Domenica In apre nel ricordo di Giulia Cecchettin: Venier in lacrime

Nella puntata del 19 novembre largo spazio al dramma della giovane ragazza uccisa dall'ex fidanzato e a Teo Mammucari, arrabbiato con Selvaggia Lucarelli

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Dominica In apre la puntata ricordando Giulia Cecchettin, la giovane 22enne uccisa con svariate coltellate al viso e al collo sabato scorso e il cui corpo è stato ritrovato il 18 novembre nei pressi del lago di Barcis, in Friuli. Arrestato oggi, domenica 19 novembre, in Germania l’ex fidanzato Filippo Turatta, atteso in Italia per essere processato per omicidio, dopo il terribile filmato diffuso online nelle scorse ore (ora cancellato) e gli ultimi risvolti sul caso. Attualmente, lo ricordiamo, il pensiero degli inquirenti è che si possa trattare di un omicidio premeditato. In studio, insieme a Mara Venier, parlano del caso di femminicidio Alberto Matano, Rita Dalla Chiesa, Roberta Bruzzone, Simonetta Matone e Matilde d’Errico. Ospiti della puntata di Domenica In anche Teo Mammucari, grande protagonista della nuova edizione di Ballando con le Stelle, e Rosanna Lambertucci, eliminata ieri sera dallo show di Rai 1. Alessandro Gassman invece presenta la seconda stagione della fiction Un Professore, in onda da giovedì 23 novembre su Rai 1, affiancato dagli attori Nicolas Maupas e Damiano Gavino. Lillo e Claudio Santamaria, infine, sono pronti a promuovere il loro film di Natale, Elf Me, facendo un’incursione negli studi Fabrizio Frizzi.

Il recap della puntata del 19 novembre di Domenica In

Oggi, diversamente da ogni puntata andata in onda fino a questo momento, niente sigla iniziale in apertura del programma condotto da Mara Venier per mantenere un tono solenne e ricordare Giulia Cecchettin nel modo più rispettoso e delicato possibile. Nel salotto, come accennato in precedenza, commentano l’accaduto Alberto Matano, Rita Dalla Chiesa, Roberta Bruzzone, Simonetta Matone e Matilde d’Errico. La conduttrice, parlando con voce spezzata e lacrime negli occhi, dichiara: "Per una settimana abbiamo seguito la storia di Giulia che ci ha colpito molto. Quella è casa mia, per cui io personalmente la sento ancora di più. Mando un abbraccio a tutta la famiglia di Giulia". Si entra nel vivo del dramma. Secondo la Bruzzone, ci vorranno un paio di giorni per l’estradizione, essendoci un mandato internazionale di mezzo.

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Simonetta Matone, ex magistrato, afferma: "Da un punto di vista mediatico siamo in overdose da femminicidi, tutti i giorni arriva una notizia terribile. Questo caso è diverso, perché c’è stata dall’inizio la speranza che fosse viva. L’ambiente sociale non è l’ambiente degradato, povero, pieno di problematiche. Qui abbiamo una ragazza nel fiore degli anni che deve sostenere una tesi di laurea, peraltro su una materia molto difficile. Lei rappresenta un po’ tutte le possibili speranze dei giovani italiani. Era in compagnia di una persona apparentemente altrettanto normale. Peccato però che questo soggetto non è un bravo ragazzo, perché è indicativo quello che ha detto ripetutamente la sorella: era ossessivo, non le consentiva di frequentare nessuno, voleva un rapporto esclusivo di coppia. Questa tragedia può servire a spiegare alle ragazze, specie se giovani e inesperte, che devono fuggire dai rapporti malati sin dall’inizio. Pensiamo alla causa scatenante: è la tesi di laurea che lei avrebbe dovuto sostenere. È invidia, rancore, senso di inferiorità". La Bruzzone ricorda le parole della sorella della vittima, Elena: "Dice che Giulia aveva paura di lui. Non riusciva a liberarsene, perché il giovane voleva fare tutto con lei. L’aveva lasciato, ma era sempre lì. Questo era un assedio, non un amore. Il problema è che molte ragazze sono state educate a considerare questa forma invasiva eccessiva come un segnale di interesse, e invece è un segno di un disagio psicologico grave. Dovete andarvene, non c’è altra strada. Questo omicidio non nasce dalla fine della relazione: lei doveva laurearsi e in una festa per l’evento, dove lui ha voluto decidere tutto, è scattata una dimensione competitiva. Si è sentito inadeguato pubblicamente, perché la laurea è un traguardo di dominio pubblico".

