Il Paradiso delle Signore, Benedicta Boccoli: “Ho avuto due tumori, giusto parlarne. Per Wanda divento mia nonna”

L’attrice e volto noto tv interpreta un nuovo personaggio della soap di Rai Uno e in questa intervista a Libero Magazine racconta di più di questa esperienza

Al Paradiso delle Signore arriva Wanda, la rigida madre di Rosa, e con lei entra nel cast un volto già molto noto in tv, quello di Benedicta Boccoli che la interpreta. Una new entry che crea grande curiosità, anche perché l’attrice e il suo personaggio sono due donne agli antipodi, come il giorno e la notte. A raccontarlo a Libero Magazine in questa intervista è proprio Benedicta Boccoli, che ci svela anche quali sono state le sue due grandi ispirazioni per calarsi nei panni di questo nuovo personaggio, e le sue emozioni nel tornare in tv.

Intervista a Benedicta Boccoli, new entry al Paradiso delle Signore

Benedicta Boccoli, come si è trovata da new entry a lavorare sul set de Il Paradiso delle Signore?

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Ne sono entusiasta. Immaginate che bello è già solo entrare in questi enormi set dove sono ricostruiti alla perfezione negozi, piazze, locali: sembra di entrare in un’altra città e io, che c’ho anche una certa età, mi emoziono ancora ad essere proiettata in un altro mondo. Ed è solo l’inizio, perché poi vai al trucco e parrucco e ti trasformano letteralmente. Quando sono uscita fuori da quei camerini mi sono resa conto che mi avevano trasformato in mia nonna Maria, ero meravigliosa, con quell’acconciatura, quelle perle, quel tailleur! Mi sono divertita tantissimo, al Paradiso delle Signore mi sono ritrovata in una sorta di luna park, anche se è un luna park piuttosto faticoso, perché i ritmi di lavoro sono alti e c’è da studiare molto perché si girano tante scene ogni giorno, con bravissimi attori. Ma è stato veramente bello.

Seguiva già Il Paradiso delle Signore da spettatrice?

Dico la verità: mi era capitato di vederlo qualche volta, perché sono amica di Vanessa Gravina (l’attrice che interpreta la contessa Adelaide, ndr) quindi qualcosa avevo intravisto in questi anni, ma adesso ovviamente mi sono trasformata in una fan sfegatata del Paradiso delle Signore.

Cosa l’ha colpita di più di questa esperienza?
La macchina che c’è dietro: mi sentivo un’adolescente che arrivava in un posto come se fosse alle prime armi, incantata da tutto. Poi io a dire la verità quegli occhi sognanti non ho mai smesso di averli, quindi proiettarmi in un mondo così è stato un incanto, un salto indietro nel tempo. Credo che dietro il grande successo del Paradiso delle Signore ci sia anche questa imponente macchina produttiva che non lascia nulla al caso e cura tutto fino al più piccolo dettaglio. E la qualità del lavoro, anche in questo, credo arrivi molto al pubblico a casa.

Ha definito Wanda, il suo personaggio nella serie, una donna molto lontana da lei, perché?

Perché è una moralista, una signora borghese che ha puntato molto sulla figlia: l’ha fatta studiare, l’ha cresciuta con un obiettivo e poi invece è rimasta perché Rosa a un certo punto sceglie un’altra strada, litiga con il preside, si licenzia e va a fare la commessa al Paradiso delle Signore, e lei questa cosa la vive come una frustrazione delle sue ambizioni. Poi ci sarà un colpo di scena che porterà madre e figlia a confrontarsi profondamente e a ritrovarsi, ma io e lei come donne, siamo veramente lontane in tutto.

Non c’è proprio nulla di Wanda che salva, in cui trova una qualche affinità?

Credo che tutta la sua storia, e il suo personaggio, siano scritti molto bene. È un bel percorso di evoluzione quello che fa questa donna rigida e intransigente che però riesce a diventare altro. Io me la sono immaginata un po’ come la Lady Graham di Maggie Smith in Downtown Abbey, arroccata sul suo modo di vedere le cose e anche con quel sarcasmo impietoso, soprattutto all’inizio. Quindi non posso negare che mi sono molto divertita a farla. Però rimane una donna totalmente diversa da me.

Ha detto che, quando è uscita dalle mani di truccatori e costumisti, le sembrava di essere sua nonna, è stata l’ispirazione per il personaggio di Wanda?

Certamente, esteticamente, per come ero pettinata, truccata, vestita mi sono rivista in mia nonna, però anche lei era una donna molto diversa da Wanda perché era una donna molto più aperta, faceva la ballerina negli anni ’30, quindi a livello estetico Wanda le somiglia molto, ma poi nella sostanza è stata Maggie Smith a ispirarmi di più per costruire questo personaggio.

Rosa deve combattere per far comprendere e accettare le sue scelte a sua madre Wanda, a lei è mai capitato di dover sostenere questo tipo di scontro in famiglia o è stata sempre sostenuta nelle sue scelte?

