Flop Il mercante in fiera, Pino Insegno sbotta: "Cattiverie. Do una mano a Raiduepercento"

In un’intervista a “Il Corriere della Sera” il conduttore del game show di Rai 2 ha difeso il suo lavoro e i risultati ottenuti. Attaccando chi dava per spacciata la trasmissione.

Il Mercante in Fiera è destinato a chiudere i battenti? In un recente articolo pubblicato su Il Corriere della Sera, il giornalista Fabrizio Roncone ha provato a rispondere a questa scomoda domanda, intervistando anche il conduttore del game show Pino Insegno. Due sono i punti cruciali messi in evidenza: una fascia oraria proibitiva, difficile da "rianimare", e un format ormai vecchio che lascia poco margine di manovra al conduttore. Quanto alle voci sulla chiusura del programma diffuse dal sito Dagospia, Insegno ci ha tenuto a sottolineare che si tratterebbe soltanto di infondate cattiverie. Ecco di seguito tutti i dettagli.

Lo sfogo di Pino Insegno su Il Mercante in Fiera

Sulle pagine de Il Corriere della Sera Fabrizio Roncone ha provato a fare il punto sul "periodo nero" che Il Mercante in Fiera sta attraversando. Il game show di Rai 2 supera a fatica il 2% di share, ma secondo il giornalista la colpa non va addossata al conduttore: Pino Insegno ce la sta mettendo davvero tutta per risollevare le sorti della sua "creatura". "Quelli che capiscono di televisione, te lo spiegano così", ha esordito Roncone, "non solo è un format vecchiotto (la prima volta andò in onda nel 2006, su Italia 1), soprattutto è un game show. Tecnicamente: viaggia su binari precisi. Domanda, risposta, domanda. Il conduttore ha poco spazio per aggiungere qualcosa".

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Insomma, prosegue Roncone, "dovrebbe essere un lavoro pulito. Ma Pino esce con la camicia sudata. L’aria piacionesca in camerino diventa una maschera triste". E poi aggiunge: "Nello struggente tentativo di inchiodare qualcuno davanti allo schermo, prova a metterci qualcosa di suo, rovista in tutto il mestiere che ha, e ne ha: la gente, però, lo vede, lo ascolta in un miscuglio di efferata euforia e sarcasmo da avanspettacolo, e cambia canale". Pino Insegno fa del suo meglio, ma con le carte che ha in mano non può certo compiere miracoli. Raggiunto al telefono dal giornalista del Corriere, è lui stesso a spiegare il perché.

"Ho 64 anni: e nessuno dice che ne ho 40 di carriera sulle spalle e che sono commendatore della Repubblica per meriti sociali", si sfoga il conduttore. Poi va al punto: "Mi hanno chiesto di dare una mano a una rete chiamata Raiduepercento. Perché è quella la media di quella fascia oraria. L’idea era di rianimare un po’ lo slot, di far capire all’abbonato che non passano solo vecchi telefilm quattro volte di seguito". E secondo Pino Insegno i risultati non sono così disastrosi come può sembrare. "Mi fanno partire all’1,2%, poi devo scalare", spiega a Roncone, "facciamo la media del 2,4%. Non è tanto? Okay, ma non è nemmeno poco. E segnalo che siamo solo alla ventesima puntata". Quanto alle voci sulla chiusura del programma, Insegno ha le idee molto chiare e non si nasconde: "Guardi, è una cattiveria che ha scritto Dagospia".

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