L’omicidio era premeditato? Risponde Simonetta Matone: "I due sono andati a mangiare insieme, ma in quel momento Giulia non aveva paura di lui. Qui c’è una premeditazione grossa come una casa: se porti un coltello in macchina, se sui social fai una ricerca su come sopravvivere in alta quota, in situazioni estreme, il kit della sopravvivenza… In più la scarichi in una location impraticabile, certo che quel sentiero sarebbe stato riaperto soltanto ad aprile… Dal primo momento sapevo che lui non si sarebbe suicidato, perché altrimenti non avrebbe buttato il cadavere". Alberto Matano si sofferma sulle parole del padre di Giulia Cecchettin: "Vorrei porre l’attenzione sulla lezione che ci trasmette Gino. La grande dignità. Pensate che papà Gino ha detto: ‘Va via una parte di me. Devo essere forte per gli altri ragazzi. Dobbiamo ripartire. Ringrazio i genitori di Filippo, anche loro stanno vivendo un dramma e quindi gli sono vicino. Io pensavo a Giulia, volevo il suo ritorno. Per me finisce qui. In questo momento di consapevolezza Gino riesce ad avere un pensiero per loro".

Caterina Varvello, inviata Rai, parla di un dolore composto, quello mostrato dai familiari della Cecchettin, e riporta le parole dell’avvocato: "Non c’è rabbia da parte della famiglia, vogliono solo giustizia. Non hanno più la loro Giulia e questo è ciò che più li addolora". Rita Dalla Chiesa ricorda che ci saranno delle borse di studio per quei ragazzi che voglio studiare la stessa facoltà che aveva scelto la vittima: "Faremo di tutto perché lei possa avere questa laurea, è per essa che è stata uccisa. Io ho letto un testo di uno scrittore inglese che diceva: ‘Tante volte nei rapporti una donna diventa troppo, più importante dell’altro. L’uomo comincia a sentirsi meno uomo e la donna, invece di andare avanti, torna indietro. Lei inizia a togliere i gioielli dalla sua corona perché all’uomo pesi meno. Una donna deve trovare un compagno che abbia le mani più grandi per poterla portare insieme a lei. È una cosa importantissima, bisogna trovare una persona che supporta, che la renda felice e sia orgoglioso dei successi raggiunti e non ne abbia paura. Ma soprattutto l’uomo deve rispettare la donna, è la prima cosa che noi dobbiamo insegnare. I genitori devono insegnare ai loro figli quello che non devono fare e come si tratta con amore una donna, perché il rispetto che loro vedono dentro casa è quello che poi si porteranno dietro nella vita".

