Barbara De Rossi: "Eleonora Giorgi era stata messa da parte, come me e altre 50enni. Reality? Nemmeno per un miliardo”
Libero Magazine intervista l'attrice che si toglie più di un sassolino nella scarpa e regala un ricordo ammirato della collega Eleonora Giorgi

"Eleonora Giorgi ha sfondato un muro terribile: negli anni ’80 se avevi una malattia non lavoravi più, perché le assicurazione non ti coprivano più e nessuno ti voleva sul set. Nel nostro mondo dello spettacolo, dire "sono malato" voleva dire essere escluso. Come molte altre persone sono rimasta profondamente ammirata dal modo in cui Eleonora si è esposta, ha raccontato la malattia e la ha affrontata. Lei ha dato un esempio che sono certa sarà stato di aiuto anche a molte altre persone: ha mostrato la malattia ti mette davanti al vero senso della vita, ma ha anche contribuito a sfatare un tabù in modo potente".
Le parole di Barbara De Rossi su Eleonora Giorgi sono potenti e commoventi. L’attrice è la madrina del Festival Tulipani di Seta Nera, il Festival Internazionale della Cinematografia Sociale che si terrà dall’8 all’11 maggio a Roma. Le opere selezionate per il Premio Sorriso Rai Cinema sono già visionabili su www.tulipanidisetanera.rai.it e sono tutte portatrici di una visione improntata alla narrazione della fragilità e unicità delle persone e anche dei luoghi. In questo contesto è nata la scelta di un sentito omaggio ad Eleonora Giorgi, un’attrice che con la sua esperienza di vita si è fatta portatrice di un messaggio potente. In questa intervista la collega Barbara De Rossi la ricorda, ma rilancia anche alcune delle battaglie condotte dalla collega e non solo.
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Entra nel canale WhatsAppBarbara De Rossi: "Reality? Nemmeno per un miliardo"
Conoscevo Eleonora Giorgi, mi ha anche intervistata lei, anni fa, quando conduceva un programma in radio, e come molte persone sono rimasta commossa e ammirata dal suo ultimo periodo di vita. Di lei mi ricordo bene però anche per quell’appuntamento professionale, del fatto che io rimasi molto sorpresa di trovarla a condurre un programma radio, perché lei era una donna che amava molto il suo lavoro e aveva lavorato veramente con grandi nomi: cosa ci faceva a fare la speaker invece che su un set? E infatti, più avanti, ho letto delle sue interviste in cui parlava di quanto amasse recitare ma anche del dispiacere che provava per il fatto di essere stata messa da parte, e quando ho letto queste parole sono rimasta molto colpita, perché lei già in quel momento si dimostrava una donna coraggiosa: quello che è successo a lei, è successo anche a me e a molte altre grandi attrici.
Intende l’essersi sentite messe da parte per una questione anagrafica?
Certamente. E’ successo a me, ma anche a Giuliana De Sio, a Lina Sastri, tanto per nominare due interpreti meravigliose che potrebbero dare ancora molto al cinema. E questo perché siamo in un paese che non riconosce il valore ad attrici di esperienza. Un attore, dai 50 anni in su, entra nella sua pienezza, invece dalle attrici donne si pretende solo la freschezza. A livello internazionale questo non esiste: sono state scritte grandi storie anche d’amore per protagoniste di età più avanzata, pensiamo a Diane Keaton, Judy Dench e tante altre. Eleonora Giorgi è stata molto coraggiosa a parlarne.
Ma ruoli per attrici più adulte non ce ne sono?
Sì: o nonne o vecchie zie, di certo non protagoniste. Possibile che non si pensi a scrivere per esempio, una storia d’amore per donne della nostra età? Mi fa ridere, forse i nostri cineasti pensano che a 50 anni svanisce ogni desiderio. Io il grande amore e la grande passione della mia vita l’ho incontrato a 50 anni, non penso di essere l’unica. Oppure potremmo recitare da protagoniste in storie di lavoro, storie legate a temi sociali, niente di tutto questo, ma come è possibile? E comunque: mi vuoi far fare la nonna? Io la faccio, ma che almeno abbia un significato.
In tv c’è un po’ più di spazio invece?
