Caso Report, Daniela Santanchè sapeva di essere indagata: le nuove accuse

Il Ministro del Turismo avrebbe dichiarato il falso durante l'informativa in Senato: era a conoscenza dell'avviso di garanzia già da marzo. Cosa succede ora

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Continuano le indagini su Daniela Santanchè, finita al centro della bufera in seguito ad un servizio realizzato da Report sul fallimento di alcune sue società, prime tra tutte Ki Group e Visibilia. Dopo aver ricevuto diverse accuse, tra le quali quella di falso in bilancio, il Ministro del Turismo ha deciso di difendersi in un’informativa tenutasi in Senato il 5 luglio, durante la quale ha tentato di smentire tutto ciò che si era detto su di lei in particolare a Report e su Il Fatto Quotidiano. Proprio quest’ultimo, però, è riuscito ancora una volta a smascherarla: ecco cosa è successo.

Daniela Santanchè, nuove bugie

Nel corso della sua informativa, oltre a negare ogni accusa Daniela Santanchè ha giurato di non aver mai ricevuto un avviso di garanzia, ovvero un documento che certifica che si è sottoposti ad un’indagine. "sul mio onore non sono stata raggiunta da avvisi di garanzia. Per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi", aveva dichiarato in Senato. Il Fatto Quotidiano, però, ha dimostrato nelle scorse ore che le parole della ministra non corrispondono a verità: era infatti a conoscenza dell’indagine sul proprio conto già dal mese di marzo. Daniela Santanchè ha quindi mentito sapendo di mentire di fronte all’aula del Senato? Secondo il giornale, sì. Quest’ultimo ha parlato di un atto pubblico e depositato. Si tratta del verbale dell’assemblea della società Visibilia tenutasi il 27 marzo, alla quale la ministra ha partecipato in prima persona per approvare il bilancio del 2021: il documento descrive in modo preciso e dettagliato le indagini e le perquisizioni effettuate dai magistrati di Milano sulle società in fallimento, e riporta l’esistenza di "informazioni di garanzia".

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Il documento parla piuttosto chiaro. In particolare, il paragrafo "Ordine di esibizione di atti e documenti e decreto di perquisizione locale, ispezione e sequestro", riporta la seguente dicitura: "In data 9 novembre 2022 il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Milano ha notificato alla società i seguenti provvedimenti: Decreto di perquisizione locale, ispezione e sequestro […] Ordine di esibizione di atti e documenti". Ma non è tutto: "In data 2 marzo 2023 il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Milano, in esecuzione del "decreto di sequestro" e "informazione di garanzia" emesso nell’ambito del procedimento penale sopra richiamato, si è recato presso i locali della società al fine di acquisire dettagli relativi agli stanziamenti per fatture da emettere e note credito da ricevere effettuate dalla società negli esercizi dal 2014 al 2019". Daniela Santanchè, dunque, era a conoscenza dell’avviso di garanzia almeno da quel 27 marzo, dichiarando il falso nella sua informativa in Senato.


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