Domenica In, Venier imbarazza Morandi: "Questa è la verità". Poi l'ammissione di Pretelli sul figlio

Nella puntata del 26 gennaio Morandi si racconta tra fiction con la Venier e carriera musicale, mentre Pierpaolo Pretelli racconta com'è essere papà di Kian

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella ventesima puntata di Domenica In, in onda il 26 gennaio 2025 su Rai Uno, Mara Venier lascia largo spazio a Gianni Morandi, pronto a raccontarsi tra vita privata e carriera. In studio non mancano anche l’attrice Paola Minaccioni e Pierpaolo Pretelli, un tempo ospite fisso del programma. Ecco cosa è successo nella puntata del 26 gennaio a Domenica In.

Domenica In, puntata 26 gennaio 2025: cosa è successo

Il primo ospite a Domenica In è Gianni Morandi e Mara Venier ne approfitta subito per sottolineare: "Quanti anni sono che ti invito e non sei mai venuto in studio!" L’artista comincia a raccontarsi a partire dal fatto che con la conduttrice avevano fatto una serie televisiva insieme, La voce nel cuore, chiedendo poi "Possiamo dirlo che era su Canale 5?": "Vabbè, diciamolo" aggiunge. La Venier, la prima a nominare Mediaset in tale contesto, risponde: "E certo, perché non dirlo? Era su Canale 5! Se l’avesse proposto la Rai, noi lo avremmo fatto per la Rai." A inizio puntata, inoltre, la conduttrice dice al suo ospite: "È arrivato il vestito? Giusto in tempo!" A tal proposito, Morandi spiega: "Ci eravamo scordati il vestito. Io mi sono guardato ed ero in mutande. Ho pensato: ‘Non posso mica andare così.’ Allora è partita subito una macchina velocissima della Rai e sono andati a prenderlo." A questo punto la conduttrice mostra un video dedicato all’ospite in cui sentiamo le parole di Vincenzo Mollica: "Ha fatto un ritratto incredibile e commovente – dice il cantante – Sono passati tanti anni, non pensiamoci troppo. Adesso, a 80, è tutto i discesa, vediamo da dove veniamo. Devi ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato, che ci sono stati, e quindi tutto quello che viene dopo è un di più." Poi si passa a parlare della famiglia e dei primi passi nel mondo della musica: "Noi eravamo una famiglia molto povera. Mio padre cantava mentre lavorava, era un ciabattino, mentre mia madre faceva la stiratrice. Tutti cantavamo, un po’ per stare insieme. Ci si ritrovava e si intonavano canzoni, forse per tenerci su. Cantavo le canzoni di Claudio Villa: mia madre era una sua fan sfegatata, io lo guardavo da lontano e mi faceva impressione. Mio padre chiese a mia madre: ‘Lo lasciamo andare alla scuola di canto?’ Mi mandarono, anche se papà mi disse: ‘Ricordati che poi devi tornare qui e lavorare insieme a me’. Poi la mia maestra disse che voleva portarmi a cantare insieme a lei qualche volta e facemmo una prima serata in Emilia-Romagna. Ero contento perché la l’insegnante di dava 500 lire ogni volta che cantavo. Lei non ha mai voluto una lira, ma quando abbiamo iniziato a fare le serate mi ha voluto dare un compenso."