No. Quando ero piccola, mio padre non era affatto convinto del fatto che potessi davvero fare la ballerina e lavorare nel mondo dello spettacolo, venivo apertamente presa in giro su questo. Solo mia mamma ci credeva e mi sosteneva, mi diceva: "hai questa passione, seguila, prova a realizzare il tuo sogno". Mio padre e il resto della famiglia ho messo tempo per convincerli, ma quando è successo è stato anche divertente, perché poi ho vinto io!

Il ritorno in tv: "Guardo tutto, anche il trash"

Che sapore ha per lei il ritorno in tv dopo tanto tempo?

Ma in realtà io, in altre forme, sono stata spesso presente in tv, con le ospitate, ne faccio tante. Per me la tv è casa, ci sono nata. Poi certo, il mio mestiere l’ho sviluppato e fatto crescere dedicandomi tanto al teatro, però mi rendo conto che mi sento veramente a mio agio davanti alla telecamera e anzi, ora che mi sto dedicando anche alla regia, devo dire che mi viene molto naturale anche muovermi dietro le telecamere, e credo che il motivo sia proprio perché in questo mondo ci sono cresciuta.

Lei in questo momento è in scena con la commedia Le Preziose Ridicole di cui è protagonista con Lorenza Mario, e presentandolo ha detto: "Veniamo tutte e due dalla tv degli anni ‘80 e ‘90 quindi ci capiamo subito perché abbiamo un diverso modo di lavorare", ma in che modo era diverso lavorare nella tv di quegli anni rispetto alla tv di oggi?

Noi siamo due soubrette, veniamo dal varietà e l’approccio al lavoro è da ballerine, quindi molto serio: non molliamo mai perché siamo abituate a lavorare tanto e soprattutto siamo maniache del dettaglio. E’ una cosa molto da ballerine ma anche da televisione di quegli anni, perché all’epoca non si poteva bluffare. Mi ricordo che per essere ammessi alle audizioni in Rai per le varie trasmissioni, prima dovevi fare una precedente selezione dove dovevi dimostrare di essere professionista, per poi poter essere ammesso alla possibilità di fare i vari provini. Era impossibile improvvisarsi e tentare, tutto questo ora non c’è più.

Ma lei oggi che rapporto ha con la tv?

La seguo, vedo un po’ di tutto, seguo anche per esempio le trasmissioni considerate più "trash", non amo chi snobba certe cose perché credo che la tv, ancora oggi, sia lo specchio dei tempi. Poi certo, ci sono cose che farei e cose che non farei. A me però in tv in questo momento manca molto il varietà: penso che oggi lo faccia solo Fiorello che si è inventato di portarlo per strada: un’idea che ho trovato veramente innovativa e originale. Balletti, canzoni, intrattenimento, la base è sempre quella ma lui l’ha portata in un contesto a cui nessuno aveva ancora mai pensato. Da spettatrice penso che veramente ci sono troppi dibattici politici in tv, mentre lo spazio dello spettacolo di un certo tipo si è assottigliato tantissimo. Anche perché il varietà ormai lo sanno fare veramente in pochi.

Benedicta Boccoli: la battaglia contro il cancro e il messaggio per la prevenzione

Diceva del suo esordio dietro la telecamera: da regista nel cortometraggio Come un fiore, ha voluto raccontare le donne che combattono il cancro, un’esperienza attraverso cui è passata anche lei, perché questa scelta?

Il cancro è la nuova peste. Io l’ho avuto due volte, sono diventata la "reginetta del tumore al seno" (ride ndr), e so sulla mia pelle quanto è importante parlare di prevenzione. Io ho tante amiche che hanno paura di fare mammografie, ecografie, di scoprire qualcosa. Io però dico che, se lo scopri in tempo, come è successo a me, puoi evitare percorsi molto difficili e dolorosi, come la chemioterapia per esempio. La prima volta che l’ho avuto non l’ho detto a nessuno, perché avevo paura per il lavoro: c’è ancora un tabù, il timore che poi chi sta dall’altra parte decida di mollarti è ancora concreto. Poi, quando il tumore è tornato, mi sono detta che era giusto parlarne, perché non deve essere una vergogna né una colpa e perché parlare può aiutare chi è nella stessa situazione. Ci ho fatto un cortometraggio perché volevo raccontare anche altri aspetti di questa malattia, quelli legati all’accettazione di sé dopo questa esperienza. E continuo a parlarne per far passare il messaggio che mi sta a cuore, quello sulla prevenzione.

Vi racconto una cosa che ancora non ho detto a nessuno, per farvi capire, concretamente, quanto è importante. Io il cancro l’ho avuto due volte, anche mia nonna lo aveva avuto, ma io ho una mamma che ha 83 anni e ha scoperto solo un mese fa di avere un tumore, alla sua età, quando pensava di averla "scampata". Non si faceva una mammografia da tanti anni, memore però della mia esperienza, quando ha sentito qualcosa al seno, senza dirlo a nessuno, è andate a fare l’esame e hanno trovato qualcosa. L’hanno operata proprio oggi, ed è andato tutto bene. E questo per dire: è importante accorgersene in tempo. Controllatevi, perché la cura per il tumore ancora non c’è, l’unica vera cura è la prevenzione: se si prende in tempo si supera.

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