In un secondo momento Matilde d’Errico, autrice di Amore criminale, chiarisce: "Giulia abitava la luce, lui le tenebre. Lei era empatica. Quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli è la consapevolezza sui campanelli d’allarme". Ogni gesto preso da solo magari non vuol dire nulla, ma quando ce ne sono 4 o 5 che si susseguono diventano spie… Ti controlla il cellulare, decide come ti devi vestire, ti dice che non devi uscire senza di lui… Quello che mi colpisce è che anche tra i giovanissimi ci sono questo tipo di dinamiche". Mara Venier ricorda che a scattare in alcune donne è la sindrome da crocerossina: "Rimango con te perché io ti salverò. Non è così, scappate subito". La Matone aggiunge: "Non voglio fare pubblicità a questo governo, ma la faccio…" La conduttrice la interrompe: "In questo caso stiamo parlando di femminicidio, non c’è né destra né sinistra. Scusatemi, mi permetto di dire che dobbiamo volare molto alto". L’ospite concorda e poi prosegue il discorso: "Ci sarà una conferenza stampa nella quale verranno presentate le nuove linee guida nelle scuole per educare all’affettività, al sentimento, alla parità tra uomo e donna. Questi corsi, ancora da costruire, verranno gestiti anche dagli studenti, guidati da personale formato. I tempi saranno brevi, la conferenza è questa settimana". La Bruzzone prende la parola: "Avete idea di quante ragazze giovani tutti i giorni accettano limitazioni alla loro libertà personale?" La Venier le chiede il suo parere sull’omicidio. Era premeditato? La criminologa risponde: "Assolutamente. Prima la manipola e la incontra, poi cerca di convincerla a rimandare la laurea, ma non riesce. A quel punto scatta la seconda fase, perché il coltello se lo è portato da casa, ma già aveva previsto anche la gestione della latitanza e il luogo dove lasciare eventualmente il cadavere. Era un soggetto di una lucida ferocia spaventosa, che si è mascherato da ragazzo perfetto in quanto questa è l’immagine di sé che riteneva adeguata e Giulia l’ha infranta, perché gli ha dimostrato che non era affatto migliore di lei. Non era previsto che potesse farcela senza di lui".

Matilde d’Errico confinua: "Spesso le donne vengono uccise quando si emancipano dal loro carnefice. Filippo aveva capito di aver perso il controllo su di lei. L’esercizio della violenza è un esercizio di potere: io non ti controllo più, ti laurei, avrai un futuro e io non ci sarò, per questo ti elimino. Il motivo? L’autore del femminicidio vede il partner come un prolungamento di sé. Sei come un oggetto". L’avvocato d’ufficio della famiglia Turetta, Emanuele Compagno, interviene in video collegamento: "Io cerco di fare al meglio il mio lavoro con grande coscienza e professionalità, però io non ho mai né visto né conosciuto Filippo e sono so cosa gli sia passato per la testa. Gli unici che mi danno informazioni sono gli organi di stampa: alcuni giornalisti mi hanno detto che circolava la notizia del suo arresto. Appena me lo hanno confermato, ho informato i genitori". L’uomo è stato arrestato grazie alle segnalazioni di alcune persone alla guida delle proprie vetture: era fermo nella corsia di emergenza – senza fari accesi per dichiarare la sua presenza – di un’autostrada tedesca, poiché aveva finito la fornitura di carburante e i soldi in contanti, altri segnali che l’omicidio fosse premeditato.

Come fanno i genitori a riconoscere questi segnali di disturbo nel proprio figlio? La Bruzzone dice la sua: "Si vedono platealmente, lui era desideroso di stare sempre con Giulia. Quello non è interesse, né amore. È un assedio, dovete imparare a riconoscerlo". La Matone specifica: "In tutti i casi di maltrattamenti gravissimi il soggetto era il classico maschio italico frutto e figlio di una mamma italica. Sono archetipi che si perpetrano attraverso l’educazione. Il problema è solo quello. Non ho mai conosciuto soggetti gravemente disturbati che avessero delle mamme normali. Intendo famiglie in cui le donne prendono botte dal padre e non reagiscono, fanno vivere il figlio in un clima di terrore e violenza e gli fanno credere che tutto questo sia normale, senza ribellarsi mai, subendo ricatti di tutti i tipi e imponendo questo modello familiare al proprio figlio. I maltrattamenti sono una catena di Sant’Antonio, ma non è questo il caso. Però anche qui nessuno ha intercettato i segnali".