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Vivere il mestiere come un gioco: "Se penso al passato, sento una grande gioia per tutto quello che ho vissuto e per le persone che mi hanno aiutato. Ho avuto fortuna a vivere proprio quella bellissima stagione. Mi sembrava un grande gioco dove divertirmi e facevo diventare il mio mestiere un gioco. Mio padre diceva sempre che il successo dura poco e io gli rispondevo che avrei fatto un altro disco, ma lui continuava a dire che poteva essere l’ultimo. Mi diceva di mettere da parte i soldi per le tasse che arriveranno. Con i miei primi soldi, comprammo la televisione, le prime cose che servivano in casa. per era era un grande onore." Il primo incontro con Mina avviene durante una serata a Sorbolo, in provincia di Parma: "Per me, Mina era un qualcosa di straordinario, lei era bellissima, stupenda. Mi ricordo che avevo voglia di andare a vedere come si cambiava nella legnaia (non c’era il camerino, ndr) perché ero curioso. Il mio cavallo di battaglia era Tintarella di luna e volevo cantarla sul palco, io le chiesi se potessi farlo ma lei non sapeva ancora che io cantavo nell’orchestra. Alla fine mi disse di cantarla. Poi sì, mi disse anche che sono stato bravo. Mi ricordo che quando nel ’68 vinsi Canzonissima, lei salì sul palco e mi abbracciò, un’emozione grandissima. Non posso dimenticarlo." In seguito, Mara Venier si commuove vendendo l’amore del pubblico in studio nei confronti di Gianni Morandi: "Mi emoziono, forse perché vedo che anche tu sei emozionato." Dopo aver ascoltato un brano in diretta, la conduttrice svela: "Era la canzone del mio primo flirtino. Non ricordo il suo nome." "Ricordi la canzone ma non il suo nome?" chiede Morandi, e la conduttrice risponde: "Avevo 14 anni, lui era un ragazzino che faceva il bagnino a Venezia. Era la mia prima cotta, forse non lo sapeva ma io ero impazzita per questo ragazzo." L’artista racconta inoltre di ascoltare tutti i generi musicali, compreso il rap: "La musica è la vita, io la ascolto tutta, anche quella dei rapper. Non potrei farne a meno e poi non saprei cosa fare senza musica… ah sì, potrei fare il ciabattino come mio padre!"

L’ospiti parla anche del periodo di buio vissuto in giovane età, ricordando inoltre la morte del padre: "C’è una data importante che mi ha fatto capire che qualcosa stava cambiando al Vigorelli di Milano… Lì c’erano i Led Zeppellin e arrivarono migliaia di giovani, ma prima dovevamo esibirci noi. Quando sono uscito io, pomodori! Mi fischiavano e urlavano ‘vai via’. Non sapevo cosa fare, mi ritornava sempre in mente mio padre che me lo aveva detto ma non sapevo come reagire perché ero giovane, avevo già il massimo della popolarità. Negli anni ’70 è successo qualcosa ed è cambiato tutto, erano gli anni del terrorismo, della contestazione… Cantavo ‘C’era un ragazzo’ e si arrabbiavano, perché non accettavano più il personaggio… Fu un momento molto drammatico. Ho preso delle bastonate, mi consolavo dicendo che avevo avuto tanto. È successo tutto insieme, perché nel ’71 è morto mio padre… Era la prima volta che veniva in aereo, mi voleva accompagnare a Caracas. Quando arrivammo lì, forse per l’emozione, gli venne un infarto… era giovane, aveva 49 anni. Poi andò in crisi anche il mio lavoro, non erano più i tempi giusti, e il divorzio… Tutto insieme. Anche il buio può servire: per me erano sempre stati solo successi, possibilità economiche, poi ho conosciuto anche l’altra faccia della medaglia, oltretutto improvvisamente…" Morandi parla di quando ha ripreso in mano la sua vita iscrivendosi al conservatorio: "Un chitarrista mi disse che non conoscevo nulla e mi consigliò di andare al conservatorio. Pensai di prendere il diploma e diventare docente. Ci provai, feci l’esame di ammissione. I ragazzini lì pensavano volessi farmi pubblicità perché ero già famoso. Il maestro mi accettò nella sua classe di contrabbasso, finalmente avevo un nuovo obiettivo."

