Prime Video e il tweet (non troppo) ironico su Elisabetta Franchi

Non si ferma la polemica sulla stilista dopo le dichiarazioni sul al lavoro femminile, che la piattaforma ha paragonato ad una scena del film Scusate se esisto

Elisabetta Franchi
Fonte: IPA

Negli ultimi giorni si legge spesso sui giornali e sui social il nome di Elisabetta Franchi, stilista e fondatrice dell’omonima azienda di moda. L’imprenditrice è stata infatti travolta da una vera e propria bufera in seguito ad alcune sue dichiarazioni sulla sua azienda e, in particolare, sulle donne lavoratrici.

Le parole di Elisabetta Franchi e la polemica

Nel corso di un evento organizzato da Il Foglio, la stilista ha parlato di lavoro femminile e maternità. Ha spiegato che, se prima assumeva soltanto uomini in quanto più efficienti nel lavoro, oggi nella sua azienda ci sono molte donne. Ma, ha affermato, affida i ruoli più importanti soltanto a donne che abbiano superato una certa età: "Io oggi le donne le ho messe, ma "anta". Così se dovevano sposarsi si sono già sposate, se dovevano fare figli li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello. Io le prendo che hanno già fatto quattro giri di boa, quindi sono libere e tranquille, al mio fianco e lavorano h24".

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Il post di Prime Video, che fa ridere ma anche riflettere

Le sue parole non sono certo passate inosservate, e Elisabetta Franchi è finita nell’occhio del ciclone, soprattutto sui social network, dove è stata duramente attaccata per aver diffuso un’idea di lavoro femminile e di imprenditoria completamente sbagliata. Soprattutto se queste parole vengono pronunciate da una donna. Ma la stilista non è stata solo oggetto di critiche: sui social sono molti i post che, pur condannando le parole dell’imprenditrice, ne hanno parlato con ironia. Come nel caso della pagina Twitter di Prime Video, la piattaforma streaming di Amazon, che ha paragonato quanto accaduto ad una scena del film Scusate se esisto, con Paola Cortellesi, di cui ha condiviso uno spezzone.

Nella scena in questione la protagonista, Serena Bruno, si trova ad un colloquio di lavoro, di fronte (ovviamente) a soli uomini. Ottiene il lavoro e sta per firmare il contratto, quando viene informata di una clausola, "solo una piccola cosa pro forma": una clausola che le impone di rassegnare le dimissioni in caso di eventi catastrofici, alluvioni, trombe d’aria, meteoriti…e gravidanze. Una scena che, all’interno di una commedia, fa sorridere ma soprattutto riflettere sulle condizioni che ancora troppo spesso una donna è costretta ad accettare sul luogo di lavoro; perché, se non le accetta, il lavoro non può essere suo. E, nonostante si tratti di un film del 2014, sembra (purtroppo) ancora del tutto attuale, considerando la polemica sollevata appena pochi giorni fa da Elisabetta Franchi.


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