Grande Fratello, parla il regista: bordate a raffica e un retroscena sulle dinamiche
Alessio Pollacci, da anni alla regia del reality Mediaset, si è scagliato contro i blog e i social che criticano il suo lavoro. Ma il suo sfogo svela diverse fragilità.
Lo storico regista del Grande Fratello non le manda a dire. Alessio Pollacci, ospite del podcast "Il Salotto", ha rifilato una serie di bordate a chi si permette di criticare il ‘suo’ reality su blog e social. Secondo Pollacci, la maggior parte dei critici non possiederebbe una reale conoscenza delle dinamiche e del lavoro che avviene dietro le quinte. Quindi, in soldoni, farebbe meglio a non esprimere la propria opinione a riguardo. Certo è che le critiche hanno sempre fatto parte del gioco, e l’uscita di Pollacci parrebbe nascondere (neanche troppo bene) molte fragilità dell’attuale edizione del Grande Fratello. Vediamo qui sotto i dettagli.
Grande Fratello, le ‘bordate’ del regista Alessio Pollacci
Alessio Pollacci, che di professione fa il regista ed è abituato a starsene dietro le quinte, ha improvvisamente deciso di uscire allo scoperto. In una recente ospitata nel podcast "Il Salotto", Pollacci ha affrontato alcune tematiche legate al suo lavoro per il Grande Fratello, finendo per sollevare nuove polemiche come già era accaduto a marzo in occasione della vittoria di Perla Vatiero. "Mi vorrei togliere un sassolino", ha detto il regista, "così mi faccio odiare finalmente da qualcuno. La critica televisiva è facile, come criticare la Nazionale o qualsiasi cosa a portata di mano. Chi critica il Grande Fratello, però, spesso, non conosce cosa c’è dietro al lavoro e questa cosa mi manda in bestia".
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Entra nel canale WhatsAppPoi ha continuato, ancora più agguerrito: "Facciamo un paragone col calcio: se un calciatore non si è allenato per tutta la settimana e l’allenatore lo fa giocare solo gli ultimi venti minuti, il pubblico dice che l’allenatore non ha capito un ca**o, non sapendo però che il giocatore non si è allenato. In televisione è un po’ la stessa cosa. Chi non conosce le dinamiche e lo critica spesso lo fa senza sapere cosa sta criticando e questa cosa mi manda in bestia". Pollacci non fa nomi e non punta direttamente il dito. Ma da quello che dice, la colpa non sarebbe da imputare a singole persone. Piuttosto a una sorta di ‘sistema’, nato con l’avvento "dei social e dei blog che parlano di televisione", e alimentato da chi si serve in modo sbagliato di questi mezzi.
"Ho smesso di leggerli", ha spiegato Pollacci in riferimento a questi fantomatici siti, "ma non perché ho paura delle critiche sul mio lavoro perché spesso neanche sanno cosa faccio di lavoro a livello tecnico. Si parla sempre e solo di contenuti. Quando vanno a infilarsi in ‘eh ma quella cosa lì non funziona in quel modo’ no, non sai di che parli. Se chiami qualcosa in un modo e si chiama in un altro modo, non sai di cosa parli. Questo comporta tutta una serie di rotture di c…". Da che mondo è mondo, però, anche prima dell’avvento dei social, le critiche ai programmi tv sono sempre esistite. E lo sfogo di Alessio Pollacci sembra nascondere tutte le fragilità di un format che da anni fatica a coinvolgere il pubblico. Forse, un minimo di ‘mea culpa’ sarebbe stato necessario.