Marco Liorni a L’Eredità, la frecciata a Pino Insegno: “Finché farò il conduttore starò lontano dalla politica”

Il nuovo conduttore del game show di punta di Rai 1 si è raccontato dagli anni più difficili alla svolta con Cristina Parodi e il successo di Reazione a catena

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Marco Liorni sale in cattedra. Il conduttore ha vinto la corsa a tre con Pino Insegno e Flavio Insinna e alla fine l’ha spuntata, con la Rai che ha deciso di affidargli il futuro de L’Eredità. Un’enorme iniezione di fiducia per Liorni che, dopo i numeri da sogno con il successo di Reazione a catena, prenderà le redini del game show di punta di Rai 1. Dopo l’addio di Insinna il programma sarebbe dovuto passare a Pino Insegno ma, complice il flop clamoroso del Mercante in fiera, la società di produzione Banijay ha posto il veto e viale Mazzini ha virato su Marco Liorni, ormai volto simbolo del preserale di Rai 1. I numeri (Reazione a catena viaggia oltre il 26% di share con più di 3 milioni di spettatori), alla fine, hanno avuto la meglio sulla politica, con il pupillo di "TeleMeloni" che probabilmente passerà proprio a Reazione a catena nella prossima stagione televisiva.

In occasione di questo importante salto di carriera, Marco Liorni si è raccontato a 360 gradi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, durante la quale ha ripercorso tutti i suoi successi (e insuccessi) che l’hanno portato fino a L’Eredità, senza risparmiarsi anche una frecciatina indiretta nei confronti di Pino Insegno. Scopriamo cosa ha detto.

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Marco Liorni a L’Eredità

Marco Liorni è il nuovo conduttore de L’Eredità e dal prossimo 2 gennaio sarà al timone del game show di Rai 1 che, inizialmente, dopo l’addio di Flavio Insinna, doveva andare a Pino Insegno, il quale invece si dovrà "accontentare" proprio di Reazione a catena. "Non so se è andata proprio così e se qualcuno ha fregato qualcosa. Diciamo che stavo benissimo a Reazione a Catena, ma un giorno mi hanno proposto L’Eredità. Poi magari ci cambieranno di nuovo" ha spiegato Liorni al Corriere della Sera, non nascondendo anche una certa emozione: "Sono onorato per avere l’opportunità di programma storico, condotto da grandi come Fabrizio Frizzi".

Marco Liorni non vuole sentire parlare di "TeleMeloni" ("Ma perché la chiamate così? È la Rai") ma, allo stesso tempo, non si è risparmiato una piccola frecciata nei confronti di Pino Insegno – voluto fortemente dall’amica premier – dopo averlo "battuto" nella corsa a L’Eredità: "Non sono amico di nessuno. E il mio game ce l’avevo: Reazione a Catena, da cinque anni (…) Finché farò il conduttore starò lontano dalla politica". Sempre a proposito di Reazione a Catena, Liorni ha svelato un retroscena: "L’ultima volta che ho pianto? Nello studio di Reazione a Catena per l’ultima puntata. Non c’era nessuno, tutti via: tecnici, pubblico, squadre, autori. Le luci spente, solo neon accesi e qualche carta per terra. Mi è passato davanti un pezzo di vita, sono stati cinque anni intensi. Ho pianto come una fontana, è stato liberatorio".

L’approdo a quello che è uno dei programmi di punta dell’intero palinsesto Rai è sicuramente il coronamento di una carriera che, come raccontato da Liorni stesso, è stata fatta di alti e bassi, dalla "svolta" di Cristina Parodi nel 1997 ("In attesa della figlia si è dovuta assentare per qualche mese e nessuno voleva condurre Verissimo per così poco tempo") all’incubo post-reality ("Dopo 7 anni di Grande Fratello, niente tv per quattro anni"). E chissà che, nel futuro del conduttore, non ci sia anche la prima serata.


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