'L'altra Italia', il debutto di Antonino Monteleone spacca i social: "Che delusione"

Nella puntata del 3 ottobre vengono affrontati argomenti importanti e complessi, alcuni dei quali accendono gli animi degli utenti sul web: cosa è successo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

L’ex inviato de Le Iene Antonino Monteleone ha debuttato in prima serata su Rai 2 con un nuovo talk intitolato L’altra Italia, un programma dove sono state affrontate diverse tematiche molto attuali e importanti, come le guerre in Medio Oriente tramite la messa in onda di due reportage che mostrano altrettanti punti di vista differenti: nel primo Monteleone in persona si trovava in Israele, vicino al confine con il Libano, e ha presentato i rifugi costruiti per proteggersi dall’attacco nemico, tra le altre cose; nel secondo caso la telecamera si è spostata in Palestina, mostrando un’altra realtà. Nel frattempo sui social non sono mancate le polemiche a causa dell’analisi conclusiva del conduttore, considerata un po’ troppo sbilanciata. Vediamo insieme cosa è accaduto giovedì 3 ottobre 2024 sul canale Rai.

L’altra Italia, puntata 3 ottobre 2024: cosa è successo

Nella prima puntata del talk di attualità, politica e costume Antonino Monteleone ha puntato sul conflitto in Medio Oriente con uno speciale focus sul 7 ottobre 2023, giorno in cui Hamas ha attaccato Israele. Monteleone ha poi fatto una lunga analisi sull’accaduto, evidenziando quelli che, secondo il giornalista, sarebbero gli impatti di tali eventi sullo scenario globale.

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"È stato il più grande massacro di ebrei dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, questo è quello che hanno vissuto centinaia di famiglie israeliane. Quella mattina i terroristi di Hamas hanno superato il confine di Israele con l’obiettivo di uccidere quanti più ebrei possibile per il solo fatto di essere ebrei, per poi passare alla profanazione dei loro corpi senza vita e gioire una volta rientrati a Gaza con alcuni cadaveri e oltre 250 ostaggi. È naturale provare disgusto e orrore per le conseguenze provocate sui civili palestinesi dalla risposta dell’esercito israeliano, ma penso che ci voglia un bel coraggio per addebitare questa conta dell’orrore alla sola reazione degli aggrediti. Non ci sono morti di serie A, né di serie B. In quest’anno di combattimenti senza sosta, e forse anche senza pietà, le piazze si sono riempite di gente comune, ma anche di artisti, intellettuali e opinionisti che chiedono un ‘cessate il fuoco a Gaza’. Non ha funzionato, l’unica cosa che lo ha fatto e potrebbe funzionare ancora è il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, una decisione che Hamas può prendere in qualsiasi momento. Sarebbe bello che artisti, intellettuali e opinionisti chiedessero anche questo insieme al ‘cessate il fuoco’. Qualcuno parla di genocidio, ma non è così. La guerra che si sta consumando è tra Hamas, che un genocidio lo vorrebbe fare eccome ma gli viene impedito, e l’esercito di Israele, che dispone di mezzi e tecnologie per farlo ma non lo fa. Le piazze urlanti dal fiume al mare non hanno liberato la Palestina, l’orrore del 7 ottobre non cancellerà Israele": queste le parole con cui Monteleone ha chiuso lo spazio dedicato al Medio Oriente e che hanno acceso la polemica sui social.

Le reazioni dei social

Come accennato, non sono mancate le reazioni sui social media in merito all’analisi finale di Monteleone: "Ho assistito a un altro orrore dopo quello di un anno fa", "Totalmente schierati senza contraddittorio", "Quando andrai a Gaza…… dai, un po’ di umanità", "No comment… che tristezza e che delusione", "Non si può sentire".


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