Il Paradiso delle Signore, Roberto Farnesi: "Umberto non si redime, i cattivi servono. Ma io posso essere più str**zo di lui”

Libero Magazine intervista l'interprete del cattivissimo Commendatore, tra i personaggi più amati della soap italiana di Rai Uno

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

"Succede veramente qualsiasi cosa in questa stagione, preparatevi perché partiamo subito a bomba e, per quello che finora so, sarà una stagione piena di sorprese". E’ entusiasta Roberto Farnesi, alias Umberto Guarnieri, parlando della nuova stagione de Il Paradiso delle Signore, la storica soap tutta italiana di Rai Uno che torna, dopo la pausa estiva, con nuove, appassionanti vicende, a partire da oggi lunedì 9 settembre.

Il personaggio di Farnesi, il commendator Guarnieri è uno dei veterani della serie ed è anche uno dei personaggi più "cattivi", ma a sentire il suo interprete, spesso la sua spietatezza si può spiegare (anche) il sentimento che prova ancora per il suo grande ex amore, la Contessa Adelaide, interpretata da Vanessa Gravina. In questa intervista a Libero Magazine abbiamo chiesto all’attore cosa possiamo aspettarci dal suo personaggio nella nuova stagione de Il Paradiso delle Signore e molto altro.

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La grande novità dell’inizio di stagione del Paradiso delle Signore è l’arrivo a Milano di Odile, la figlia della Contessa. Se la madre è certa, sul padre è fitto il mistero, in tanti hanno pensato che sia figlia di Guarnieri, è possibile?

"Chissà… lo so che su questa figlia della Contessa ogni tanto salta fuori qualcuno che dice che è anche figlia mia. Io non ne so niente, ma se dovessi scoprirlo più avanti ne sarei sicuramente contento: è bella e brava, quindi sarebbe una bella cosa. Ma io veramente non ne so nulla."

Tra il pubblico c’è chi vorrebbe rivedere insieme Umberto e Adelaide, che in fondo sono la coppia più longeva della serie, che ne pensi?

"Ci siamo lasciati, ripresi, lasciati, ri-ripresi. Definirla una coppia consolidata e un amore duraturo non è proprio esatto. Ora la Contessa sta con il giovane Barbieri, e io a questo proposito ci terrei a spezzare una lancia a favore di Umberto. Tutti che lo considerano feroce per quello che fa a Marcello, ma mettiamoci nei suoi panni: una donna che ha amato per tanto tempo, ora sta con un uomo così: bello, che ha almeno dieci anni meno, uno che da barista è diventato imprenditore e pure pregiudicato e lo preferisce a lui, voi come vi sentireste? E’ comprensibile che Umberto pensi che questo sia un marpione di cui non c’è da fidarsi. Quello che fa lo fa in un certo senso quasi per proteggere la ex.

Tu che sei un veterano de Il Paradiso delle Signore, che idea ti sei fatto, perché continua a piacere così tanto al pubblico?

Secondo me, molto pesa il fatto che è una serie ambientata in un momento veramente speciale della nostra storia recente, in cui si respirava la speranza a pieni polmoni, c’era molto scambio umano e si credeva in valori importanti. Poi anche il garbo con cui vengono rappresentate e raccontate le vicende dei protagonisti in questa serie, l’assenza di turpiloquio e di aggressività, penso piaccia al pubblico, è un elemento distintivo rispetto a quello che si vede in giro. Anche le storie d’amore sono raccontate senza esporre gratuitamente cose o situazioni, e questo forse fa sognare ancora di più il pubblico.

Il tuo Commendator Umberto Guarnieri, insieme a Tancredi, è il grande cattivo de Il Paradiso delle Signore, il pubblico lo vedrà mai in una luce diversa? Umberto avrà mai un’occasione di redenzione?

Intanto, diciamo che con Parenti nella serie siamo i più cattivi, ma ci divertiamo un sacco insieme, siamo un po’ il gatto e la volpe. Poi, povero Guarnieri, ma perché mai dovrebbe avere una redenzione? In tutte le storie c’è bisogno di un cattivo e poi guardiamo chi è Umberto: un banchiere, un uomo d’affari di altissimo livello che proprio per questo deve essere un po’ duro, un po’ cinico. L’odio per il povero Barbieri l’ho spiegato prima: se ci mettiamo nei suoi panni e guardiamo le cose dal suo punto di vista riusciamo a capire che è un atteggiamento, alla fine secondo me, abbastanza razionale. Poi i cattivi ci vogliono nei film, nelle serie tv, come ci sono nella vita. E sono personaggi veramente importanti, che spesso colpiscono il pubblico più dei buoni. Pensiamo a J.R. in Dallas, il pubblico si ricorda di lui più di tutti gli altri personaggi oppure pensiamo al cattivissimo Gordon Genko di Michael Douglas in Wall Street, tutti casi in cui i "cattivi" sono i personaggi più forti e carismatici. Io il cattivo l’ho fatto in molte serie e trovo che tirare fuori il lato oscuro, attorialmente sia molto stimolante.

Ma quanto ti riconosci in questo personaggio che ha dei lati così oscuri?

Il suo cinismo non mi appartiene, mi ci posso vedere in qualche modo come imprenditore, ovviamente ad altri livelli, perché io ho un ristorante che va avanti da dodici anni dove lavorano ventiquattro persone e per me è veramente un motivo di grande orgoglio. E dentro il ristorante posso essere anche più str*nzo di Guarnieri!

Con Guarnieri hai anche in comune l’essere padre di una figlia, questa è una cosa in cui ti rivedi o che ti è tornata utile per rappresentare il suo rapporto con Marta?

Se riuscissi a trasmettere le emozioni e i sentimenti che provo per mia figlia, sarei Al Pacino. Siamo proprio a un livello incredibile, non è quantificabile: io addirittura piango per lei, mi regala una serie pazzesca di emozioni, mi ricorda quando ero piccolo io, davanti a lei sono praticamente azzerato. Ce l’ho avuta tardi, ma davvero menomale che è arrivata.

Cinema e tv oggi vanno di pari passo, o c’è ancora un po’ di spocchia rispetto alle serie tv?

E’ una divisione che ormai non regge più, oggi tutti fanno cinema e serie tv, le più grandi star del mondo fanno serie tv, prima era impensabile, c’era una divisione molto più netta, anche dei pregiudizi, oggi non è più così. Gli attori sono attori, può essere diversa l’organizzazione del lavoro, per un film o per una lunga serie. Qui per esempio, siamo su un set che a livello produttivo fa scuola a livello europeo: noi produciamo quaranta minuti di girato al giorno, praticamente una follia, ma anche una cosa straordinaria.


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