È morto Gianni Minà, il giornalista che intervistò i grandi del XX secolo
Addio a un maestro del giornalismo italiano: aveva 84 anni. È scomparso questa sera dopo una breve malattia cardiaca
Il mondo del giornalismo italiano è in lutto. Lunedì 27 marzo è morto Gianni Minà, un grande maestro della professione, celebre per le sue interviste iconiche ai più grandi personaggi del XX secolo. Aveva 84 anni. La scomparsa del giornalista è stata annunciata in serata dalla sua pagina Facebook ufficiale:
"Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità"
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Morto Gianni Minà, un mito del giornalismo
Nato a Torino, il 17 maggio del 1938, Gianni Minà è stato un cronista e conduttore televisivo di enorme successo, ma anche autore di libri, editore e regista di diversi film-documentari dedicati ai grandi personaggi del ‘900, a cui spesso era legato da un rapporto di sincera amicizia. Minà ha raccontato i principali miti del mondo dello sport, come Muhammad Ali (fu l’unico in Italia a intervistarlo), Diego Armando Maradona (per il quale nutriva una passione speciale), Michel Platini e Pietro Mennea. Iconici anche i suoi lavori su Che Guevara e Fidel Castro, chiara testimonianza della sua predilezione per Cuba e l’America Latina in generale.
L’elenco di programmi televisivi a cui ha partecipato è lunghissimo, in una parabola mediatica iniziata negli anni ’60 e durata oltre mezzo secolo: da "L’altra domenica" con Renzo Arbore a "Blitz", ma anche "Tv7", "Dribbling", "Mixer", "Odeon", fino a "Facce piene di pugni", il programma realizzato per la Rai dedicato alla boxe, la sua grande passione.
Gianni Minà ha anche firmato tantissimi libri (l’ultimo dei quali – l’autobiografico "Storia di un boxeur latino" – pubblicato nel 2023), ed ha ricevuto diversi premi prestigiosi, tra cui quello al miglior giornalista televisivo (che gli fu consegnato nel 1981 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini), oltre al Premio Flaiano e al Premio Vittorini per il giornalismo televisivo (entrambi vinti nel 2004).
La sua morte, arrivata al termine di una rapida malattia cardiaca di cui pochi erano a conoscenza, priva l’Italia di uno dei più grandi giornalisti del XX secolo. Ma soprattutto va via un personaggio iconico, poliedrico, speciale, che ha raccontato il mondo dello sport e, più in generale, la sua epoca e i grandi personaggi che l’hanno caratterizzata, come nessun altro è riuscito a fare.