Federica Pellegrini e la confessione choc sulla bulimia: "Dovevo vomitare per stare meglio"

Nella sua autobiografia "Oro" la nuotatrice ammette di aver sofferto di bulimia da ragazza: "Mi vedevo un mostro. Vomitare era come pulirsi la coscienza"

Federica Pellegrini e la confessione choc sulla bulimia: "Dovevo vomitare per stare meglio"
Fonte: Ufficio stampa Rai

L’ex campionessa di nuoto Federica Pellegrini ha concesso al quotidiano La Repubblica di riportare alcune parti della sua autobiografia "Oro": dalla bulimia al rapporto travagliato con il proprio corpo e con il cibo, l’ex stella del nuoto italiano – recentemente vista all’opera come concorrente di Pechino Express 2023 – ha voluto confessare tutti le difficoltà incontrante prima di riuscire finalmente ad arrivare ad apprezzare se stessa.

Federica Pellegrini e la bulimia: vomitare per sentirsi meglio

La campionessa olimpionica e mondiale Federica Pellegrini si confessa nel libro autobiografico "Oro" e racconta dei problemi nell’accettare il proprio corpo. Tutto inizia ai Mondiali di Montreal del 2005, quando l’atleta non riesce a centrare la vittoria e deve "accontentarsi" di un secondo posto che vale la medaglia d’argento. Durante un’intervista rilasciata in quella giornata storta, Federica Pellegrini scoppia in lacrime per non essere riuscita a esprimersi al meglio nella batteria finale. "Questa medaglia è da buttare", afferma, una frase che le fa piovere addosso aspre critiche. Quello, però, era un momento delicato per la nuotatrice: trasferitasi da poco a Milano, aveva iniziato a mangiare troppo. "Dopo cena andavo a vomitare. Lo facevo sempre, tutte le sere prima di andare a dormire. Il cibo ingurgitato durante la giornata mi faceva venire i sensi di colpa, mi vedevo un mostro" racconta Federica Pellegrini in un passaggio del suo libro. "Vomitare era un po’ come pulirsi la coscienza e metabolizzare il dolore. Non avevo idea che si chiamasse bulimia, per me vomitare era una soluzione, non il problema".

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Federica Pellegrini e il rapporto con il cibo

Nello stesso periodo un altro fatto ha minato il rapporto di Federica Pellegrini con il proprio fisico: allora, appena diciassettenne, era stata scelta per un set fotografico per la rivista SportWeek: "Mi vedevo come una povera ragazza brufolosa e grassa, truccata come una prostituta e mezza nuda. Non capivo perché, da atleta quale sono, mi avessero voluto trasformare in una femme fatale" racconta. "In quelle foto non mi piacevo, mi vedevo troppo formosa e quindi tornavo al punto di prima: devo vomitare tutto quello che mangio per stare meglio".

Il rapporto con il cibo, per Federica Pellegrini, è sempre stato legato al fatto di essere una sportiva di altissimo livello: "Per un atleta è normale ingozzarsi di bibitoni proteici o ricchi di carboidrati" si legge nell’autobiografia, dove racconta anche di aver sempre avuto poca fame negli anni successivi. "Intanto il mio corpo era diventato di pubblico dominio: l’obiettivo di un’atleta non è avere un copro in standard, non è la bellezza, bensì la potenza. Io fin da piccola ho sempre avuto le spalle larghe e robuste, che mi mettevano in imbarazzo quando dovevo vestirmi elegante" chiosa l’ex concorrente di Pechino Express.

Il superamento della dismorfia di Federica Pellegrini

Con il passare degli anni Federica Pellegrini è riuscita a trovare l’equilibrio: "Crescendo ho fatto pace con me stessa. Scelgo vestiti che esaltino le mie spalle, invece di farle sembrare un difetto. Ma in quegli anni difficili io mi vedevo un mostro. La dismorfia è una malattia che non ti permette di vederti per come sei realmente: allo specchio ti vedi come vuoi vederti, una immagine prodotta dal tuo inconscio e dalle tue ossessioni. Una proiezione della tua insicurezza".


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