Lo Stato delle Cose, Giletti ospita Santoro e trema: "Già mi chiudono?". Polemiche sul web: "Interpreta a modo suo"

Nella puntata del 25 novembre qualche gaffe e grande spazio al ritorno del giornalista e conduttore TV nel servizio pubblico: cosa è successo

C’era grande attesa per il ritorno di Michele Santoro in Rai dopo diversi anni dalla sua ultima apparizione nella televisione pubblica. Nella nuova puntata de Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti su Rai Tre lunedì 25 novembre 2024, è stato proprio il giornalista protagonista di uno spazio che vedeva al centro della discussione la guerra Russia-Ucraina (e non solo). Vediamo insieme cosa è successo tra il saluto di benvenuto, le parole di Santoro sulla Rai e piccoli momenti di tensione.

Lo Stato delle Cose (25 novembre), cosa è successo: Giletti ospita Michele Santoro e ‘punge’ la Rai

Partiamo subito col dire che Massimo Giletti è così ansioso di avere Michele Santoro in studio che, quando giunge una chiamata inaspettata in diretta, esclama: "Cosa c’è? Mi chiudono già perché arriva Santoro?", una frase che interpretiamo come una sorta di frecciata alla Rai. In realtà la telefonata riguardava il caso di Vittorio Sgarbi, più volte affrontato in studio dal conduttore. Per presentare il suo ospite speciale Giletti usa poche parole ben ponderate: "C’è emozione perché torna in Rai dopo tanti anni Michele Santoro, uno dei nomi più importanti della televisione italiana". Vedendolo scendere le scale dello studio, il pubblico applaude per diversi minuti e il conduttore, una volta raggiunto al centro della scena dall’ospite, aggiunge: "Benvenuto Michele, e bentornato! Questi sono applausi di affetto. Ti voglio fare un regalo: è bello ricordare a tutti che in questo studio avevi fatto qualcosa di importante".

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La parola passa a Santoro: "Diciamo che si trattava di una trasmissione di Rai 2, Annozero, che è rimasta storica, anche perché una delle più viste del secondo canale, un programma di informazione che ha battuto tutti i record di ascolti di Rai 2". A questo punto Massimo Giletti gli chiede se è vero che mentre conduceva l’ultima puntata di Annozero gli addetti ai lavori stavano già smontando la scenografia (qui Giletti fa una gaffe dicendo ‘sceneggiatura’ al posto di ‘scenografia’ per poi scusarsi e correggersi subito dopo in diretta): "Me l’ha detto una persona a te vicina. Davi così fastidio?", sottolinea il conduttore. L’ospite conferma il fatto della scenografia, ma non sente bene la domanda successiva e risponde: "Non mi ha dato fastidio. In tutti questi anni ne ho vissute di tutti i colori: telefonate in diretta di direttori generali che minacciavano il licenziamento, cose terrificanti. Ogni puntata di Annozero era preceduta sempre da una diffida a non sbagliare, a rimanere nelle regole e quindi si andava in onda anche con una certa apprensione. Per cui l’idea che in fondo stessero smontando la scenografia era un po’ liberatoria anche per me, perché finalmente diventavo una persona libera".

Per quanto riguarda la Rai, Michele Santoro ammette: "La Rai è l’azienda che non ho mai lasciato pure quando sono andato via. In realtà me ne sono sempre andato perché in qualche maniera avevo un conflitto con la Rai, è un po’ come un padre, è un qualcosa di cui non ti puoi liberare fino in fondo. Quindi in qualunque avventura io abbia portato la mia professionalità, in realtà questo marchio di origine, quello della Rai, è rimasto nella mia vita". In un secondo momento, però, il giornalista aggiunge: "Non abbiamo più un’identità culturale a livello europeo. Sento che la Rai fa pochissimo per essere amata, ma resta il grande strumento che abbiamo per difendere la nostra cultura. Non c’è un’azienda che abbia la forza e il potere che ha la Rai. Già abbiamo ridotto il canone ha una roba di bolletta elettrica, l’abbiamo fatto diventare una specie di tassa, quando invece il canone è un legame della Rai con i cittadini, che si inca**avano per il fatto di doverlo pagare, che cercavano di evaderlo, però in questo modo sentivano l’azienda come una cosa loro che potevano rifiutare o accettare. Se la metti in condizione di non poter più svolgere questo ruolo, noi dobbiamo soltanto stare ad aspettare la grazia degli americani che ci facciano fare un film o qualcos’altro".

Le polemiche sui social

Le polemiche sui social riguardano perlopiù il discorso di Michele Santoro sulla guerra Russia-Ucraina: "Ma esattamente la posizione di Santoro sulla guerra che la Russia di Putin ha iniziato contro l’Ucraina qual è, a parte l’antiamericanismo?", "Santoro ha nominato 27 volte l’Europa e solo una volta Italia", "Pal**so, fortuna esiste il telecomando".

Non solo commenti negativi, perché c’è anche chi apprezza l’operato del giornalista: "Grandissimo Uomo. Tutta la mia stima, sempre", "Sempre un piacere ascoltarla", "Grandissimo Santoro!!! Grazie per la tua voce incredibilmente fondamentale", "Finalmente qualcuno che parla dell’immane, irreparabile disastro ecologico che provoca la guerra, oltre a tutte le altre sofferenze". Al conduttore, invece, viene mossa solo una critica: "Giletti interpreta a modo suo ogni frase di Santoro. Ne avesse azzeccata una…".

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