Le Iene, Beatrice Luzzi si diverte col gigolò (attempato): "Ti fanno passare la voglia", come è andata

Durante la puntata dello show di Italia Uno di martedì 28 maggio tanti i servizi interessanti ma anche momenti che fanno discutere: ecco le cose migliori e quelle peggiori della serata

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Tante storie e inchieste, riflessioni e polemiche. Anche nella puntata de Le Iene, andata in onda martedì 28 maggio su Italia1 e condotta da Veronica Gentili e Max Angioni, il pubblico ha potuto seguire servizi di inchiesta e approfondimento molto interessanti, intervallati anche da pezzi di comicità sferzante e dai monologhi di ospiti in studio. Vediamo le cose migliori e quelle più discutibili con il top e flop della puntata.

Le Iene, i top della puntata di martedì 28 maggio 2024

Un top per il divertente servizio che vede protagonista Beatrice Luzzi che, dopo i mesi di clausura del Grande Fratello, dice a Gaston Zama di avere voglia di "carne per i suoi denti" e si mette alla ricerca di un gigolò, un escort maschi insomma. Uno gli chiede una foto, lei "E’ troppo complicato, mi sono stufata, scusa. Ti abbraccio", un altro vuole due settimane di preavviso, l’altro è fuori, un altro spara cifre assurde "E’ dura eh, trovare un gigolò, ti fanno passare la voglia!". Alla fine trova Massimo, un gigolò attempato, che le chiede 600 euro più il pagamento dell’albergo (ma scopriamo poi che è un prezzo stracciatissimo). Quando arriva in hotel, l’uomo racconta a Beatrice la sua vita, come ha cominciato, da ex spogliarellista, le situazioni più strane che gli sono capitate, le sue poesie, insomma un personaggio. Racconta che anche il suo lavoro è molto cambiato con l’avvento del digitale mentre prima nella fase dell’approccio c’era il contatto personale, poi racconta altre esperienze. Dopo il suo racconto molto schietto, Beatrice Luzi getta la maschera e gli svela che è un’attrice, che è stata sei mesi al Grande Fratello e gli svela che è protagonista di un servizio delle Iene. Lui la prende bene, e quando entra Gaston Zama e gli fa qualche altra domanda, gli chiede, ma tu come ti definisci? La risposta è: "consulente". Un servizio riuscito anche per la fortuna di aver trovato come interlocutore pescato a caso tra gli annunci un simile "personaggio".

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"Sono 20 anni che suonano insieme, e dopo ogni anno tutti pensavano che Giuliano li avrebbe mollati per iniziare una carriera da solista". Inizia così il bel servizio di Niccolò De Divitiis che è andato a Berlino per passare 48 ore con i Negramaro che stanno registrando lì il loro disco. I Negramaro sono tutti lì: Lele, Ermanno, Danilo, Pupillo, Andro e, ovviamente Giuliano Sangiorgi. Come gli altri servizi di De Divitiis di questo tipo, i Negramaro, e anche Malika Ayane, che arriva a un certo punto, sono raccontati in modo inedito nel loro "ambiente" e nella loro quotidianità. Tanti sono gli aneddoti snocciolati da Sangiorgi, da quando aveva tredici anni e per la prima volta lo pagarono per suonare e che lui riportò indietro, agli inizi con la band fino all’esplosione del successo. Il ricordo degli ultimi giorni del padre, mancato 10 anni fa, la figlia Stella, i fidati collaboratori e poi, l’ictus di Lele Spedicato, raccontato da lui stesso. Poi, fuori dall’albergo e dallo studio in giro per Berlino e il concertino improvvisato da artista di strada per la gioia degli italiani e non solo.

I Flop: i rischi della rete

Interessante ma agghiacciante per quello che racconta e per la verità inquietante che svela (a cui diamo il flop, non al servizio), il lavoro di Luigi Pelazza che si fa svelare da un hacker, Lupo, il modo in cui entra nelle reti wi-fi e da lì nei pc o negli smartphone e si ritrova in grado di rubare ogni possibile e immaginabile dato sensibile, rivendendolo in un mercato che è affamato di identità false con una facilità davvero disarmante e usando tutti gli strumenti che ognuno usa più e più volte al giorno dall’email al cellulare ai social. La premessa di Pelazza è importante perché chiarisce il valore del servizio: mettere in guardia il pubblico e rendere più cosciente chi lo guarda di quanto i propri dati siano esposti e di quanto sia necessario per tutti elevare i propri livelli di sicurezza informatica. Cosa di cui si parla ancora troppo poco.

E, a proposito di questo argomento, fa il paio con il servizio di Pelazza quello di Antonino Monteleone che racconta il guaio in cui si trova Kristian Pengwin, un influencer esperto di pronostici e scommesse sportive: qualcuno ha usato un deepfake, un video con il suo volto creato dall’intelligenza artificiale, per mettere su una truffa attraverso i social. Un altro pericolo informatico che può derivare, questa volta, non dal furto di dati ma dell’uso fraudolento di uno strumento potente come l’I.A.


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