Denny Mendez: "Sono indignata per il razzismo in Italia"

L'ex Miss Italia, ora al timone di Pole Position su Sky e presto a teatro, si schiera sul caso Egonu. E dà un consiglio alle sue colleghe: "Attente alle parole"

Denny Mendez
Fonte: Ufficio Stampa Gargiulo&Polici Communication

"Sono molto onorata di essere stata confermata per il secondo anno. Poter intervistare i Ceo e le imprese mi permette di capire il reale ‘andazzo’ dell’economia". A parlare è Denny Mendez, al timone di Pole position, dal 18 ottobre su Sky, da dove ha uno sguardo privilegiato sul mondo delle imprese.

La conduttrice ci ha raccontato un po’ della sua vita, del suo percorso professionale, da quando, nel 1996, fu eletta Miss Italia. Attrice, modella e mamma, Mendez è una professionista attenta, che mentre fa la spola tra l’Italia e gli Stati Uniti, sta per realizzare parecchi sogni, pronti a uscire dal cassetto

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Ha appena finito con un film internazionale che uscirà a fine febbraio, Global Harmony, che parla dei diritti civili dei bambini, insieme a Maria Grazia Cucinotta, e presto sarà anche in teatro: "Una cosa a cui tengo molto". Ecco cosa ci ha raccontato.

Lei lavora tantissimo anche negli States: come è cresciuta la sua professionalità lì?

Sicuramente all’estero mi sono tolta dei sassolini dalle scarpe, riuscendo a fare cose che forse avrei fatto anche in Italia ma ci avrei messo più tempo. Lavorare negli Stati Uniti mi ha aiutato a essere più focalizzata sugli obiettivi e più determinata. Io lo sono già di mio eh, ma lavorare lì mi ha dato delle possibilità in più. Anche la grande rappresentazione delle comunità latina che c’è lì (essendo io italo-domenicana), mi è stata d’aiuto e mi ha permesso di avere tante opportunità, come la pubblicità Disney a cui ho preso parte.

L’esperienza più bella vissuta negli Stati Uniti?

Sono tante, ma ricordo che dovevo fare una pubblicità con un attore meraviglioso che è Gerard Butler. Io ero incinta e dovevo indossare un vestito tipo diva americana stile Hollywood: mentre lo stylist mi faceva notare che il pancino si intravedeva, Butler replicò che anche le dive possono essere bellissime incinta, sottolineando che la bellezza della donna sta anche in questo. Cosa ovviamente condivisa pure da me… mica siamo tutte come le pubblicità.

E in Italia?

Anche qui sono diverse, ma ricordo con piacere la mia vittoria a Miss Italia e gli schemi che questo ruppe. Poi, la cosa che apprezzo è che, nonostante gli anni, le persone mi vogliono bene. Per me è molto importante.

Ora è tornata alla guida di Pole Position per la seconda volta, oltretutto in un periodo molto complicato per l’economia, che aria tira tra gli imprenditori?

Dalle loro testimonianze mi sono resa conto che le aziende sono state capaci di leggere bene le nuove esigenze del mercato, investendo in nuovi settori come la digitalizzazione, e spesso (anche se non sempre) ottenendo un fatturato maggiore. Quindi sì, ci sono stati momenti di fermo, ma i risultati positivi hanno sorpreso anche me.

Lei intervista anche personaggi dell’imprenditoria internazionale, sente delle differenze tra l’Italia e l’estero?

È l’approccio che cambia, ogni Paese è diverso. In Italia si è più creativi, mentre all’estero si punta molto sul team. Qui ho notato che si riesce sempre a trovare una strategia attraverso la creatività, specialmente nelle aziende di famiglia: laddove non è arrivato un nonno o un padre, arriva il figlio. Mentre all’estero si delega di più a figure professionali. Una cosa che io osservo molto sono le quote rosa e l’inclusività che ha un’azienda, e su questo c’è ancora molto da lavorare in tutti i Paesi, anche se siamo sulla giusta strada.

Rifarebbe tutto da capo, o c’è qualche cosa che cambierebbe?

Non mi posso lamentare, credo che rifarei tutto. Ecco, forse viaggerei di più, anche se con mia figlia riesco a girare parecchio, quindi diciamo che sto recuperando.

Se dovesse fare una classifica della sua vita, cosa metterebbe al primo posto?

Sicuramente la capacità di rinnovarmi in continuazione, la forza di rialzarmi e la voglia di mettermi in gioco. Ho un’attitudine positiva verso la vita e ho molta fede, cosa che mi ha aiutato tanto…certamente non mi hanno aiutata gli uomini.

