Ema Stokholma, il racconto choc: “La mia infanzia segnata da violenza e abusi, ero depressa e ansiosa”

L'artista si è raccontata a cuore aperto al Giffoni Film Festival, affrontando uno dei periodo più bui della sua vita davanti a un pubblico di ragazzi

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Ema Stokholma, artista ormai nota nel panorama italiano, ha parlato a cuore aperto al pubblico del Giffoni Film Festival, l’evento cinematografico dedicato ai giovani, affrontando un periodo molto doloroso e complesso della propria infanzia, fatta di violenze e abusi. Scopriamo insieme cosa ha detto durante l’ospitata in questione, compreso il consiglio che ha dato a tutti i ragazzi presenti alla manifestazione.

Ema Stokholma: un’infanzia costellata di violenze e abusi

Ema Stokholma (modella, conduttrice radiofonica, pittrice, scrittrice, cantante, presentatrice tv e DJ) ha raccontato il periodo più brutto della sua vita al Giffoni Film Festival, svelando che quel passato l’ha segnata ma che ora è proiettata solo verso il futuro: "La mia infanzia ha modellato il mio carattere. Il passato condiziona il presente, ma non deve influenzare anche il futuro. Vado in analisi da dieci anni e senza questo percorso non avrei potuto apprezzare le cose belle che mi accadono. Ora penso al futuro, non più al passato, anche se mi ha segnata". Poi ha spiegato anche il motivo per cui la sua infanzia non è stata tutta rose e fiori: "Ho vissuto in un ambiente molto violento e abusante, ero depressa e ansiosa da bambina, però in fondo sapevo che quello che mi stava succedendo non era normale. Forse il mio lato francese mi spingeva a voler rivoluzionare le cose. Se potessi tornare indietro, direi alla me adolescente ‘Hai ragione, tieni duro, vai e lasciati andare. Ne vale la pena’".

Il consiglio di Ema Stokholma

L’artista, poi, ha svelato di aver tentato più volte di scappare da quella dolorosa situazione prima di riuscirci davvero, ammettendo anche che al tempo sentiva ancora un grande bisogno di affetto: "Si può sempre scappare, si deve scappare. Non si possono risolvere i problemi con persone abusive e violente, che probabilmente non cambieranno mai. Sono scappata di casa quando ero giovanissima, la prima volta a sei anni, la seconda a otto, finché un giorno non ce l’ho fatta davvero. Quando è successo avevo ancora bisogno di affetto, di educazione". Infine, Ema Stokholma, parlando ai giovani, ha sottolineato l’importanza di farsi aiutare da persone che sanno come dare una vera mano ad affrontare queste drammatiche realtà: "Ero un’adulta spezzata, ma ero libera. Scappate, non cercate di risolvere le situazioni. Non cercate di farvi capire, non cercate aiuto da queste persone, andate via e rivolgetevi a un professionista, perché da queste situazioni non se ne esce da soli".


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