneggiatore, ma ci sono gruppi di lavoro importanti. De Silva, ad esempio, ha fatto un lavoro bellissimo su Malinconico e credo che abbia restituito il personaggio anche in televisione".

Tu sei un attore di stampo teatrale. Però hai raggiunto la popolarità grazie a Malinconico. Come la stai vivendo?

"La vivo bene perché l’ho raggiunta con la maturità, in un momento in cui ho una consapevolezza diversa, una calma diversa. È un bellissimo circo, partecipi al suo gioco, però la vivo con grande calma".

Non hai un po’ di paura il lunedì mattina dei numeri dello share?

"Quella c’è sempre, hai sempre la voglia di capire se il pubblico ti premia perché alla fine tu fai una cosa per farla vedere da loro".

Tra poco arriva Questi Fantasmi, la terza opera di Eduardo?

"Arriva in tv il 30 dicembre. C’è il terzo mio Edoardo, quindi sono contentissimo che la Rai mi abbia richiamato di nuovo. È il terzo, quindi dopo Filumena Marturano e Napoli milionaria, adesso Questi fantasmi con la regia di Gassman. Con me c’è Anna Polietta, un cast straordinario.

Con Gassman ormai siete una coppia di fatto.

"Sì, ci troviamo bene a lavorare insieme. Avevamo lavorato in un film bellissimo che era Il silenzio grande: prima era un successo teatrale, poi l’abbiamo portato al cinema, ci ha portato tanti premi. Ci troviamo bene perché abbiamo la stessa formazione, quindi non c’è bisogno di parlarci tanto. Sappiamo che il lavoro paga".

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