Le Iene, top e flop: Annalisa trascurata, Pieraccioni accusato di plagio

Nella puntata di martedì 20 febbraio l'AIA vieta agli arbitri di rilasciare interviste, mentre Benedicta Romoli convince con il monologo sulle "cicatrici"

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Durante la puntata di martedì 20 febbraio de Le Iene, in onda su Italia1 e condotta da Veronica Gentili e Max Angioni, assistiamo a tanti servizi importanti e ad altri meno riusciti e impattanti, ma vediamo insieme il meglio e il peggio della serata, a partire dalla presenza di Annalisa e fino ad arrivare al servizio su Simba La Rue e a quello sul caso delle classifiche degli arbitri truccate.

Top

Il primo top lo diamo ad Annalisa, l’ospite della puntata che la vede entrare in scena nei primi secondi del programma cantando la sua Sinceramente accompagnata da un corpo di ballo che impersona le "8 lune nere" della hit con un abito scuro che fa da contrasto al vestito bianco da lei indossato. Una grande performance, soprattutto perché mette in risalto non solo la bravura e la presenza scenica dell’artista, ma anche perché finalmente conosciamo la coreografia associata al brano. Peccato che le venga dato davvero poco spazio nella trasmissione: nemmeno un monologo o qualche domanda per lei durante le 3 ore di diretta. Qualche secondo e via… si passa a un altro servizio.

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Il secondo top lo diamo a Veronica Ruggeri per aver realizzato un buon servizio sull’obesità e il dolore provato da chi vive ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze del disturbo alimentare, che talvolta non dipende dalla loro volontà, e il giudizio delle persone sul loro peso (è così necessario guardare con insistenza una persona solo perché non rispecchia gli attuali "canoni di bellezza" o deriderla per lo stesso motivo?). "Vivere in un mondo che odia i grassi", è questo il titolo del pezzo dove la Iena dà voce a quel disagio che caratterizza l’esistenza di tali individui, senza distinzione tra uomini e donne. E sono proprio i protagonisti della storia, attraverso le parole, le espressioni e il tono di voce, a commuovere per quanto stanchi di vivere in un mondo che non li accetta.

Il terzo top lo diamo al servizio di Cizco, costruito a partire dal caso di Paolo Pasqualini, l’uomo ucciso da tre Rottweiler nel bosco di Manziana. È colpa dei cani o dei padroni se avvengono queste tragedie? È questa la domanda su cui si erge la storia. Nell’intervista ci viene mostrata una onlus che si occupa di dare ai cani che nessuno vuole più un’ultima possibilità e ci ricorda che se vengono addestrati a dovere queste situazioni si possono evitare, ma dobbiamo essere noi ad abituarli fin da piccoli ad assumere atteggiamenti corretti nei confronti altrui, perché "non esistono cani ingestibili". Ma a colpire più di tutto è la forza della signora che tempo addietro ha rischiato di morire per l’attacco di due Rottweiler: lei incolpa il padrone dei cani (non gli amici a quattro zampe), ovvero il proprietario della struttura in cui ora addestra gli animali, ma si dice felice se grazie a quanto accaduto a lei l’uomo ha cambiato vita. In realtà il tono della sua voce la dice lunga sulla veridicità delle sue parole – non sembra convinta – ma ci vuole comunque un grande coraggio per perdonare, o quantomeno cercare di farlo e di dimenticare l’aggressione: attualmente ha un cane, segno che il tragico evento non ha indebolito l’amore che prova per loro.

Il quarto top lo diamo a Jerry Calà perché nel servizio dedicato allo scherzo a Giulia de "Le Donatella", dove viene riprodotta la sua voce con l’intelligenza artificiale per mandare audio compromettenti a tutti i suoi contatti in rubrica, le Iene chiedono all’attore di mandare un video di saluto a una sua grande fan e lui ne manca addirittura tre, nonostante le discutibile critiche dopo ogni video da parte dei giornalisti della trasmissione. Insomma, dopo un paio di tentativi con successive polemiche ogni volta, una qualsiasi persona ti manderebbe a quel paese, mentre Jerry Calà si dimostra disponibilissimo se soprattutto non si lamenta né offende. In ogni caso vi consigliamo di recuperare il video perché ci sono almeno altre tre risposte ai finti messaggi che sorprendono (e non poco) in positivo e negativo.

Il quinto top lo diamo al servizio su Simba La Rue, perché De Devitiis, seguendolo per ben 48 ore, non si ferma solo all’esperienza dell’arresto del rapper ma scruta nella sua intimità, mostrandoci la persona che si cela dietro all’artista ancora prima della sua musica, un giovane dal passato difficile che spera di non diventare come il padre e si è sempre fatto in quattro per la famiglia. In particolare sono commoventi le parole della madre di Simba, che non solo conferma di averne passate tante, ma dice di aver paura per il figlio, e quanto è vera mentre si apre con i giornalisti e il pubblico di Italia1.

Il sesto top lo diamo a Giulio Golia per aver regalato a Teresa (91 anni) e al figlio Bruno, affetto da Alzheimer, una casa di cura confortevole e piena di volti "amici". Era la madre a occuparsi dell’uomo prima che Le Iene si occupassero del loro malessere e ora i due anziani sono felici e pronti a vivere una nuova esperienza insieme a persone con le quali sin dal primo istante si sono sentite bene (e si vede). L’abbraccio tra Bruno e Giulio poi è davvero toccante e inaspettato, e quando la madre – fortunata in quanto pure il loro gatto potrà stare nella struttura – gli chiede il motivo di quel gesto il figlio risponde: "Lo so io". Ma in fondo lo sappiamo anche noi.

