Eurovision, la prima serata: due grosse delusioni e il primo tormentone

Regia deludente e Mara Maionchi ancora in fase di rodaggio. Bene invece le superospiti, Alessandra Mele, Loreen e i Käärijä con il loro Cha cha cha

Mara Fratus

Mara Fratus

Giornalista

Nella mia vita non possono mancare, il silenzio, il mare e Il Libro dell'inquietudine sul comodino, insieme a un romanzo di Zafon.

La prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2023, in onda su Rai 2 martedì 9 maggio, è terminata. I Paesi in gara in questa prima fase erano 15 e in 10 si sono qualificati per accedere alla finalissima di sabato prossimo, che vi ricordiamo sarà trasmessa su Rai 1. Ai microfoni per l’Italia abbiamo Gabriele Corsi e Mara Maionchi, mentre per vedere il nostro Marco Mengoni dovremmo aspettare il 13, in quanto è uno dei concorrenti dei Big Five, ossia i 5 Stati (Francia, Germania, UK, Spagna, Italia) che hanno accesso diretto alla finale. Vediamo insieme cosa è successo in questa serata, chi sono i finalisti e cosa non ha funzionato.

Chi si è qualificato alla finale dell’Eurovision

Partiamo dicendo chi erano i 15 Paesi in gara in questa prima semifinale dell’Eurovision, ossia Norvegia, Malta, Serbia, Lettonia, Portogallo, Irlanda, Croazia, Svizzera, Israele, Moldavia, Svezia, Azerbaigian, Cechia, Paesi Bassi e Finlandia. In 10 hanno passato il televoto, tra cui due delle super favorite, ossia Loreen e Alessandra Mele. Ecco chi sono i finalisti:

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  1. Norvegia – Alessandra Mele, Queen of Kings (canta in Inglese)
  2. Serbia – Luke Black, Samo mi se spava (Inglese e serbo)
  3. Portogallo – Mimicat, Ai Coraçao (Portoghese)
  4. Croazia – Let 3, Mama šč! (Croato)
  5. Svizzera – Remo Forrer, Watergun (Inglese)
  6. Israele – Noa Kirel, Unicorn (Inglese ed ebraico)
  7. Moldavia – Pasha Parfeni, Soarele şi Luna (Rumeno)
  8. Svezia – Loreen, Tattoo (Inglese)
  9. Cechia – Vesna, My Sister’s Crown (Inglese, ceco, ucraino e bulgaro)
  10. Finlandia – Käärijä, Cha cha cha (Finlandese)

Salvano la serata Rebecca Ferguson, Alyosha e Rita Ora

Di certo il pubblico italiano non è abituato ai ritmi velocissimi dell’Eurovision (15 cantanti in meno di due ore), soprattutto se paragonati alle lunghe attese di Sanremo ma, frenesia a parte, la serata ha brillato solo in poche performance. Ad alzare l’asticella di certo sono state le esibizioni delle superospiti, ossia Rebecca Ferguson, artista anglosassone, e Alyosha, cantante ucraina, che si sono unite in un duetto sulle note di Ordinary World dei Duran Duran. Straordinaria anche Rita Ora con il suo medley, che ha fatto impazzire il pubblico, e bene anche la performance di una delle favorite, Loreen (Svezia). Non male anche Alessandra Mele, origini italiane ma in gara con la Novergia, e la Finlandia con il suo Cha cha cha che suona già come un perfetto tormentone estivo. Punto, infine, anche alla Croazia per un’esibizione in perfetto stile ESC.

Regia pessima all’Eurovision e Mara Maionchi un po’ trattenuta

Palco stupendo, bella scenografia ma regia assolutamente piatta: inquadrature poco angolate, riprese statiche e spesso, troppo spesso, non si vedeva bene l’intera esibizione con la presenza dei ballerini. Si sono salvate, forse, solo le performance degli ospiti e poco altro. Per quanto riguarda le canzoni, poca sorpresa in effetti, e a passare il turno sono stati praticamente i già noti superfavoriti. Per quanto riguarda la conduzione, parliamo di quella italiana, Mara Maionchi deve ancora carburare e a parte due o tre battute, come quella sull’abito in latex di Julia Sanina, dove ha detto "Ah bella tutta vestita di plastica", non abbiamo visto, o meglio sentito, la solita ironia della discografica. Ma confidiamo che si riprenda entro giovedì.

Di Mara Fratus


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