Fiorello, il silenzio sul Festival e quell’assenza che pesa tantissimo (nonostante i record)
Il mattatore delle scorse edizioni non ha commentato in alcun modo gli eventi di questo Sanremo. A mancare è la sua ironia e genialità, nonostante gli ottimi numeri.
Il Festival di Sanremo va avanti spedito. Eppure è come se mancasse qualcosa. Tipo un colpo di genio, o una trovata assurda. O invitare un’ospite internazionale solo per farlo danzare al ritmo del Qua Qua Qua. Insomma possiamo dire che si sente tanto – nonostante i record e l’impeccabilità di Conti e compagni – quel bisogno inspiegabile di uno come Fiorello. Anzi, proprio di Fiorello. Negli anni di Amadeus il comico è stato il mattatore indiscusso della kermesse. Dettava l’agenda e si inventava i tormentoni più incredibili. Mentre adesso non solo non c’è, ma resta anche in silenzio e non commenta. Manco un’incursione da lontano, per suscitare qualche polemica e riaccendere finalmente il ‘Festival della normalità’. Vediamo qui sotto i dettagli.
Fiorello, l’assenza al Festival e il silenzio (pesantissimo)
C’era una volta il Sanremo di Fiorello. È durato qualche anno, tanto quanto il matrimonio perfetto tra Amadeus e la Rai. Poi con il conduttore, di colpo, se n’è andata anche la spalla (che pure resta una definizione riduttiva, per lui). E insomma oggi ci ritroviamo con un Sanremo 2025 che fila, con Carlo Conti che rispetta alla perfezione la scaletta. E nel Dopofestival Alessandro Cattelan, professionale come un presentatore svizzero. Ma la sensazione, lo dicevamo all’inizio, è che manchi un po’ quel ‘quid’.
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Entra nel canale WhatsAppQuell’impasto di leggerezza, ironia, sfacciataggine, follia. In sintesi quel Fiorello in più. Le spalle di Carlo Conti sono come lui: brave ma non ‘deliranti’. Nel senso etimologico del termine, cioè che non escono mai dal seminato. Solo ieri sera, per qualche minuto, si è intravisto un ‘Fiorello-moment’ quando è salito sul palco Nino Frassica. La sua comicità dell’assurdo si avvicinava a quello che manca, il ciuffo alla Malgioglio e le battute nonsense erano vicine a quello che serve. O quasi.
Perché c’è anche un altro fatto, da non sottovalutare. Le trovate di Fiorello non solo creavano hype online, ma erano pane per le notizie e le discussioni del giorno dopo. Chi non ricorda la polemica sul povero John Travolta, chiamato a Sanremo per fare la figura del papero accanto a Rosario? E poi l’energia, quella confusione creativa costruita in anni di "Viva Rai2!". Quel ‘gigioneggiare’ trattando tutti allo stesso modo, dalla star della musica all’innocuo passante ligure. Spiace insomma che Fiorello sia sparito nel nulla. Poteva almeno regalarci qualche commento a caldo sui social. O una diretta-fiume mentre Conti fa le due di notte. Ma come si dice, questo passa il convento. Però non confondiamoci: il successo di un Festival non è soltanto share e scalette.