Mimun attacca la Lucarelli per la mamma morta: una figuraccia

Il direttore del Tg5 contesta la decisione della giornalista di andare a Ballando malgrado il lutto. Ma la sua frase lascia senza parole

Fonte: Instagram @selvaggialucarelli e IPA

Sabato 19 novembre un grave lutto ha colpito Selvaggia Lucarelli: la madre Nadia è venuta a mancare alle prime luci dell’alba. A dare l’annuncio della morte della donna è stata proprio la giornalista con un post sul suo profilo Instagram, dove sottolineava anche come la mamma avrebbe desiderato che tutti i suoi cari continuassero la loro vita, nel migliore dei modi possibili.

Spinta, probabilmente dal ricordo di queste parole, Selvaggia Lucarelli ha quindi deciso di presenziare la sera stessa a Ballando con le Stelle, talent nel quale è una dei giurati. E sebbene in studio sia stata accolta con molto affetto, sui social questa scelta di mostrarsi in pubblico così presto, ha scatenato una vera bufera.

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Si contano a decine, se non a centinaia i commenti contro la giornalista e la sua decisione di andare comunque in onda su Rai 1: "Le è morta la mamma questa mattina, deve per forza farsi vedere in tv", "Che pelo sullo stomaco che ha. Imbarazzante". E ancora: "La schifosa in giuria con la mamma appena morta, però…quando si dice che per i soldi si fa tutto". Una sfilza di frasi con toni pieni di cattiveria e risentimento, e tutti che accusano Lucarelli di scarsa sensibilità o mancanza di dolore per la sua perdita.

Un commento su tutti, poi, si è fatto notare: quello di Clemente Mimun. Su Twitter il direttore del Tg5 ha scritto: "Quando morì mia madre ‘speciale Tg1’ (di cui ero responsabile) non andò in onda". Tralasciando il fatto che non andare in onda con un programma del Tg dei canali pubblici per un lutto personale, possa essere una decisione discutibile, la giornalista ha replicato via social così: "Quando è morta la capacità di stare al proprio posto il tweet di Mimun è andato online".

Lucarelli, poi, raggiunta dal Corriere Della Sera, ha voluto rispondere ancora a Mimun: "Non capisco davvero che ragione ci sia di rivendicare la propria modalità di vivere il dolore. Sei migliore di me? Più sensibile? Più sintonizzato con la sofferenza? Ripeto: ognuno deve essere libero di viverla come desidera".

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