Dopo il buio, la rinascita: "Non ero depresso, avevo tante cose da fare, i miei figli… obbligai anche loro a studiare: Marco suonava il violino e Marianna il violoncello. Fu un momento importante della vita. Non avrei mai pensato che tutto il successo sarebbe ritornato. Un giorno suona il telefono a casa mia ed è Mogol. Sapevo che aveva quasi chiuso la sua collaborazione con Lucio Battisti ma mi chiedevo cosa volesse. Mi chiese se sapessi giocare a pallone perché voleva formare una squadretta di calcio per fare una partitella. Avevo un campetto a casa mia e giocavamo lì, lui voleva creare una squadra di soli cantanti. Mi disse di andare a Milano, ma parlavamo sempre della Nazionale cantanti e mai di musica. Un giorno mi chiese se cantassi ancora, ma io pensavo ad altro ormai, e lui mi disse che bisognava fare una nuova canzone, altrimenti non potevo stare nella squadra. Allora ne scrisse una per me: ‘Canzoni stonate’. Tutto ripartì da lì, grazie a Mogol." Poi Morandi parla del brano Uno su mille, ricordando che il testo è stato scritto da Franco Migliacci, anche autore di canzoni come "Fatti mandare dalla mamma" e "C’era un ragazzo", ed è per questo che per lui è stato molto importante: ha rappresentato un "ritorno". Inoltre, la Venier si sofferma sul periodo in cui Morandi ha rifiutato un ruolo importante nel film I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio, dicendo che sì, voleva fare il cinema, ma che Migliacci gli aveva detto che non poteva accettare questa parte in quanto il protagonista uccideva la madre e lui negli anni ’60, i tempi di ‘In ginocchio da te’, era particolarmente amato dalle famiglie, in particolare dalle madri e dalle nonne.

L’artista canta Fino alla fine del mondo, anche colonna sonora della fiction Mediaset La voce nel cuore, avvicinandosi alla Venier per poi dirle: "Eri bravissima lì, anche il bacio era sincero… scherzo!" La conduttrice scoppia a ridere e poi svela: "Lui fa il filo. Quando il regista diceva stop, noi continuavamo a baciarmi. È questa la verità! L’ho detta!" L’ospite, un po’ imbarazzato, dice "Non me lo ricordo", ma la Venier non ci sta: "Me lo ricordo io! Poi ho continuato con Domenica In e sei venuto nel ’95, da allora sei tornato oggi. Ci siamo visti a Sanremo, ma non sei più stato qui come ospite." Morandi ironizza: "È mia moglie che non ha voluto!", ma la conduttrice ribatte: "Non è vero, Anna mi adora e io adoro tua moglie!" In seguito, vedendo una clip della precedente Domenica In che lo aveva visto ospite anni addietro, l’artista commenta: "Ma quella era Domenica In? Ero ospite da te e facevo io le domande."

L’incontro con la moglie Anna: "Era una single determinata, aveva un’azienda di computer. La incontrai perché era una grandissima amica di un arrangiatore bolognese, un genio, e rimasi colpito dai suoi occhi, dai capelli, ero incantato da lei. Era molto affascinante. Provai ad attaccare discorso con lei, le dicevo di vederci, ma mi teneva lontano. Le chiesi il numero di telefono e lei mi diede quello sbagliato. Richiamai tutti e poi andai fino al suo ufficio di Bologna. Aprii tutte le porte e, quando la trovai, lei mi chiese perché fossi lì e io le dissi del numero sbagliato. Lei fece finta di nulla e poi insistetti un po’ e iniziai a corteggiarla. Sono stato fortunato, perché l’incontro ci ha portato a sposarci, abbiamo avuto due figli." Gianni Morandi si sofferma anche sull’amicizia con Jovanotti e la recente collaborazione artistica nata tra loro: "La nostra amicizia è importantissima. Noi ci conoscevamo già perché andavo ai suoi concerti, mia moglie è una sua fan. Poi, quando c’è stato l’incidente in campagna e io ero in un ospedale di Cesena, lui mi ha chiamato per chiedermi cosa fosse successo e dirmi che aveva scritto una canzone, L’allegria, e se volevo cantarla potevo farlo. Così l’abbiamo incisa insieme e da lì è nata una grande amicizia insieme ad altre collaborazioni: sono andato al Festival di Sanremo con un brano scritto da lui." Non manca il ricordo di Lucio Dalla tra canzoni e parole: "Quando l’ho conosciuto non cantava ancora, suonava il clarinetto. All’inizio io avevo successo e lui era sconosciuto, poi la situazione si è capovolta: Lucio è diventato il numero 1 mentre io stavo passando quel periodo di buio." Infine, non manca una domanda volta a presentare il nuovo singolo L’Attrazione, scritta da Jovanotti per Gianni Morandi: "Cosa ti attrae?" chiede la Venier. L’artista risponde "Tu!" e la conduttrice scherza: "Ma scusa, potevi dirmelo trent’anni fa!"

