Domenica In: Daniela Di Maggio in lacrime, il ricordo di Stefano D'Orazio

Su Rai Uno approda la nuova stagione del talk show più seguita del weekend: il 17 settembre largo spazio alle emozioni tra ricordi, rivelazioni e dolore

La regina della domenica, Mara Venier, è tornata ad allietare (e movimentare) il pomeriggio degli italiani con inedite interviste presentate su Rai Uno nella nuova stagione di Domenica In, in onda da oggi, 17 settembre, alle 14:00 con ospiti tanto attesi quanto conosciuti: dal regista e attore Carlo Verdone a Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista ucciso a Napoli il 31 agosto. Con loro in studio anche i Pooh, che propongono canzoni celeberrime come Amici per sempre, La donna del mio amico, Pensiero, Piccola Katy e Uomini soli; i The Kolors con Italodisco, una delle hit più apprezzate dell’estate; Matteo Bocelli, figlio di Andrea, che presenta Fasi, il suo nuovo singolo. Infine, Matteo Garrone, vincitore del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia per il film Io Capitano, accompagnato dai due attori protagonisti: Seydou Sarr e Moustapha Fall.

Il recap della puntata del 17 settembre di Domenica In

La prima puntata della nuova edizione inizia con l’ingresso trionfale di Mara Venier, emozionata come fosse il suo primo giorno di scuola: "Basta sennò piango. Sono passati 30 anni da quando ho condotto la mia prima Domenica In e il pubblico non mi ha mai abbandonata e, quindi, io sono qui per voi. La pensione è rimandata anche per quest’anno. Grazie perché mi tenete compagnia ogni domenica pomeriggio, farò del mio meglio".

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Primi ospiti del salone di Domenica In sono i Pooh, entrati in scena cantando Amici per sempre. A prendere subito parola è Dodi Battaglia che spiega il modo in cui il gruppo si è riunito dopo tanti anni: "La prima serie di eventi è stata organizzata dai nostri figli, volevano che ci ritrovassimo e mettessimo insieme. Sono loro gli artefici di questa nuova reunion, e di questo siamo davvero felici perché è una famiglia che si riunisce". Per quanto riguarda il concetto di famiglia, Riccardo Fogli aggiunge: "Io vado e vengo, ma quando loro chiamano io ci sono sempre". "Qual è il vostro segreto? Voi continuate ad essere artisti legati da una profonda amicizia, e tutte le vostre scelte sono basate sulla dignità", afferma Mara, che riceve risposta da Roby Facchinetti: "Io dico sempre che prima della nostra musica arriva al pubblico il nostro rapporto, la nostra umanità. Ciò che trasmettiamo è un esempio umano".

Dopodiché la conduttrice mostra un video in cui i Pooh omaggiano Toto Cutugno – venuto a mancare il 22 agosto scorso – e chiede a loro il motivo per cui avessero scelto di aprire la manifestazione all’Arena di Verona con L’Italiano: "Abbiamo una storia che ci lega. Nel ’90 abbiamo vinto Sanremo ma non potevamo partecipare all’Eurovision per altri impegni e abbiamo regalato a lui il nostro posto. Toto poi ha vinto. Quindi, seppure involontariamente, le nostre carriere hanno avuto qualcosa in comune. Ci sembrava doveroso fare un omaggio a questo ragazzo, perché lui era un bravo uomo, timido e un po’ chiuso, ma non ha mai smesso di ringraziarci per questa opportunità. Con lui abbiamo fatto un concerto insieme a Tel Aviv. Poi abbiamo lo stesso manager, Danilo Mancuso, che ogni tanto mi parlava di lui e del suo stato di salute", commenta Red Canzian. In seguito Mara Venier manda in onda un altro video che vede protagonista la sua amicizia di lunga data con i Pooh, rivelando inoltre che "con Red sono stata anche un po’ fidanzata, ma non lo sa nessuno, non lo diciamo a nessuno".

Non poteva mancare infine il ricordo di Stefano D’Orazio. "È sempre qua con noi e ci sta aiutando in questo progetto straordinario", afferma Roby. Dopo un video emozionante, la parola passa a Red Canzian: "È ancora nell’aria il suo "che meraviglia". Aveva un suo modo di stupirsi e di stupire. Lui era una persona buona, di lui mi mancano sorriso ed energia". A Facchinetti invece mancano le sue chiamate: "Ci si sentiva continuamente, ogni giorno, e c’era sempre quel lato divertente della vita. Terminavamo le chiamate ridendo". Dodi aggiunge: "Una delle persone più intelligenti, lungimiranti, generose e simpatiche che abbia mai conosciuto. La sua simpatia era simile a quella di Walter Chiari, era travolgente". Canzian lo interrompe: "Ma poi si prendeva sempre in giro, lui giocava su tutto, anche sui suoi malesseri". Facchinetti conclude il discorso parlando dell’ultimo contatto avuto con l’amico: "Nell’ultima telefonata mi disse di avere il Covid e lì avevo capito che non ce l’avrebbe fatta. Poi aggiunse: ‘Non ti preoccupare eh, tutto il resto va bene però!‘".

