Giletti torna su Rai 3 (ed è una furia): "Ferito da Cairo e abbandonato da tutti". Ma 'salva' la Fagnani, perché
Domani il conduttore guida l’inchiesta su Ustica in prima serata: il ritorno in Rai, l’addio a La7 e le vicende giudiziarie fino agli arresti di Baiardo
Massimo Giletti torna su Rai 3. Il ritorno in Rai dell’ex conduttore di Non è L’Arena si è concretizzato lo scorso febbraio in occasione dello speciale La Tv fa 70 per celebrare i 70 anni della televisione italiana, ma domani il giornalista tornerà a "fare sul serio" e ripartirà con le inchieste che lo hanno reso celebre. In prima serata su Rai 3, infatti, andrà in onda Ustica: una breccia nel muro, uno speciale sulla strage che il 27 giugno del 1980 costò la vita a 81 passeggeri (di cui 13 bambini) e un incidente aereo per molti versi ancora avvolto nel mistero, forse un abbattimento da parte di un missile francese. In occasione di questo suo ritorno su Rai 3 – dove, a partire da settembre, tornerà regolarmente nel palinsesto del lunedì per evitare la concorrenza più ingombrante – Massimo Giletti si è raccontato a 360 gradi in un’intervista a La Verità. Scopriamo cosa ha detto.
Massimo Giletti e il ritorno su Rai 3
Dopo una trattativa lunga e chiacchierata, Massimo Giletti è tornato in Rai e dalla prossima stagione debutterà al timone di un nuovo talk show nello slot del lunedì sera di Rai 3. E proprio sulla terza rete, domani martedì 25 giugno, il giornalista andrà in onda con lo speciale Ustica: "Sono tornato a fare un’inchiesta, ed è il mio modo di vivere la televisione" ha ammesso il conduttore in una lunga intervista La Verità. Nel corso della chiacchierata Giletti ha fatto riferimento al nuovo programma ("Quando lo vedremo in onda sarà ufficiale") ed è tornato a parlare anche delle vicende giudiziarie a cui ha dovuto fare fronte fino alla conferma degli arresti domiciliari di Salvatore Baiardo per calunnia ai suoi danni dopo la presunta foto di Berlusconi con il boss Giuseppe Graviano: "Su questa vicenda ho parlato il meno possibile in due anni e ho lasciato fare il loro lavoro ai giudici. L’unica cosa che citerò è l’intercettazione della Direzione investigativa antimafia di una telefonata del dottor Marcello Dell’Utri all’ufficio legale di Mediaset. Diceva che il mio programma avrebbe potuto influenzare il lavoro della magistratura in vista del processo. Ci definiva delinquenti. Basta questo per dimostrare quanto fossi ritenuto scomodo. Il resto sono chiacchiere".
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Entra nel canale WhatsAppL’addio a La7 e i rapporti con Urbano Cairo
Il ritorno in Rai di Giletti si è concretizzato proprio al termine di anni difficilissimi per il giornalista, sottoposto anche a intercettazioni telefoniche nel corso delle indagini. "Vivo sotto scorta da anni, e so che al telefono può sempre succedere qualcosa (…) Occorre essere forti. Certo, se spariscono tutti… la sofferenza c’è" ha ammesso il giornalista concedendosi una frecciata dopo essersi sentito "abbandonato", ma anche riconoscendo chi c’è sempre stato: "Non dimenticherò mai Michele Santoro che da Lilli Gruber su La7 disse che era inutile parlare di libertà di stampa in Russia mentre chiudevano Non è l’Arena senza apparente motivazione. E non dimentico l’articolo scritto da Francesca Fagnani per sostenermi". E proprio con la chiusura di Non è l’Arena, infine, è arrivato l’addio a La7 e la definitiva rottura con il patron della rete: "Urbano Cairo mi ha ferito perché pensavo avessimo un rapporto fraterno. Nel mio cuore, avevo una visione molto positiva di lui, e in realtà quella resta. Un giorno spero mi vorrà dire la verità".