Laura Pausini non canta Bella Ciao, scoppia la polemica in Spagna

La cantante si è rifiutata di cantare l’inno antifascista, scioccando il programma “El Hormiguero” e l’intera tv spagnola: la condanna anche di alcuni politici

Laura Pausini
Fonte: screenshot

Correvano gli anni Cinquanta quando "Bella Ciao", il canto popolare italiano della Resistenza partigiana (ma dalle origini difficili da ricostruire), conobbe un’espansione e una popolarità senza precedenti. Il generico "invasore" cantato, senza riferimenti, favorì la diffusione internazionale di questo canto, che divenne ben presto il vero e proprio inno della lotta al fascismo in tutto il mondo.

Ecco perché quando Laura Pausini – ospite del talk spagnolo El Hormiguero – si è rifiutata di cantare "Bella Ciao" ha scioccato l’intero studio. Non solo, l’episodio ha scatenato una polemica che ha varcato il mondo della tv, con dure parole di condanna anche da parte di alcuni politici spagnoli. Scopriamo nel dettaglio cos’è successo.

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Laura Pausini non canta l’antifascismo

"È una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche."

Con queste parole Laura Pausini, durante il gioco "Fulgor" nel corso della trasmissione El Hormiguero si è rifiutata di cantare "Bella Ciao". Secondo le regole del gameshow, la cantante doveva infatti intonare – insieme ai colleghi coach de La Voz Luis Fonsi, Antonio Orozco e Pablo López – una canzone con al suo interno la parola "corazòn". Dopo aver provato con "Cuore matto" di Little Tony, grande successo italiano ma sconosciuto in Spagna, il conduttore Pablo Motos ha suggerito di cantare "Bella Ciao", coinvolgendo tutti i presenti ma beccandosi un secco "no" da parte di Laura Pausini.

Dopo un momento di shock in studio (soprattutto per il rifiuto così perentorio e categorico), la trasmissione è proseguita, ma l’episodio non è certo passato inosservato. Sul web la polemica è scoppiata quasi subito, con tantissimi utenti ad accusare Laura Pausini di non voler cantare l’antifascismo, di non credere nella lotta a uno dei movimenti più pericolosi della storia o comunque di non conoscere la storia di un importantissimo canto popolare.

Addirittura due politici iberici si sono aggiunti alla pioggia di critiche: Adriana Lastra, deputata socialista spagnola, ha attaccato la cantante su Twitter ("Rifiutarsi di cantare una canzone antifascista dice molto della signora Pausini, e niente di positivo") così come Ibán García, deputato del Parlamento Europeo, che non ha fatto sconti di alcun tipo ("Né con i democtratici, né con i nazisti. Uguale.").


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