È sempre Cartabianca diventa ‘hot’, Corona alla Berlinguer: "Noi amanti, prima o poi accadrà", la replica maliziosa

Durante la penultima puntata del 25 giugno si parla di politica ma non manca qualche momento più leggero tra l'opinionista e la conduttrice

Nella penultima puntata di È sempre Cartabianca, il programma politico condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4 martedì 25 giugno, il primo ospite è Mauro Corona, che inizia subito il suo intervento corteggiando la conduttrice, come è solito fare durante le ospitate, anche se questa volta parla di "amanti" e "rose rosse". In studio, poi, vengono affrontati i temi dell’autonomia differenziata e della proposta del Presidente del Senato di cambiare la legge elettorale del doppio turno per i sindaci, tra gli altri.

È sempre Cartabianca, puntata 25 giugno 2024: cosa è successo

Mauro Corona non è nuovo a flirtare con la Berlinguer in diretta, ma questa sera si lascia andare a commenti un po’ più diretti che nascondono dell’ironia. Il video collegamento inizia con l’ospite che si complimenta con la conduttrice per la bellezza: "Bianchina, mi permetta, questa sera la vedo particolarmente bella, al di là dell’abbigliamento. Mi ha messo agitazione, la bellezza crea inquietudine, non so se sia perché siamo in prossimità delle vacanze, ma rispetto alle altre volte è ancora più bella…". La conduttrice lo ringrazia e poi gli chiede: "Che bilancio ne trae dal passaggio da Rai a Mediaset?" "So che può sembrare una sviolinata a Berlusconi ma io mi sono trovato bene. A Mediaset mi hanno sempre lasciato dire quello che volevo, anche in Rai ma lì erano più fiscali, dovevi vestirti in un certo modo, non potevi indossare delle sigle sulla maglietta…", risponde Corona prima di sentire la Berlinguer confermare la prossima stagione di È sempre Cartabianca: "Torniamo sicuro il prossimo anno".

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Mauro Corona e la proposta hot a Bianca Berlinguer

Mauro Corona poi prosegue il suo corteggiamento sfrenato: Torniamo, a meno che lei non abbia altri amanti a sostituirmi…", ma la conduttrice lo rassicura: "Secondo lei io come trovo altri amanti televisivi come lei? Ci hanno provato a dividerci ma non ci sono mai riusciti. Quando andrò in pensione, lei cercherà altri posti dove andare". Corona risponde: "Se finisce lei, se va ‘collocata a riposo’, io basta, non mi ‘accaso’ da un’altra parte", e poi sorprende la conduttrice: "Mi ha definito amante televisivo, ma volendo sono anche un altro tipo di amante…". Pronta la risposta della Berlinguer: "Ma se lei sta là e io sono qua…", con l’ospite che replica: "Stia buona, non abbia fretta. Queste faccende non bisogna programmarle, devono accadere e prima o poi accadrà". Berlinguer scherza: "Poi dicono che sto invitando Corona per fare accadere ciò, ma tanto se non viene neanche volendo può succedere". In un secondo momento, quando si discute di Giorgio Armani, l’alpinista commenta: "Se vengo da lei, mi profumo, mi vesto bene e le porto rose rosse. E poi le dico: ‘Bianchina, sono qui, cosa decide di fare?’"

Per quanto riguarda la partita dell’Italia contro la Croazia di ieri, Corona ammette: "Ho finito il vino per la rabbia, e poi è successo… Qui si piange in bianco e nero e si urla a colori. La partita mi è piaciuta, io tifo per l’Italia. Spalletti mi ha fatto tenerezza, l’avrei voluto abbracciare. Qui si tende a infierire, se non vinci tutte le volte sei una nullità per gli altri". Tornando sulla tragica morte di Giulia Cecchettin, l’alpinista dice: "Nelle parole di Filippo Turetta ho sentito rabbia e frustrazione. A questi ragazzi non abbiamo insegnato a perdere, a fare della sconfitta una rinascita. Alla minima negazione si arriva a questo".

Gli altri ospiti e gli argomenti: dal caso di Satnam Singh all’autonomia differenziata

Poi arriva Oscar Farinetti per parlare di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni lasciato agonizzante in strada dopo aver perso il braccio destro in un incidente sul lavoro in un’azienda agricola. L’ospite dichiara ciò che pensa del colpevole di tale gesto disumano: "Bisogna distinguere l’uomo dall’imprenditore: l’uomo è un vigliacco, un bastar*o, quello che ha fatto è di una gravità pazzesca. Ha espresso tutta la cattiveria possibile che c’è in un animale, è una roba indicibile, incommentabile". Si passa a parlare dell’autonomia differenziata e dei risultati delle elezioni politiche in Calabria, più precisamente a Catanzaro (luogo del servizio presentato in studio), dove i cittadini hanno votato Lega, e, da quanto sentiamo, i più giovani vogliono un cambiamento, perché "siamo rimasti fermi troppo tempo", mentre gli anziani non amano l’idea di un’autonomia differenziata: "Perché dobbiamo dividere l’Italia dopo averla unita?", oppure: "Ci troveremo a dover chiedere l’elemosina, e non si cambierà mai. Questa non è civiltà".