Paola Egonu, la campionessa della nazionale italiana di Pallavolo, vorrebbe abbandonare la squadra dopo essere stata offesa dall’ennesima persona che le ha chiesto se fosse italiana. L’atleta azzurra Zaynab Dosso è stata insultata per le strade di Roma con epiteti sessisti e razzisti, e Bruno Ondo Mengue, giocatore italiano di basket, è stato accolto in campo da cori razzisti durante una partita a Siena. Dopo la sua elezione a Miss Italia ci fu una bufera, cosa ne pensa oggi. Il razzismo esiste?

Sicuramente la situazione sociale che stiamo vivendo non aiuta e, anche se non me ne intendo di politica, quello che sta accadendo in Italia non giova affatto. Personalmente sostengo che ci sono così tanti episodi a personalità di spicco, ma anche a gente comune, non si può più parlare di ignoranza ma di razzismo. Io mi sento indignata e la situazione sta perdendo il controllo: quest’argomento non può finire a tarallucci e vino ma va affrontato seriamente. Bisogna trovare un modo valido per comunicare e andare in profondità, non parlarne tanto per dare il contentino o fare un finto buonismo, ma cercare veramente di capire il perché. Una sportiva deve essere di ispirazione, può e deve esserlo anche se di altre culture. Bisogna capire che esiste un cambiamento che, per quanto difficile da digerire, c’è ed è in atto, ed essere cittadini italiani oggi comporta anche questo.

Se dovesse ora dare un consiglio alle ragazze che si iscrivono al concorso?

Non sono molto brava nei consigli, anzi, se ne hanno loro da dare a me…. Io non mi sono mai messa sul piedistallo, quindi sono più propensa agli scambi. Sicuramente però, direi loro di stare molto attente a come usano le parole: al giorno d’oggi sono molto importanti, sia in positivo che in negativo, quindi per me non è tanto la parte estetica che conta, quanto i valori e le conseguenze che possono avere i messaggi che trasmettiamo. Se dovessi dare un consiglio sarebbe proprio questo: pensate a come contribuire a migliorare le cose con le vostre opinioni. Perché l’immagine conta, ma la personalità vale molto e tenere fede a questo è stata una cosa che mi ha aiutato tanto nel mio piccolo.

Il concorso di Miss Italia per due anni si è svolto sui social, ora forse potrebbe sbarcare con la finalissima su Rai2. Secondo lei la visibilità delle concorrenti è stata penalizzata?

Sì. Penso che allo spettatore italiano piaccia molto guardare lo show in tv, quindi forse ha penalizzato un po’ la visibilità delle ragazze, però il concorso andava svecchiato. Certamente è stato più immediato sui social, ma potrebbe ritornare a essere uno grande show, magari in chiave diversa.

In una sua intervista a Il Giornale lei parlava dell’immagine stereotipata della donna in TV. Come mai secondo lei ancora non si riesce a parlare di donne libere da preconcetti e vecchi ruoli?

Perché secondo me ci sono ancora delle donne che accettano questo tipo di caratterizzazione. Anche gli spazi che ci sono non sono sufficienti, e quelli che ci sono, sono stati conquistati in tanto tempo. C’è sempre bisogno di dimostrare qualcosa, (che pizza usare la parola dimostrare), ed è stancante in tutti i settori. Quando capita che ci sono delle donne che fanno la differenza vengono idealizzate, messe su un piedistallo, poi invece ci sono quelle che incarnano lo stereotipo: ecco a me piacerebbe che queste due donne si potessero incontrare e trovarsi a metà strada, lontane dalle estremizzazioni, che creano soltanto delle spaccature.

Parliamo di sogni nel cassetto: c’è un ruolo che vorrebbe interpretare un programma che vorrebbe condurre?

(Sorride, ndr) Ha presente le due donne di cui parlavamo prima? Ecco, non so se si ricorda Ciao Darwin, ma mi piacerebbe che i due estremi femminili potessero trovare in un format così un punto di incontro, magari sentendo anche il parere maschile, mi incuriosiscono le diversità, e vorrei trovare una ricchezza in questo. Non lo dico da possibile conduttrice, mi piacerebbe avere un ruolo autorale. C’è carenza di autori e io stessa mi ritrovo a rifiutare ruoli con cliché, ma non voglio rappresentare qualcosa in cui non mi rispecchio. Ecco, un corso da autore televisivo non mi dispiacerebbe.

Progetti futuri?

Per ora continuo con Pole Position e a gennaio inizierò le prove di uno spettacolo teatrale che debutterà a Bologna a febbraio 2023: Cose di ogni giorno, di David Norisco, per la regia di Francesco Branchetti. Tengo molto al teatro perché mi ha aperto nuovi mondi e nuove possibilità e sono molto contenta che dopo questi anni abbia iniziato a riprendersi. E poi c’è il mio corto, un mio progetto da regista che pian piano sto portando avanti, ma di cui non posso dirvi di più.

Di Mara Fratus


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