Eurovision 2024, le pagelle: Angelina Mango fa fuoco e fiamme, il bluff Megara smascherato, Corsi solo al comando

I momenti migliori, e quelli da dimenticare, della semifinale di giovedì 9 maggio della kermesse musicale europea 2024: le pagelle

Sono stati sedici i paesi in gara nella seconda semifinale dell’Eurovision 2024, andata in onda su Rai Due giovedì 9 maggio e che si sono battuti per conquistare i dieci posti ancora disponibili per la finale in programma sabato 11 maggio. Apre Malta chiudono i Paesi Bassi, e nella seconda parte della serata, a sconvolgere la Malmo Arena arriva Angelina Mango che ci conferma, con una performance magnifica, che anche se è ancora una stella nascente può puntare davvero a conquistare il mondo. Ma durante la serata qualche rivale all’altezza della nostra Angelina, l’abbiamo individuato. Tra le tante cose accadute in questa seconda semifinale di musica e spettacolo, una nota non si può evitare sull’esibizione della cantante israeliana, Eden Golan. Le contestazioni, i fischi, i dubbi, la scelta di far partecipare Israele con tutto quello che si porta dietro inevitabilmente, tutto concorre a spezzare l’incantesimo della festa e riporta bruscamente alla feroce realtà, mentre questa cantante sul palco va avanti interpretando il suo brano.

A fine serata, il televoto riserva qualche sorpresa e i 10 paesi a qualificarsi per la finale di sabato sono: Lettonia, Austria, Pesi Bassi, Norvegia, Israele (tra applausi e fischi), Grecia, Estonia, Svizzera, Georgia, Armenia.

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Ma vediamo quali sono state le cose migliori e quelle che hanno convinto meno di questa seconda serata di Eurovision 2024 con le nostre pagelle.

Eurovision Song Contest 2024, i momenti top della semifinale di giovedì 9 maggio

Angelina Mango, voto: 9 – Come commenta Gabriele Corsi, speriamo di poterle cambiare il nome sabato, e che Angelina Mango si trasformi in Angelina Malmo. Questa ragazza giovanissima, che solo un anno fa vinceva il talent tv Amici, semplicemente si mangia il palco: ha una presenza scenica impressionante e una personalità maiuscola. E quando sul finale dell’esibizione arrivano le fiamme di scena è ormai tardi: lei ha già bruciato tutto. Si finisce con l’ovazione del pubblico dell’Arena che ha cantato la sua canzone dall’inizio alla fine e ha provato tante emozioni, ma non certo La Noia! E quello di oggi era solo un assaggio…

Gabriele Corsi, voto: 8 – Il conduttore che si trova in Svezia a commentare la kermesse, anche in questa seconda semifinale, si è sobbarcato tutto l’onere del commento. Anche se cerca più di una volta di coinvolgere Mara Maionchi, non riesce nell’intento e gli tocca, ancora, tirare avanti la carretta in solitudine. Lo fa però con entusiasmo, e porta a casa la serata più che bene, con la collega che si accende unicamente per commentare la performance di Angelina. Sicuramente la lontananza non aiuta, speriamo di avere un vero tandem di conduttori per il gran finale di sabato.

Nemo, voto: 8 – Dalla Svizzera con furore per cantare la sua The Code, Nemo cala sulla Malmo Arena portando colore, luce, talento e idee. E ora che l’abbiamo visto non stupisce che sia tra i favoriti. Canta la sua identità non binaria con una messinscena fantastica che racconta la fatica di riconoscersi: irriverente, teatrale, incantevole. Applausi.

Marina Satti, voto: 7 – Con Dadi per la Grecia, finalmente vediamo una esibizione che valorizza sonorità più mediterranee, ma reinterpretate in modo contemporaneo e nella propria, bellissima, lingua. Un po’ quello che vorremmo vedere di più all’Eurovision: radici diverse, rielaborate e riproposte in modo inedito. Brava.

Ladaniva, voto: 7 – Il gruppo che arriva dall’Armenia porta un brano perfetto per Eurovision, cantato nella loro lingua, con una melodia e un’estetica a cavallo tra tradizione e kitsch. Si divertono e aggiungono alla festa il loro sapore, facendo molto divertire anche il pubblico che apprezza di essere coinvolto nel coro del ritornello. La loro Jako non sarà la canzone indimenticabile di questa edizione, ma hanno fatto spettacolo e animato la festa.

5MIINUST x Puuluup, voto: 7 – Sono loro i campioni trash della serata di giovedì 9 maggio dell’Eurovision Song Contest. I rappresentanti dell’ Estonia, che cantano (nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi portano un testo che parla, secondo quel che scorre sul serpentone mentre i performer si agitano sul palco, di "un controllo della polizia nella casa di individui sospetti". Ma soprattutto mettono su una messinscena ricca e folle. E noi non smetteremo mai di ringraziare gli artisti che salgono sul palco per divertirsi e divertire.

Nebulossa, voto: 6,5 – Corsi li presenta come "una sorta di Jalisse di Spagna", e con la loro Zorra fanno cantare il pubblico, che pare molto apprezzare un brano che però sembra proprio risalire all’epoca della vittoria dei Jalisse a Sanremo (1997): orecchiabile, vivace, ma un po’ "passatello", anche se l’ironia e la presenza scenica c’è. Poi, il pubblico dell’Arena canta insieme ai Nebulossa a squarciagola, quindi hanno ragione loro.

I Flop della seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2024

Megara, voto: 4 – Ed ecco qui, il bluff Megara che si rivela. Ma quanto è strano sentire cantare San Marino in spagnolo, in una esibizione tutta chiasso e dissonanze? Un caos senza capo né coda condito da costumi, trucco e coreografia ancora più caotici. Fuori subito. Sinceramente, ci meritavamo Loredana Bertè.

Joost Klein, voto: 5,5 – Con il brano Europapa, che Mara Maionchi definisce, azzardando un approfondito giudizio tecnico, "carino", il rappresentante dei Paese Bassi fa cantare davvero tutta l’Arena. E questo ci conferma che il mondo è bello perché è vario. Si può dire di più del vagamente indulgente "carino"? Al primo ascolto, sinceramente, no.

Slimane, voto: 5 – Il rappresentante della Francia canta Mon Amour e noi tiriamo un sospiro di sollievo. Il voto infatti lo diamo alla canzone, non al cantante. Se Germania e Uk visti nella prima semifinale hanno brani e interpreti temibili, su quest’altra Big Five possiamo dormire sonni tranquilli. Una ballata morbidissima, un lamento senza picchi, che suona fuori tempo massimo. Senza nulla togliere alla bella voce del cantante che sarebbe stata forse più apprezzata con un brano diverso.

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