Carlo Verdone tra attacchi di panico e serie TV

È tempo di cinema! Carlo Verdone arriva in studio per raccontarsi e parlare dei suoi prossimi progetti. Ma prima di sedersi nel salotto di Mara Venier suona la batteria insieme all’orchestra di Domenica In: "Se me vede un batterista vero, me prende a scarpate! Chiedo scusa a tutti i batteristi veri", esclama il regista prima di iniziare l’intervista. "Io ho messo tanta anima, verità, sincerità nei personaggi che interpretavo. Ho cercato di mettere anche della poesia. Qualcosa poteva venire meglio, ma sono contento della mia carriera", confessa il regista.

Scopriamo invece che il giorno del suo debutto come attore in un teatro romano ebbe un attacco di panico: "Ho avuto un attacco di panico quando ho scoperto che c’erano critici teatrali pronti a giudicare il mio lavoro. Io dovevo portare sul palco scenette e piccoli monologhi. Ho iniziato a camminare velocemente per il terrazzo di casa e alla fine ho chiamato mia madre per chiederle di inventarsi qualcosa, come un attacco di dissenteria o febbrone. Io tremavo perché mi sentivo inadeguato, ma mia madre mi diede un calcio forte nel sedere. Ad un certo punto prese la borsa, me la lanciò dietro, e mi disse: ‘Vai a teatro, un giorno mi ringrazierai fregnone’. Non ho mai creduto fortemente in me stesso. Ci ho creduto solo quando Gambarotta, dopo l’ultima puntata di Non stop, mi disse: ‘Cosa ci fa con i soldini che ha preso?’ Io risposi: ‘Mah, mi comprerò una macchina’. E lui mi disse di non comprarla, perché un giorno avrei avuto un autista con una Mercedes blu pronto ad accompagnarmi ovunque. Mi fece capire che era sicuro di ciò. Poi incontrai Sergio Leone e con lui capii che avevo qualche carta da giocare". Il regista poi dice di aver sempre ringraziato tutti coloro che, tra teatro e cinema, lo hanno aiutato a farsi strada in questo mondo. Tornando alla sua carriera, Verdone parla dell’universo femminile a cui ha sempre dato un grande valore, anche facendo un passo indietro in favore delle donne: "Sono stato uno che amava la regia cinematografica e i suoi attori. Le attrici sono perfette per far emergere la scintilla del contrasto. C’è sempre una donna che mi mette in estrema difficoltà".

Mara Venier inoltre ricorda al pubblico che un certo produttore esecutivo – Sergio Leone – non voleva nel cast dei suoi film Sora Lella (Elena Fabrizi). Ecco come è andata: "Io dico a Sergio Leone: ‘Guarda che questa è forte, è la sorella di Fabrizi. Lui: ‘Io la conosco bene, ha 400 de colesterolo. E se ce more? Non ci danno l’assicurazione. Poi rimaniamo con il film a metà se succede qualcosa’. Ma alla fine ho vinto io!". Riguardo al fatto che l’attrice cucinasse sul set, il regista svela: "In Acqua e sapone un giorno un macchinista chiese a Sora Lella di fare una carbonara. Lei gli disse di portarle tutti gli ingredienti e poi cucinò. Arrivata la pasta, la troupe la fece fuori in poco tempo. Alle 14:30 dovevamo riprendere a girare ma eravamo tutti troppo pieni. È successo più volte. Un giorno Cecchi Gori venne sul set per lamentarsi di questo comportamento, perché la produzione stava andando a rilento. Alla fine anche lui si lasciò convincere e mangiò l’Amatriciana: dopo pranzo eravamo tutti, nessuno escluso, mezzi addormentati. Poi ci demmo una regolata, anche perché stavamo ingrassando".

Il suo film del cuore? "È il primo film che ho fatto perché ci ho messo tutto me stesso. Altrimenti Compagni di Scuola: dieci settimane faticose ma ero felice", risponde Verdone, ricordando che quest’ultimo lungometraggio è il più apprezzato dal pubblico: "È attuale perché parla delle fragilità degli uomini". Dopo la carriera passata, il futuro con Vita da Carlo 2, attualmente disponibile in esclusiva su Paramount+: "È stato un atto di coraggio. Questa vita è tumultuosa, perché c’è sempre un terremoto, un’incomprensione da una parte o dall’altra. Al telefono non mi chiedono mai ‘come stai?’ perché hanno sempre e solo richieste. Spesso lo devi fare perché sono amici cari, ma ora qualche no lo dico. Il tema principale della seconda stagione riguarda Carlo Verdone che decide di fare il suo primo film d’autore". Tra gli attori di Vita da Carlo 2 arriva in studio anche Sangiovanni: "È stato bello. La musica rimane, potrebbe essere un’alternativa. Io vorrei solo fare arte. È stata una bella esperienza, non so se per il clima che si è creato o per Carlo".

