Francesco Arca, chi era il padre Silvano. La morte tragica e la richiesta dell’attore: “Voglio la verità”

Nel Best of di Verissimo sarà mandata in onda l'intervista in cui l'attore ed ex tronista di Uomini e Donne ricorda la scomparsa dell'uomo: cosa sappiamo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nel Best of di Verissimo, in onda oggi, sabato 1 giugno, alle 16:15 su Canale 5, avremo modo di rivedere l’intervista di Silvia Toffanin a Francesco Arca, dove l’attore ha affrontato anche la scomparsa del padre Silvano, militare morto in circostanze mai chiarite. Vediamo insieme cosa è successo all’uomo e la richiesta dell’attore.

Francesco Arca, chi era il padre Silvano

Silvano Arca, il padre di Francesco, era un paracadutista militare: l’attore ne parla nel libro da lui scritto e dal titolo Basta che torni, dove espone tutti i suoi dubbi in merito alla sua scomparsa e raccontato così ai microfoni di Vanity Fair: "Scrivere per me è stato terapeutico. Stavo cominciando a perdere la memoria di mio padre. Un giorno mi sono reso conto che non ricordavo più la sua voce, il suo profumo di pelle e dopobarba che mi ha sempre fatto impazzire. Volevo imprimere una traccia di lui su di me, e così ho iniziato a buttare giù i pensieri. ‘Basta che torni’ parla di lui, che se n’è andato troppo presto, e in circostanze fumose".

Nella puntata di Verissimo del 23 marzo 2024 l’attore ha parlato anche del dolore per la morte dell’uomo, avvenuta durante una battuta di caccia: "C’è stato un presunto incidente a caccia ma papà non è mai tornato, era il 23 dicembre del 1995. In quella vicenda ci sono molti ‘se’. Raccontarli mi ha fatto bene, anche se è stato faticoso. Scrivevo una riga e piangevo per un’ora. E siccome non volevo che i miei bambini mi vedessero, mi mettevo al computer di notte, mentre loro dormivano. I primi tre mesi sono stati tosti: persino nel ripercorrere i momenti belli, mi assaliva la tristezza".

"Abbiamo fatto delle indagini per capire ma a livello personale, anche se non ho le basi di legge, dico che qualcosa è andato storto e non l’hanno raccontato. Non hanno raccontato una versione vicino alla verità perché c’erano tantissime incongruenze, venute fuori nel corso dei giorni successivi e negli anni a seguire. Il caso prima venne chiuso e poi, grazie a mia madre (e all’appoggio di amici e colleghi di mio padre), riaperto. In seguito venne di nuovo chiuso. Te ne fai una ragione. È stato un omicidio colposo. Sarei pronto a perdonare in cambio della verità", dichiara poi Francesco Arca nell’intervista rilasciata alla Toffanin.

Le orme del papà

Nel corso di Verissimo, Francesco Arca ha svelato un ricordo felice vissuto con suo padre: "Quando è tornato dalla missione in Iraq. Siamo negli anni ’90, in piena Guerra del Golfo. Non c’erano smartphone: con lui comunicavamo una volta ogni due settimane tramite lettera o telefonata dal campo. Ogni giorno guardavamo il telegiornale di Mentana con ansia: speravamo di non sentire il nome di papà tra i caduti. Quando è rientrato in Italia sono andato a prenderlo in aeroporto. Porca miseria, com’ero felice! L’ho visto, gli sono corso incontro, l’ho abbracciato e baciato sulla bocca. È stato un bacio d’amore, che mi porterò dentro per sempre". E ha raccontato come si comportava in famiglia Silvano per poi concentrarsi sul proprio rapporto con i figli: "Mio padre era dolce in famiglia, duro sul lavoro. Adorava noi figli, ma ci dedicava poco tempo. Mi mancava anche quando era in vita. Io con i miei figli voglio passare più tempo possibile". Scopriamo, inoltre, che Arca voleva seguire le orme del padre: "Sognavo una carriera nell’esercito come mio papà. Quando lui è venuto a mancare, pensavo che seguire le sue orme fosse il modo migliore per tenerlo sempre come me. Speravo di potermi guardare allo specchio, con la divisa e il basco rosso, e vedere lui. Avevo fatto anche le selezioni, ero stato preso all’Accademia di Modena. Ma, per un problema famigliare, sono dovuto rientrare a Siena e mi sono iscritto all’Università, Scienze politiche".


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