Sciopero Rai, palinsesto stravolto: 'big' fermati, dalla Clerici alla Balivo (ma Affari Tuoi si salva)

Gli scioperi oggi del servizio pubblico stanno intaccando molti programmi tra radio e televisione. Vediamo quindi quali show sono stati colpiti e quali no

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Oggi le reti Rai hanno subito una serie di modifiche significative nella programmazione a causa di uno sciopero indetto dai sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fnc-Ugl e Snater, i quali hanno chiamato alla mobilitazione impiegati, tecnici, operai e quadri dell’azienda. La decisione di scioperare è stata presa a seguito della mancata approvazione da parte dei lavoratori dell’ipotesi di rinnovo del Contratto di lavoro, proposta il 16 luglio 2024.

Le ragioni dello sciopero Rai

La protesta ha radici profonde. Oltre a voler riaprire il tavolo di confronto tra sindacati e azienda per una nuova ipotesi di rinnovo contrattuale, i sindacati mirano a portare all’attenzione delle istituzioni l’urgenza di un rilancio del ruolo e delle finalità della Rai come concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Inoltre, i lavoratori chiedono di fermare la paventata vendita delle quote di maggioranza di Raiway, la società che gestisce la rete di trasmissione. Un altro punto chiave è la necessità di risorse certe per garantire un futuro sostenibile all’azienda, oltre all’urgenza di un piano industriale per la mission produttiva ed editoriale.

I programmi sospesi, da Uno Mattina alla Clerici, fino a La volta buona

Lo sciopero ha causato la sospensione di numerosi programmi e telegiornali che non sono andati, e non andranno, in onda nel corso della giornata. TG1 Mattina è stato sostituito dalla diretta di RaiNews24, mentre Uno Mattina ha lasciato spazio a un pot-pourri di puntate precedenti chiamato "Diario di Uno Mattina". Anche Storie Italiane, condotto da Eleonora Daniele, non è stato trasmesso, con una replica di Linea Verde al suo posto.
Su Rai1, il programma di Antonella Clerici, È Sempre Mezzogiorno, è stato sostituito da un "meglio di", una raccolta dei migliori momenti trasmessi in precedenza. Lo stesso è accaduto per La volta buona, con la prima rete che ha mandato in onda dalle 14 un best of del programma della Balivo. Lo stesso è accaduto per TG2 Italia su Rai2, rimpiazzato dalla cerimonia di restituzione della bandiera italiana da parte degli atleti olimpici e paralimpici di Parigi 2024. Anche I Fatti Vostri, sempre su Rai2, ha subito la stessa sorte.
Su Rai3, le cancellazioni hanno coinvolto programmi come Buongiorno Italia, Buongiorno Regione, Elisir e Restart, tutti sostituiti da film o programmazioni alternative.

Perché "Affari Tuoi" andrà in onda regolarmente

Nonostante il caos della giornata, un programma in particolare non è stato colpito dallo sciopero: Affari Tuoi, condotto da Stefano De Martino. Il motivo? Il programma è stato registrato in anticipo e non richiede quindi l’intervento in diretta di tecnici o personale di supporto, i quali sono in sciopero. Questa particolarità ha permesso alla trasmissione di essere confermata nel palinsesto odierno, garantendo ai telespettatori la sua messa in onda regolare.

Le conseguenze dello sciopero

La giornata odierna segna un importante momento di confronto tra i sindacati e la Rai, evidenziando le sfide che l’azienda deve affrontare non solo sul fronte contrattuale, ma anche nella sua missione di servizio pubblico. Lo sciopero, pur avendo causato la sospensione di numerosi programmi molto seguiti, ha anche sollevato interrogativi sul futuro della Rai e sulla necessità di una strategia più definita per garantire stabilità e qualità nella sua offerta.
In conclusione, mentre molti programmi di punta sono stati sospesi, l’eccezione di Affari Tuoi rappresenta una finestra sulla complessità della gestione televisiva in situazioni di sciopero. L’episodio di oggi dimostra come, in momenti di crisi, l’industria televisiva debba trovare soluzioni innovative per bilanciare i diritti dei lavoratori e le aspettative del pubblico.


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