Le Iene, top e flop: Bugo da brividi su Sanremo 2020 e Morgan, Emma canta e conduce (alla grande)
Nella puntata del 27 febbraio tanti servizi di una certa rilevanza e altri un po' meno convincenti, ma le emozioni non mancano, a partire dal caso degli arbitri
Durante la puntata de Le Iene, in onda martedì 27 febbraio su Italia1, Veronica Gentili e Max Angioni presentano diversi servizi di forte impatto emotivo e di grande spessore, anche se noi ve ne segnaliamo solo alcuni: i migliori e i peggiori momenti della serata. Da Emma super ospite con la sua Apnea a Bugo che torna a parlare del Festival di Sanremo 2020, e fino alla protesta di Pisa e al caso degli arbitri: ecco i punti più incisivi della puntata.
Le Iene, i momenti Top della puntata di ieri (27 febbraio)
Il primo top lo diamo a Emma, capace di dare vita a uno spettacolo esplosivo con la sola presenza scenica e la sensualità dei movimenti a inizio puntata . Al centro del palco, accompagnata da ballerini professionisti, sorride, si scatena, fissa la telecamera, rivolgendosi al suo pubblico, durante la performance sulle note di Apnea, il brano portato sul palco dell’Ariston all’ultimo Festival di Sanremo. La cantante dimostra anche di saperci fare come conduttrice, prima con "le peggiori battute della settimana", poi con la presentazione del nuovo video della canzone In Italia, di Fabri Fibra, nel quale Emma canta il ritornello. Le Iene le danno il giusto spazio, tutto meritato.
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Entra nel canale WhatsAppIl secondo top lo diamo alla storia di Olga, portata via dalla figura materna in tenera età – aveva 6 anni -, che ritrova sua madre dopo tanti anni: 25 di ricerca. La madre la riconosce subito e il resto è pura magia, a partire dall’abbraccio pieno d’amore che le due donne si danno appena capiscono di essersi ritrovate. Tanti i contatti fisici e le parole d’amore: "Lei è mia figlia", dice la mamma felice di aver ritrovato almeno uno dei suoi bimbi. Lei racconta di essere stata chiusa in un sotterraneo quando le hanno portato via i bambini, portati in ospedale e poi in un istituto senza chiedere il consenso per l’adozione ai genitori (come invece avevano riferito alla ragazza): "Nessuno ci ha mai chiesto niente", afferma la donna addolorata. Quando arriva il momento per Olga di tornare a casa, dividersi di nuovo non è facile per entrambe e i gesti d’affetto sono innumerevoli: la madre la accarezza e accompagna con una premura tale da commuovere.
Il terzo top lo diamo al monologo di Bugo, attraverso il quale l’uomo svela di aver sofferto molto per quanto accaduto a Sanremo 2020 con Morgan, quando aveva lasciato il palco dopo le offese pubbliche del frontman dei Bluvertigo, trovandosi poi travolto dalle critiche: "Nessuno mi ha chiesto: ‘Bugo, come stai?‘" Inoltre, spiega di aver superato quel momento difficile per la sua carriera – dopo 10 album pubblicati dal 2000 – cercando di reagire nel modo più empatico possibile, di essere positivo, e sprona i telespettatori a trovare la forza dentro di sé per andare avanti nei momenti bui. "Niente vi scalfirà più. Soffrirete ancora, ma sarete un po’ più forti. Nonostante tutto, la vita è una gran figata", conclude.
Il cantautore si mette a nudo dopo anni di silenzio e insulti gratuiti e questo non è una cosa di poco conto: "Negli ultimi anni ho letto commenti sui social come ‘Ma chi è sto Bugo?’, ‘Da dove arriva?’, ‘Che caz*o vuole Bugo?’. Non mi sono offeso per questo, nonostante avessi da anni una mia dignità artistica. Prima del Sanremo 2020, forse, il pubblico più televisivo non sapeva bene chi fossi. E allora? È così importante? Quanti ragazzi che ancora non conoscete arrivano a Sanremo? La mia carriera è iniziata nel 2000, ho pubblicato 10 album e 20 anni dopo i miei inizi sono arrivato su quel palco bello carico e positivo. Però non è andata come volevo: una mia canzone è stata distrutta in diretta mondiale, sono stato insultato davanti a milioni di persone e la violenza generata da quell’evento è stata insopportabile, una cosa tremenda, che ha cambiato la mia vita e quella della mia famiglia. Sì, perché io sono padre di due figli, sono anche figlio, ma a volte sono anche una gran testa di caz*o. Nel senso che non sono perfetto, ma mi piace affrontare le cose positivamente e in questi anni ho cercato di reagire nel modo più empatico possibile, nonostante quasi nessuno mi abbia chiesto: ‘Bugo, ma tu, come stai?’. Immagino sia capitato anche a voi di vivere momenti tremendi, quando sembra che tutto ti metta la testa sotto la sabbia. È in quei momenti che devi trovare la tua forza dentro di te, la tua dignità. Quelle che dico sono cose semplici, banali, ma è questo il succo della vita. Perché se riuscirete a farlo, nessuno vi scalfirà più. Soffrirete ancora, ma sarete un po’ più forti. E sarete capaci di ricordarvi che, nonostante tutto, la vita è una gran figata".
Il quarto top lo diamo alla storia di Pasquale e Maria Rosaria, una coppia che cerca disperatamente i propri figli Giovanni e Salvatore, che gli assistenti sociali gli avevano tolto "per povertà socioculturale". I due coniugi li stanno ancora aspettando a casa, oltre vent’anni dopo l’accaduto, con una cameretta pronta per essere da loro utilizzata. Ma chissà dove sono e cosa fanno, se sanno di essere stati adottati o lo ignorano tuttora. Pasquale è in lacrime perché vorrebbe "poterli abbracciare" e vedere tutta quella sofferenza è davvero commovente. Non solo l’amore per i figli, ma anche quello che lega i due protagonisti della triste storia, innamorati più che mai e ancora in cerca di coccole.
