Jerry Calà a ruota libera: “Mara Venier gelosissima, io non all'altezza”

In una lunga intervista al Corriere l’attore di "Sapore di mare" e “Vacanze di Natale” si è aperto su carriera, amori e curiosi retroscena sul mondo dello spettacolo. Ecco cos’ha detto.  

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Amori, gelosie, e innocenti pazzie. La carriera di Jerry Calà è stata un ottovolante di emozioni al limite e grandissimi successi al botteghino. E a raccontare i più gustosi retroscena ci ha pensato proprio il diretto interessato, in una lunga e gustosa intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’attore e comico ha ripercorso con un pizzico di nostalgia gli anni dei primi film coi Vanzina, le serate brave con Renato Zero e Christian De Sica, e l’amore scoccato tra lui e Mara Venier, naufragato per il troppo lavoro e per la gelosia. Ecco in dettaglio cosa ha raccontato.

Jerry Calà, gli inizi senza un soldo e i primi successi

Jerry Calà è sempre stato un tornado. E come tale si è lasciato andare a un turbinio di confessioni e divertenti aneddoti sulla sua vita e sulla lunga carriera da attore. Nella recente intervista rilasciata al Corriere, Jerry è partito dagli inizi, quando a 12 anni si ritrovò catapultato da Milano alla piccola Verona. "Un mondo ovattato, provincia anni ‘60: grandi compagnie, feste, musica".

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E poi l’adolescenza, a inseguire ragazze e farsi bello. "Non mi accontentavo dell’utilitaria", spiega Jerry nostalgico, "volevo il macchinone per rimorchiare. Presi una Citroen DS Pallas azzurra, detta "ferro da stiro"…per fare il figo, il giorno dopo passai a prendere una ragazza che mi piaceva. Salì, misi in moto. Un sussulto. Poi il cofano si afflosciò sul selciato". Una gran figuraccia.

Intanto, i sogni di gloria si ingrandivano nella fervida, giovane immaginazione di Jerry Calà, finché non arrivarono i primi successi. Il boom a "Non Stop", accompagnato dalla nascita di una vera amicizia con l’allora emergente Carlo Verdone. "Diventammo amici", spiega il comico, "assisteva alle nostre prove in camerino. Poi ci faceva sentire il suo monologo. Già pratico di tormentoni, gli consigliai: ‘Un sacco bello funziona, ripetilo più spesso, fidati’". E in effetti funzionò.

Così, dopo gli esordi senza un quattrino, Jerry si trovò catapultato nella popolarità cinematografica. In "Sapore di Mare", però, dovette incassare un paio di ceffoni da Virna Lisi, perché lei schiaffi finti in scena non li sapeva proprio dare. "Che sberla", il ricordo di Calà, "era buona la prima, ma Carlo Vanzina ce la fece ripetere otto volte".

Tanti gli episodi buffi raccontati, dal tentativo (fallito) di sedurre una giovane Alba Parietti, alle amicizie nate sul set di "Vacanze di Natale". Erano "una banda di matti", secondo Jerry Calà, "la sera si faceva baldoria. Una notte mi addormentai in baita, ciucco, dopo aver bevuto la "coppa dell’amicizia", mix di grappe. Mi dimenticarono e rimasi lì". E il giorno dopo fu recuperato da un furioso Aurelio De Laurentiis.

L’amore con Mara Venier, l’infarto e l’incidente d’auto

Nella bella intervista al Corriere della Sera, c’è stato anche spazio per temi un po’ più seri, tra amori emomenti veramente traumatici. Su tutti, il legame nato tra Jerry e Mara Venier. I due, come racconta Calà, si sposarono a Las Vegas, in "una cappella a caso, non avevamo i testimoni, prendemmo due persone al volo dal casinò, una ballerina e un croupier, festeggiammo con una pizza a forma di torta o una torta a forma di pizza, non ricordo".

L’amore però naufragò. Entrambi lavoravano troppo, e Mara era estremamente gelosa. Durante una serata tra amici, ad esempio, Jerry rivela che "mentre Renato Zero cantava" lui parlava "fitto fitto con una tipa. Mara, fumantina e gelosa, mi rincorse per tutto il locale…Io a 32 anni ero un ca**one, non all’altezza".

Tra Mara Venier e Jerry è comunque rimasto un forte legame di amicizia, che ha attraversato anche momenti critici. Come l’incidente del 1994, quando l’auto del comico finì dritta nell’Adige, e lui rischio la vita. O come quando ebbe un infarto. Tutte "cose così ti ricordano che è importante la vita, non il resto. E ti ci attacchi ancora di più".


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