Il settimo e ultimo top lo diamo al monologo di Benedicta Boccoli perché pensiamo che le sue parole possano aiutare chi non riesce più ad accettarsi: racconta la sua esperienza legata al cancro al seno, criticando inoltre quella moda di credere che chi mostra le proprie cicatrici lo faccia per ottenere maggiore visibilità e far parlare di sé sui giornali ("La performance del dolore", la chiamano). Un discorso molto intimo e potente per quanto puro, dove la donna sottolinea che per stare vicini a chi sta male bisogna esserci senza costringere le persone a indossare una maschera e la difficoltà di accettarsi e accogliere le ferite fisiche e psichiche legate al cancro e all’operazione. "Non è facile imparare di nuovo ad amarsi e sentirsi belle. Le mie cicatrici sono medaglie al valore, le tengo per me. E fidatevi, ho ancora delle tet*e pazzesche", conclude.

Flop

Il primo flop lo diamo al servizio su Olga, la giovane donna alla ricerca dei suoi genitori biologici. Dobbiamo dire che il pezzo in sé è molto toccante a partire da quando la ragazza ritrova suo padre dopo anni in Bielorussia. I due si abbracciano e l’uomo è visibilmente emozionato, tanto che gli tremano le mani… La sua felicità è evidente, anche se si sente in colpa per non aver potuto starle al fianco: prima è stato incarcerano e poi gli hanno tolto la patria potestà a causa di qualche gesto sbagliato. L’importante però è che padre e figlia si siano ritrovati, regalando momenti di forte commozione. Peccato che poi il video venga lasciato a metà proprio quando Olga raggiunge la casa della madre biologica… Tagliare così, proprio sul più bello… non si fa.

Il secondo flop lo diamo al protagonista del servizio di Nina Palmieri intitolato "Un carnefice e le sue vittime". L’uomo in questione – Ulisse Voria – è condannato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma anche per violenza sessuale e domestica. Costringeva le ragazze a prostituirsi, ma l’uomo è tutto libero e gira indisturbato per la sua città senza alcun tipo di restrizione, nemmeno per tutelare le sue "vittime", costrette a vivere rinchiuse in una comunità per proteggersi. Parliamo di donne che non si sono mai sentite amate e che pensavano di aver trovato finalmente qualcuno che le ascoltasse e comprendesse, come nel caso di Laura (nome di finzione usato per tutelare la diretta interessata), caduta nella sua trappola in quanto l’uomo era consapevole delle fragilità della donna e le sfruttava. Poi le botte e la prostituzione: voleva sempre più soldi… Infine, dopo violenze e umiliazioni, Laura ha deciso di scappare e denunciarlo, ma attualmente Voria è ancora libero, mentre lei si trova all’interno di quattro mura. Dov’è la giustizia? Se poi pensiamo al fatto che la vittima ha dovuto subire una perizia psichiatrica della durata di ben due mesi, dove le domande sull’abbigliamento della giovane erano all’ordine del giorno come a insinuare che se la fosse cercata… Che tristezza, invece di andare avanti continuiamo a tornare indietro…

Il terzo flop è per Leonardo Pieraccioni e il suo ultimo film dal titolo Pare parecchio Parigi, perché sembra sia il plagio di un cortometraggio di Antonio Grosso prodotto da Raoul Bova. La cosa peggiore è che il regista fiorentino cerca di arrampicarsi sugli specchi per giustificarsi con le Iene, come ad ammettere di aver rubato l’idea. Stando a quanto mostrato in diretta, in effetti le coincidenze sono davvero troppe. Per i plagisti, sarebbero "due idee di partenza simili ma che si sviluppano in modo differente". Sarà il tribunale a chiarire la situazione, anche visto che il regista aveva chiesto ad Antonio Grosso di scrivere insieme un nuovo film, ma proponendogli di diffondere prima un comunicato congiunto volto a confermare che il suo film non è un plagio di Come se fosse Parigi, uscito 3 anni fa. Non è certo un bel modo, né tantomeno onesto, di iniziare una collaborazione…

Il quarto flop lo diamo all’A.I.A perché prima invita gli arbitri a farsi avanti se hanno delle prove e poi non autorizza le interviste. Questa volta il servizio riguarda le classifiche truccate degli arbitri, con voti che spesso non rispecchiano la realtà. Ciò è chiaro nel pezzo di Filippo Roma, dove si prendono in esame le risposte degli arbitri di serie A Niccolò Baroni e Daniele Minelli. Nonostante Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, dica a Filippo Roma che non hanno nulla contro le denunce se motivate, Baroni e Minelli dichiarano di non aver mai ricevuto l’autorizzazione a rilasciare interviste e quindi di non poter accontentare le Iene perché sono associati. Le parole dei diretti interessati confermano che l’ipocrisia continua a dilagare nel settore (ci riferiamo all’AIA) e che c’è un’evidente mancanza di interesse a portare un reale cambiamento nel sistema. Nel frattempo Andrea Abodi, Ministro per lo sport, dichiara che parlerà con il Presidente dell’A.I.A. e chiede all’arbitro anonimo di farsi vedere in faccia (sì, come no…). Chissà come si evolverà la situazione, se qualcosa cambierà. A noi questa storia continua a non convincere: vengono dette tante cose, molte persone parleranno con altre, ma qual è la verità? Qualcuno farà davvero qualcosa? Arriveremo a mettere un punto definitivo?


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