In studio inizia un dibattito sul post pubblicato sui social da Giorgia Meloni circa le elezioni e del disegno di legge: "Le differenze esistono oggi, ma non derivano dall’autonomia differenziata. Ci sono regioni gestite meglio di altre". "Questo disegno di legge vuol dire disgregazione del Paese", commenta il medico Pierino Di Silverio, mentre Rita Dalla Chiesa la vede diversamente: "La nuova legge non dividerà l’Italia. Il servizio di Catanzaro ha fatto vedere la diversità di pensiero delle generazioni. I giovani vogliono che le loro regioni siano sullo stesso piano di quelle del nord, mentre gli anziani pensano che niente cambierà mai. Ci sarà una responsabilizzazione, consapevolezza e voglia di mettersi in gioco, Bisogna tagliare tutti i rami secchi. In tutti questi anni il sud ha pagato per le infrastrutture, per gli uomini è difficile muoversi, c’è la criminalità organizzata… Diamo a queste persone la possibilità di far vedere chi sono veramente e liberarsi di queste catene".

Concita De Gregorio parla del settore sanitario (disastroso) al sud e sostiene che l’autonomia differenziata "è tutto il contrario di quello che dice Giorgia Meloni: è un’idea molto egoista e infatti la vuole la Lega", In seguito l’attenzione si focalizza proprio sulla sanità al sud d’Italia, con il giornalista Maurizio Belpietro che commenta l’affermazione di Walter Ricciardi "nascere al sud significa avere un’aspettativa di quasi 4 anni inferiore rispetto al nord": "Se senza autonomia differenziata c’è una totale inefficienza delle amministrazioni del sud, vuol dire che bisogna cambiare. Ci sono amministrazioni che invece di privilegiare la salute degli italiani, privilegiano le clientele. Si fa l’autonomia differenziata per fare in modo, finalmente, che chi deve rispondere dell’organizzazione e dell’assistenza sanitaria ne risponda e faccia in modo che funzioni il sistema". Concita De Gregorio interviene: "Io non credo che la soluzione sia quella di far morire la gente. Non credo che la soluzione al problema del clientelismo, della corruzione, dell’affarismo passi per il dire ‘visto che tutto non funziona continuate a morire‘". Belpietro la interrompe e la De Gregorio si infastidisce: "Hai parlato un quarto d’ora, se adesso fai dire qualcosa a me… Dicevo una cosa semplice: se c’è corruzione deve intervenire la magistratura, e così via… Quello che non bisogna fare è lasciare che la gente muoia perché non si sa fare una tracheotomia".

Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano), poi, dice la sua sull’intenzione di Ignazio La Russa di cambiare la legge elettorale ("Per fronteggiare l’astensionismo bisogna eliminare il doppio turno"): "Vuole cambiarla perché hanno perso. O non sanno perdere, o hanno una strana concezione di democrazia, o entrambe le cose. È arrivato il nervosismo nella maggioranza, evidentemente si aspettavano che i ballottaggi andassero meglio, ed è stato evidenziato anche dai toni usati da Giorgia Meloni, perché non è normale che un Presidente del Consiglio definisca toni da guerra civile quelli dell’opposizione per il salario minimo e l’autonomia differenziata". Rita Dalla Chiesa lo interrompe e il giornalista si inalbera: "Onorevole Dalla Chiesa io ho così tanta pazienza che l’ho ascoltata, chiederei anche io di poter parlare". La diretta interessata si scusa più volte e l’ospite aggiunge: "I toni usati dalla Meloni erano eccessivi, ammantati di quel vittimismo che è tipico della destra ogni volta che è in difficoltà. È aberrante che il Presidente del Senato ipotizzi di togliere o cambiare una legge elettorale, cioè quella del doppio turno per i sindaci, semplicemente perché hanno perso le elezioni. Ma che idee di democrazia hai? Qual è la tua elaborazione della sconfitta? ‘Cambiamo la legge elettorale’. Il prossimo passo qual è? Aboliamo le elezioni? Tutto perché hanno perso a Firenze, è normale?".

La Berlinguer chiede un parere a Rita Dalla Chiesa, che risponde: "Si parlava dei ballottaggi, la gente si stanca e non va a votare. È la prima volta che le persone non sono andate a votare in maniera così compatta. Questo denota stanchezza, non indifferenza. Non so perché La Russa lo abbia detto, ma quando sento parlare di ballottaggi e astensionismo penso che gli italiani ne abbiano le tasche piene". Belpietro tuona: "Ma perché dobbiamo discutere del nulla? È una proposta del Presidente del Senato ed è il nulla. Non sarebbe cambiato niente, nemmeno con una nuova legge, il centrosinistra avrebbe comunque vinto a Firenze, Bari e Perugia. Quindi di che cosa stiamo parlando?".

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