Il Paradiso delle Signore, Danilo D'Agostino: "Essere Matteo Portelli mi ha aiutato, con lui ho sfogato il mio dolore”
Libero Magazine intervista Danilo D'Agostino, l'attore che interpreta il personaggio di Matteo Portelli nella serie di Rai 3.
Nella nuova stagione de Il Paradiso delle Signore, c’è un personaggio diviso tra il suo essere un bravo ragazzo innamorato e amorevole nei confronti della madre malata e il suo lato oscuro che lo fa scendere a compromessi e addirittura tradire la fiducia del fratellastro ritrovato. Stiamo parlando di Matteo Portelli, che ritroviamo nelle nuove puntate della serie del pomeriggio di Rai Uno sempre più tormentato e ombroso. Un carattere lontanissimo da quello reale dell’attore che lo interpreta, Danilo D’Agostino, che in questa intervista a Libero Magazine racconta di più del rapporto con il suo personaggio.
Danilo D’Agostino, partiamo dalla trama de Il Paradiso delle Signore, che vede Matteo Portelli diviso tra l’amore per una donna, Maria e quello per sua madre, ci saranno sviluppi su questo fronte nelle nuove puntate?
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Entra nel canale WhatsAppL’amore sia per mia madre che per Maria non svanirà mai. Matteo rimane a Milano proprio per stare vicino alla madre che lo ha cresciuto da sola e questo elemento è fondamentale per lo sviluppo della storia. Questo amore che lo fa decidere di rimanere in Italia, mentre Maria è a Parigi avrà delle conseguenze.
Matteo Portelli, rispetto alla lunga storia de Il Paradiso delle Signore, è un personaggio che è entrato abbastanza recentemente, anche se subito con un ruolo importante, visto che ha letteralmente sfasciato un matrimonio. Il pubblico però sta ancora scoprendo lati di un personaggio molto sfaccettato, per esempio il suo talento musicale, è vero che coincide con una tua passione?
Io ho studiato musica sin da piccolo: a 7 anni i miei mi hanno iscritto in una scuola poi da lì sono entrato in Conservatorio, ma quell’esperienza per come l’ho vissuta io in realtà non è stata positiva, anzi. Il Conservatorio mi ha fatto odiare la musica, me ne sono allontanato per diversi anni, poi ho ripreso per conto mio. E’ bello in questo momento rappresentare questa passione anche da parte attraverso il mio personaggio, in qualche scena al Paradiso delle Signore. Tra l’altro, quest’anno con la serie siamo nell’anno 1965, un periodo molto bello per lo sviluppo delle nuove tendenze musicali, ma già avevamo portato in tv un po’ del mio amore per il jazz, con qualche scena in caffetteria. Non sono comunque l’unico appassionato: sul set abbiamo formato una band con cui ci divertiamo a suonare davvero in giro per i locali. C’è Clara Danese che nella serie è Elvira, che fa la cantante, poi abbiamo coinvolto uno scenografo, un microfonista e un fonico: ci chiamiamo i Mad, che sta per "mercoledì alle 10", che è il momento della settimana in cui riusciamo a vederci per provare.
A parte la musica, che rapporto hai con Matteo Portelli? Del tuo personaggio abbiamo visto affiorare un lato oscuro, c’è qualcosa che nei suoi panni tu non avresti mai fatto?
Rubare la donna di qualcun altro, e soprattutto insistere così tanto, io non l’avrei fatto, non è il mio modo di agire. A me piace che le persone siano libere di scegliere, io mi sarei fatto avanti e poi avrei lasciato a Maria i suoi spazi. Matteo invece mi è sembrato molto pressante nei suoi confronti, e sinceramente non so oggi come sarebbe visto un atteggiamento del genere, un’insistenza così serrata.
Come hai lavorato, alla tua giovane età, su un personaggio di un’altra generazione, che vive un tempo ormai lontano al nostro?
Ho visto tantissimi documentari di quegli anni, ne ho trovati tanti e bellissimi che parlavano soprattutto del fenomeno delle migrazioni da sud a nord, e ci ho trovato esattamente quello che riportiamo sullo schermo ne Il Paradiso delle Signore: oltre alle storie e ai temi, i look, gli abiti, gli ambienti, il modo di parlare. Poi ho chiesto anche un po’ ai miei nonni come vivevano in quegli anni.
Dicevamo della complessità del tuo personaggio, quanto ti ci rivedi?
Non molto. Io sono una persona solare, scherzo dalla mattina alla sera, mi piace fare battute. Quest’anno ogni tanto questo lato è stato captato dagli sceneggiatori che, qua e là, hanno inserito un bagliore di ironia, ma per me è stato difficilissimo inserirlo nel personaggio di Matteo che, di base, non è assolutamente così. In quei momenti ho faticato a tenere a bada Danilo che rischiava di debordare con la sua solarità e oscurare Matteo. E’ stata una gran fatica trattenersi e non lasciarsi tanto andare perché Matteo è comunque un tenebroso.
Qualcosa di tuo ce l’hai messo in Matteo però?
E’ un tema un po’ delicato, ma devo dire che è successo in un momento particolare della mia vita. Ad agosto dell’anno scorso ho avuto una grande perdita, e nella sceneggiatura era un momento in cui Matteo era sofferente: in quel periodo di riprese quindi mi sono ritrovato a portare nel dramma di Matteo la mia reale sofferenza. E questa coincidenza particolare mi ha aiutato perché io di natura faccio fatica a trovare valvole di sfogo per le emozioni, non sono uno che riesce a piangere anche quando dovrebbe, quindi utilizzando quel dolore per Matteo mi ha aiutato ad affrontarlo.
Il tuo apporto con i tanti fan de Il Paradiso delle Signore invece, com’è?
Fantastico. Ti fanno sentire veramente amato. Il target che segue il Paradiso è un po’ diverso, quelli che mi arrivano sono soprattutto complimenti da "mamma", da "nonna": non ti chiedono solo la foto, vogliono sapere chi sei, ovviamente anche curiosità dal set, anticipazioni della trama. A volte qualcuno ha qualche difficoltà a scindere Danilo da Matteo Portelli: una volta una signora si mise a rimproverarmi per strada per come mi comportavo con Maria, nonostante io le ricordassi che sono Danilo, non Matteo, comunque è stato molto divertente.