Tra Stash e Matteo Bocelli

È il momento di Stash dei The Kolors che parla del grande successo di Italodisco, il singolo più ascoltato dell’estate, pensato in una ventina di minuti prima di entrare in uno studio situato a Napoli: "Abbiamo messo insieme parole che ci eravamo detti prima di varcare la soglia dello studio. Abbiamo buttato fuori tutto ciò che ci veniva in mente". Per quanto riguarda il successo, l’ex allievo di Amici afferma: "Noi stiamo toccando con mano il fatto di essere entrati nella vita delle persone. Per un artista pop colorare un po’ i momenti della vita delle persone penso che sia il gol più assoluto. Io credo che il pubblico abbia letto una genuinità di base, perché in studio registri uno stato d’animo e in quel momento eravamo felici, leggeri, illuminati. Questo è il vero ingrediente arrivato a tutti". Matteo Bocelli, figlio del tenore Andrea Bocelli, canta il nuovo singolo Fasi, presentato nell’album Matteo Bocelli – Fasi, realizzato nell’arco di 3 anni e contenente 8 brani in inglese e 6 in italiano.

Nel salotto di Mara Venier anche Matteo Garrone, Seydou Sarr e Moustapha Fall, rispettivamente il regista e i protagonisti di Io Capitano, il film vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. "L’idea che ha spinto a realizzare questo film è quella di dare forma visiva a una parte del viaggio che di solito non si conosce. Noi siamo abituati a vedere le barche che arrivano nel Mediterraneo, se arrivano, e la rituale conta dei vivi e dei morti. Ci si abitua, con il tempo, a pensare che siano solo numeri. Abbiamo cercato di raccontare il loro viaggio attraverso il loro punto di vista, quindi di dare voce a chi di solito non ce l’ha, cercando di far rivivere allo spettatore l’esperienza del viaggio con tutti i vari stati d’animo che si alternano", spiega il regista.

Il dolore di Daniela Di Maggio

A Domenica In emerge il dolore di Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista ucciso dalla pistola di un 16enne durante una lite a Napoli il 31 agosto. Com’era Giogiò? La madre: "Si è visto chi era da quelle 6000 persone presenti al suo funerale. Ha avuto i funerali di Stato e una Napoli che si è inginocchiata a lui. Aveva quell’energia che, quando gli stavi vicino, ti curava: i suoi amici avevano bisogno di Giogiò come di un farmaco che ti salva la vita. Aveva sempre una buona parola nel momento giusto. Lui usava lo stesso tatto con tutti. Io mi sento una condottiera in questo momento, come tutti coloro che lottano per avere giustizia. Di fronte alle ingiustizie ci si deve indignare, non ci si può più voltare dall’altra parte, perché l’Italia è finita in un buco nero. Mio figlio è morto perché la pistola in mano al 16enne gliel’ha concessa lo Stato. Serve una riforma, in quanto il ragazzo di 16 anni di adesso è diverso da quello degli anni ’80, e questa riforma/legge deve chiamarsi Giovanbattista Cutolo".

La Venier è visibilmente toccata dalla storia, tanto che confessa: "Di fronte al tuo dolore, non posso interromperti. Questa forza io credo che nasconda una disperazione totale". "Lui mi manca come fosse uno sciroppo necessario per vivere. È una cosa che non si può sopportare, è una Napoli che non ci appartiene. Io voglio dire a tutta l’Italia che Napoli non è quella che viene sdoganata in certe TV, perché io sono la Napoli bella, così come mio figlio e tutti gli studenti e gli artisti. Al suo funerale c’era una Napoli perfetta, ideale. Quella è la Napoli bella. Io sapevo che mio figlio era un eroe: gli ho sempre detto di evitare le risse e che gli oggetti si ricomprano, ma lui è intervenuto per salvare il suo amico. Ha fatto un gesto eroico in una Napoli balorda. Gli facevo sempre il discorso sulle liti, ma quella sera no…".

Daniela Di Maggio ha incontrato negli scorsi giorni la premier Giorgia Meloni e diversi esponenti del Governo, come i ministri Matteo Salvini e Carlo Nordio, chiedendo di cambiare le leggi che riguardano i reati commessi da minori. La donna ricorda in diretta che il 9 ottobre prossimo si terrà un grande corteo a Roma: "Che il brutto uccida il bello non è accettabile. Lo Stato si deve inchinare a me, perché le leggi del 1988 applicate oggi sono la conseguenza di una cattiveria, di una sciatteria, di una mancanza d’amore verso il proprio lavoro di legislatori ciechi. Io mi metterò con il sacco a pelo al CSM fino a quando non cambieranno la legge, fino a quando non daranno l’ergastolo al killer di mio figlio. L’Italia deve risorgere".

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