Pierpaolo Pretelli a Domenica In

"Abbiamo lavorato qui a Domenica In, abbiamo fatto cose molto carine insieme. Siamo stati molto bene, non ci vedevamo da un po’ ma adesso siamo qua" dice la Venier per introdurre l’intervista con Pierpaolo Pretelli, che risponde: "Tornare qua è come stare in famiglia." "Io vendevo scarpe – racconta l’ospite – A casa, a Maratea, pensare al mondo della televisione era come andare sulla Luna, su Marte. Forse la mia determinazione e la perseveranza mi hanno aiutato nel percorso. I miei genitori volevano diventassi avvocato, ma sarei stato quello delle cause perse. Mi hanno insegnato il sacrificio: la fatica nella fase di crescita è fondamentale per me, perché si dà davvero il valore alle cose. Quando raggiungi l’obiettivo, facendo sacrifici, apprezzi di più. Ho debuttato con Antonio Ricci. Per puro caso feci questo provino a Milano e andò bene. Ho fatto il velino. Il privino di Tale e Quale è stato una scommessa, un ottimo trampolino di lancio. Poi sono stato qui a Domenica In per qualche mese. Sentivo che dentro di me quella del commesso non era la mia strada, ma dovevo portare la pagnotta a casa. Ho fatto anche il giardiniere ma improvvisavo: facevo più danni che altro."

Poi la nascita del secondogenito Kian, frutto della relazione con Giulia Salemi: "L’emozione di sentire questi primi lamenti, pianti quando sei lì è davvero incredibile… c’è tanta stanchezza perché magari non si dorme, ma poi la felicità è così sovrastante che tutto il resto non conta. Kian lo abbiamo proprio voluto, cercato, perché ho trovato in Giulia Salemi la metà che mi completa, sostiene, aiuta e rispetta, quindi era giusto mettere al mondo qualcosa di nostro. Lei ha sani principi, molti valori e si spende tanto per me." Pretelli e Salemi di sono incontrati nella casa del Grande Fratello: "Vivendo tutti forzatamente in una casa, vedi l’altro tutti i giorni, quindi ci siamo conosciuti in maniera molto veloce. Mi ha colpito il fatto che con lei ridevo tanto, il segreto del nostro rapporto è che non ci prendiamo mai sul serio, scherziamo e ridiamo… Abbiamo tanti punti in comuni: mangiamo anche le stesse cose, ma cucino io perché lei è meglio che non lo faccia… è brava in tante altre cose ma Giulia e la cucina sono due cose antitetiche. Quando ho visto che lei era davvero convinta di diventare madre e di mettere un po’ se stessa da parte, ho capito che era il momento. Vederla allattare Kian è talmente surreale che vorrei tanto fermare il tempo e godermi questi attimi, perché poi i bambini crescono velocemente. Leonardo è a Miami con la madre e ovviamente mi manca la quotidianità con lui, viverlo tutti i giorni. Presto conoscerà il fratellino, gli abbiamo fatto una videochiamata e lui si è messo a correre per la casa urlando ‘Evviva, presto incontrerò il fratellino!’"

Infine, Pierpaolo Pretelli si definisce un mammo: "Giulia dice che ho una parte sensibile molto femminile, forse per i modi protettivi che ho con il bambino. Io mi tolgo la maglia, spoglio Kian e lo appoggio sul mio petto perché dicono che fare così possa sostituire anche il momento in cui Giulia non allatta, quindi invece di sentire il profumo della madre sente quello del padre. Sono un mammo fondamentalmente. Mi manca solo allattarlo!"


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