Daria Bignardi e le confessioni choc su GF, Rai3 e la grave malattia: “Una follia dopo quattro cicli di chemio"

Confessioni sorprendenti della conduttrice a La Tintoria, dall’addio al Grande Fratello ai rimpianti per aver diretto la terza rete: “Il grande errore della mia vita”

Daria Bignardi
Fonte: IPA

Conduttrice, autrice, direttrice di rete. Daria Bignardi ha un talento poliedrico quando si tratta di fare televisione, ma anche pochi peli sulla lingua. Personaggio sui generis e brillante, una vera mosca bianca nell’imbalsamato mondo della tv italiana, la donna che a inizio millennio contribuì a ribaltare i paradigmi del piccolo schermo guidando le prime edizioni del Gf parla poco, ma quando apre bocca non dice cose banali. E successo anche nel corso dell’intervista al podcast La Tintoria, dove ha ripercorso la sua carriera svelando quelle che sono state le esperienze che l’hanno segnata maggiormente, dal Grande Fratello alla scelta (rimpianta) di dirigere Rai 3.

Daria Bignardi e lo stratagemma per liberarsi dal GF

Approfittando dell’atmosfera ironica e leggera del podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone, Daria Bignardi ha raccontato innanzitutto una chicca ironica risalente ai tempi del Grande Fratello, il reality show che ha condotto nelle prime due edizioni italiane (nel biennio 2000-2001) per poi lasciare il timone a Barbara D’Urso. In realtà, Daria avrebbe dovuto guidare anche il terzo ciclo del programma, ma arrivò a escogitare uno stratagemma ‘estremo’ per sganciarsi da quel format che rischiava di lasciarle addosso un’etichetta perenne: "Avevo un contratto per tre anni, dopo il secondo Gf rimasi incinta pur di non fare il terzo", ha svelato la conduttrice, che successivamente ha raccontato un retroscena su Pietro Taricone, icona della prima edizione del Grande Fratello e morto circa dieci anni dopo il realty a causa di un tragico incidente paracadutistico: "Con Pietro Taricone c’era un’intesa particolare, era un ragazzo un po’ speciale".

La scelta (rimpianta) di dirigere Rai 3

Terminata l’avventura al Gf, Daria Bignardi è rimasta a Mediaset per condurre La fattoria (2004) e Le iene (2004-2005), altri due format iconici del "Biscione". Poi il grande successo riscosso su La7 con Le invasioni barbariche (dal 2005 al 2008 e dal 2010 al 2015) le ha spalancato le porte della direzione di Rai 3. Un’esperienza, quest’ultima, che non rifarebbe: "Fare la direttrice di Rai3 è stato forse l’unico vero grande errore della mia vita" ha proseguito Daria, contestualizzando poi i motivi che la portarono ad accettare quella proposta di lavoro così differente dalle sue precedenti esperienze: "Ho accettato di farlo perché era un momento particolare, mi ero ammalata – una malattia seria – avevo fatto quattro cicli di chemioterapia. Mi arrivò la proposta: quando esci da una cosa così hai bisogno di non pensarci. E allora accettai questa follia di fare la direttrice di Rai3".

Poi, una precisazione: "Per carità, a Rai3 ho fatto anche cose belle, per esempio Sono Innocente, programma sugli errori giudiziari, o Stato Civile, sui matrimoni omosessuali. Le persone che lavoravano a Rai3 erano bravissime, ho fatto un sacco di amicizie. Ma proprio non era il mio ruolo. Io sono un’autrice, lì invece è un altro lavoro. Per lavorare in Rai devi avere gli anticorpi. Era una posizione di potere? Brutto! Io proprio non ci sto bene, non è il mio, ho fatto veramente molto fatica. Alla fine mi sono dimessa, rinunciando al denaro".


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