Le Iene, i momenti flop
Il primo flop lo diamo alla squadra antisommossa che in un vicolo vicino alla Normale di Pisa si scaglia violentemente contro gli studenti – parliamo di adolescenti – lì per protestare contro ciò che sta accadendo a Gaza. Le immagini mostrate sono terribili: manganelli che feriscono ragazzini, loro che indietreggiano o si arrampicano al cancello dell’istituto al loro fianco per paura, giovani che vengono colpiti nonostante le buone intenzioni e la scelta di indietreggiare per evitare il peggio. Sappiamo bene che in certe situazioni mantenere la lucidità è difficile, soprattutto ora che se ne sentono di tutti i colori, ma la ferocia con cui le forze dell’ordine affrontano il corteo di protesta non è in alcun modo giustificabile. Dai video è anche evidente che la fiducia verso le autorità sta andando a perdersi, mentre una ragazza critica il fatto che prima chiedono ai giovani di farsi sentire e poi lo Stato li attacca in questo modo.
Il secondo flop lo diamo al servizio di Monteleone. La Iena mette alla gogna Irene Cecchini, la ragazza che ha dichiarato di amare la Russia (e Putin) e di voler ottenere la cittadinanza lì, e il giornalista prepara un servizio sul nulla più totale, dove vengono contattati addirittura i compagni di liceo della giovane (ora ha 22 anni) e la madre. Per dirci cosa? Niente, raccontarci un po’ la sua vita e le sue scelte. Che senso ha? Noi non lo capiamo, e nemmeno troviamo l’argomento così interessante da meritare uno spazio nel programma.
Il terzo flop lo diamo al servizio sulla PAC, la politica agricola comune, che oggi finanzia soprattutto gli allevamenti intensivi e i grandi produttori, coloro che inquinano di più, nonostante la lotta al cambiamento climatico. Giulia Innocenzi, una giornalista italiana, scoprendo che le grandi imprese fanno pressioni sui parlamentari europei per ottenere leggi a loro favorevoli, promettendo in cambio il sostegno politico o inserendoli nel loro libro paga, decide di denunciare questo sistema insieme a Pablo D’Ambrosi. Come? Attraverso un documentario dal titolo Food for profit che, grazie a una rete di infiltrati negli allenamenti intensivi di mezza Europa, mette in luce le più vergognose storture di un sistema finanziato con soldi nostri per distruggere l’ambiente e il benessere animale, riuscendo inoltre a provare l’esistenza di un doppio filo che lega la lobby dell’agroalimentare e la politica. Assistiamo quindi a immagini che mostrano l’ipocrisia di alcuni europarlamentari (come Paolo De Castro), ai quali non interessa affatto il bene degli animali, pur dichiarando il contrario in altre sedi. A un altro membro del parlamento Europeo sentiamo dire: "A me non interessa la felicità del pollo, del coniglio e del gatto. Io me li mangio tutti comunque"… Non solo, perché vediamo anche i cambiamenti fisici degli animali modificati geneticamente, in particolare mucche, maiali e polli, per incrementare la produzione e diminuire i costi. Insomma, uno spettacolo davvero raccapricciante su tutta la linea.
Il quarto flop lo diamo alla Dottoressa Maria Elena Ferrero che fa leva sulle fragilità delle persone e consiglia di non seguire le terapie riconosciute per malattie come la SLA, il Parkinson e la Sclerosi multipla. Lei sostiene che bastino delle semplici iniezioni per pulire il corpo, in quanto pensa che ci sia una connessione tra l’intossicazione da metalli pesanti e le malattie degenerative. Cerca quindi di convincere le persone ad abbandonare i trattamenti riconosciuti perché "non servono a nulla, anzi peggiorano solo la situazione", causando l’aggravamento delle loro condizioni fisiche. Così facendo, però, dà una speranza sbagliata ed effimera ai suoi pazienti. Noi siamo d’accordo con Le Iene: dovrebbe chiedere l’approvazione per una sperimentazione e prima di tutto avvertire i pazienti del fatto che non c’è niente di sicuro nella sua cura.
Il quinto flop è per il caso degli arbitri, e in particolare per Carlo Pacifici, presidente dell’AIA, il quale inventa scuse poco credibili per giustificare il fatto di non aver concesso l’autorizzazione a rilasciare interviste a Niccolò Baroni e Daniele Minelli: "Il no era perché eravamo sotto gara, ma gli do l’autorizzazione adesso. C’è stato un fraintendimento" (sì, immaginiamo…). "Noi siamo rispettosi delle regole. Cercheremo di fare meglio ed evitare errori", conclude Pacifici. Anche quest’ultima affermazione non convince affatto visto i precedenti: il voto in più dato a Eugenio Battista e scoperto dai due arbitri di cui sopra, riammessi in seguito – secondo Emidio Morganti – perché avevano "in mano una prova di una gravissima irregolarità". Le Iene poi chiedono a Pacifici se prima o poi divulgheranno pubblicamente i voti che prendono gli arbitri alla fine di ogni partita, ma il presidente dell’AIA è titubante (chissà perché…): "Non sarà facile per una questione di privacy degli arbitri stessi". Inutile aspettarsi qualcosa in più, né tantomeno che qualcuno si faccia avanti e parli: le parole del presidente invitano ad accettare interviste, ma il suo atteggiamento sulla questione dice altro.