"Se tu vedi che tuo figlio vive esclusivamente in funzione di questa ragazza, un campanello d’allarme...", dice Dalla Chiesa riferendosi ai genitori dell’accusato, ma la criminologa la blocca e fa un appello alle donne: "Una campana! Un’unica relazione che ingloba tutto non è sana. Se avete questo tipo di problemi, rivolgetevi a qualcuno che possa aiutarvi, perché non è normale che una persona viva completamente in simbiosi con un altro essere umano. Questi atteggiamenti non vanno tollerati. La sua unica colpa è stata quella di allontanarlo dalla relazione, ma continuare a supportarlo e aiutarlo. Ragazze, non è un compito vostro farlo. Finitela di farvi intrappolare in queste dinamiche ricattatorie". Mara Venier fa notare che a volte, quando c’è una violenza psicologica e fisica, si ha paura: "Adesso i tempi sono cambiati. Io ho vissuto tutto questo, sono una sopravvissuta: si ha paura. La paura ti prende la gola, perché il timore è che denunciando sia peggio, che scatti ancora di più la violenza. È una paura che dovete superare, dovete denunciare e andarvene subito". La d’Errico le fa eco: "Quello che è fatale per le donne che vivono una relazione violenta è che ti illudi di controllare la spirale violenta nella quale sei finita dentro. E poi hai paura di essere giudicata e di dire: ‘Sì, sta accadendo a me". "Oppure ancora peggio è quando dicono: ‘Cosa hai fatto tu per scatenare la gelosia del partner’, ed è sempre colpa nostra", sbotta Rita Dalla Chiesa.

Caterina Varvello dà in diretta un’informazione dell’ultima ora: è stato trovato a Fossò, dove la ragazza era stata aggredita (ci riferiamo al terribile video diffuso online), un coltello con lama spezzata. Se fosse l’arma del delitto, significherebbe che tutto è accaduto lì.

Teo Mammucari a Domenica In

Teo Mammucari entra nel salotto di Mara Venier per parlare di Ballando con le Stelle. "All’inizio pensavo di aver trovato il mio show, ero partito a mille, poi ad un certo punto… Sai quando dici: ‘Basta’? Appena entro vedo tutti i giudici come fossero un branco. Io pensavo: ‘L’unico che mi salva è Matano’ e invece". Il conduttore si concentra poi sul rapporto turbolento con Selvaggia Lucarelli: "Prima dell’inizio della trasmissione, in un’intervista lei disse che io dovevo andare allo show dei record come uomo più antipatico del mondo. Era una battuta, d’accordo, ma ci sono rimasto male. Poi è venuta qui, a Domenica In, dopo la prima puntata, e quando tu lei hai detto: ‘Hai visto? Teo sta esplodendo’. Lei si è girata e ha risposto: ‘Magari esplode’. Se avessi detto io a una donna questa cosa sarebbe successo il panico. Io sono una persona. Sono ripartito carico, ma alla prima puntata mi ha attaccato, alla seconda lo ha fatto di nuovo, alla terza ancora… Alla quinta ho detto: ‘Vabbè, andiamo avanti’. Quando poi mi ha detto: ‘Mi fai tenerezza’, ho pensato: ‘Ora basta’. Lo so che quella roba là funziona per lei, ma non fa bene al format. Ci rimango male quando vedo che, pur facendo qualcosa per il programma, tutti mi attaccano. È un complotto. È difficile far ridere quando hai 6 persone davanti che ti guardano male. È questo il gioco? Va bene, allora dalla prossima puntata diventerò Lorenzo Tano. Non ce la faccio, non mi diverto più".

Mammucari infine confessa: "Sono arrivato a un punto in cui è tutto faticoso. Se il programma prevede che si debba sempre litigare, io non ho più voglia. Io vorrei fare uno show mio. Mi dispiace per Milly Carlucci, lei è un trattore, si impegna, però non si può litigare tutte le volte. Una volta lasciatemi stare e ditemi: ‘Teo fai il tuo show’. Una volta. Non puoi gestire il divertimento e la comicità quando ci sono attacchi continui. Bisogna divertirsi e attaccarsi, se ci attacchiamo e basta non è intelligente. Finiscono i matrimoni così. Ho un contratto, non me ne posso andare".


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