Giletti sul ritorno in Rai: “Solo se ci sono le condizioni”

Intervistato da Simona Ventura, l’ex conduttore di Non è l’Arena torna sull’addio a La7 e sulle voci di un possibile ritorno nella tv di Stato: “Sono nato lì”

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Massimo Giletti non può parlare, ma non esclude niente. Intervistato da Simona Ventura nel salotto de "La terrazza della dolce vita", nella cornice del giardino del Grand Hotel di Rimini, l’ormai ex conduttore di Non è l’Arena è tornato a raccontare del suo chiacchieratissimo addio a La7 e a rispondere alle voci che lo vorrebbero vicino a un ritorno in Rai. Il giornalista potrebbe infatti "tornare a casa", nella tv di Stato, di cui è stato uno dei volti più popolari con il suo L’Arena fino al 2017, anno della soppressione del programma e dell’addio alla rete pubblica dopo quasi trent’anni di collaborazione. Scopriamo cosa ha detto.

Massimo Giletti e la chiusura di Non è l’Arena

Massimo Giletti parla di una "scelta difficilissima", in riferimento all’addio a La7. Incalzato da Simona Ventura a "La terrazza della dolce vita", l’ex conduttore di Non è l’Arena ha spiegato di essere ancora sotto contratto con la rete di Urbano Cairo e di non potere dunque raccontare tutto quello che è successo, almeno per il momento: "Sono ancora sotto contratto con La7, quindi non posso parlare (…) Non parlo anche perché ho fatto una scelta difficilissima (…) Verrà il giorno in cui deciderò di parlare. Non sarà domani: domani tecnicamente potrei parlare, ma non è quello. Serve un momento in cui la tua anima abbia cucito le ferite".

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Parlando della chiusura di Non è l’Arena, Giletti ha spiegato che il giornalismo d’inchiesta richiede sempre enormi sacrifici e battaglie ("Chi fa le inchieste fa molta fatica a farle senza creare pressioni e andare sotto pressione. Andare in onda sapendo di avere documenti delicatissimi, devi avere le spalle larghissime"), ma non per questo si può parlare di "sconfitta" quando il giornalista si chiama fuori da determinate, complicate, dinamiche: "Io non sono stato sconfitto perché sono stato chiuso, quella è una scelta che l’editore può fare. Io non ho abdicato alla mia dignità, quindi io sono vincente (…) Sono passato attraverso epurazioni forzate, lotte durissime per andare in onda e parlare di certi temi".

Il ritorno in Rai

Proprio riferendosi al passato, alle "epurazioni forzate" che lo portarono a lasciare la Rai nella stagione 2016-17 dopo quasi trent’anni ("L’ho sempre detto anche quando decisi di lasciare la Rai quando mi proposero di fare il varietà al posto delle inchieste"), Massimo Giletti non ha escluso un ritorno nella tv di Stato, una sorta di casa madre ("Se mi piacerebbe tornare in Rai? Io sono nato lì, sono arrivato che avevo 27 anni, oggi ne ho 61. È un amore profondo") ma solo a determinate condizioni: "Devi tornare solo se ci sono le condizioni. Intanto se ti vogliono. Perché non è detto. Poi per uno come me che è arrivato a 61 anni con un certo tipo di attività: deve esserci quel tipo di attività, perché se no è meglio non deludere le aspettative delle persone che hanno in te e nel tuo lavoro in questi anni".


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