Credo di sì, bisognerebbe tenere in considerazione anche questo. Però gli attori oggi vanno pochino in tv. Io, per esempio, so che non farò mai un reality nella mia vita, però ho fatto tre talent e ne sono molto contenta. Ho fatto Ballando con le Stelle che mi ha dato una maggiore consapevolezza nel mio corpo, ed è una cosa preziosa per un attore. Poi ho fatto Notti sul Ghiaccio ed anche quella è stata un’esperienza preziosa e, infine, Tale e Quale dove ho avuto a mia disposizione per quattro mesi Maria Grazia Fontana che mi ha insegnato tanto e non mi pareva vero.
Chiudersi dentro una Casa o partire per un’Isola non se ne parla proprio quindi?
Ma nemmeno se mi danno un miliardo! No, no.
Oltre al pregiudizio che sta denunciando in base all’età esiste ancora un pregiudizio di altro tipo radicato sul mestiere di attrice? Sua figlia è stata bullizzata per il suo lavoro.
Assolutamente sì, mia figlia ha subito un bullismo feroce, con i suoi compagni di scuola che a 8-9 anni le dicevano "tua madre è una put**na", solo e semplicemente perché faccio l’attrice. Queste cose a 8 anni le hai sentite dai tuoi genitori, quindi sì c’è un pregiudizio pesante, ma lo si vede anche nella parte brutta del web. Ci sono tanti haters che ci dicono che siamo dei privilegiati, che non facciamo niente, siamo inutile. E questo odio purtroppo è una novità di questi tempi.
Sua figlia ha qualche aspirazione artistica?
Mia figlia ha studiato psicologia e ora sta facendo una scuola importante di fotografia e le piace moltissimo.
Non è interessata al mondo dello spettacolo?
Martina? No, no, io ho fatto di tutto per evitare che le venisse questa passione.
Come mai?
Perché per uno che ce la fa ce ne sono 1000 che invece arrancano, perché è il lavoro più precario del mondo, perché l’unico modo di vivere di questo lavoro è riuscire bene, altrimenti è impossibile, non c’è una via di mezzo. E siccome c’è una buona probabilità che uno possa non riuscirci, io mia figlia nel baratro non ce la spingo. Io la spingo verso qualcosa che possa essere solido, che le dia soddisfazione e che le dia un’esistenza serena, facendo qualcosa che ti piace ma anche che ti faccia vivere tranquillo. Questa è la vita. Poi io sono un’attrice un po’ sui generis, perché non sono ego riferita, sono una persona risolta, non è il lavoro che pur amo, che mi dà una dimensione, perché già l’ho trovata da me.
Anche se non la si vede più spesso sul grande schermo, il rapporto con il pubblico che la segue è ancora vivo?
Grazie a Dio un mio pubblico ce l’ho e dopo tanti anni di carriera ancora mi segue anche a teatro. Credo che quello è davvero un rapporto che non ti toglie nessuno. Io ho anche un pubblico femminile, con cui ho un rapporto che rimane molto forte, nonostante io sia stata una bella donna.
C’è contraddizione?
Io credo che, avendo raccontato per tanti anni la violenza sulle donne, le donne si fidino di me. Anche perché continuo a impegnarmi su questo fronte, anche senza andare in tv.
Lei è attivista da molti anni sul fronte della violenza di genere, cosa si dovrebbe sapere di più di questo tema?
Moltissime cose. Bisognerebbe innanzitutto smettere di giudicare. Le donne purtroppo spesso devono toccare il fondo per uscire da certe situazioni. Noi siamo tutti sotto il giudizio altrui, subiamo ogni giorno sottoposti a un continuo processo sommario e anche le donne vittime di violenza sono giudicate senza pietà. E invece, queste donne sono spesso piene di sentimento, generose e per niente stupide, bisognerebbe fare lo sforzo di mettersi nei panni altrui prima di parlare. Per la mia esperienza, uno dei comuni denominatori delle donne che subiscono violenza è che sono persone buone.
Ha mai pensato di entrare in politica per portare avanti questi temi?
Entrerei in politica solo per questo, se mi dicessero ti occupi solo di violenza sulle donne e hai il potere di fare casino per le donne, io politica la farei, e non mi interesserebbe nemmeno in che partito, perché la violenza non ha colore.
Come sappiamo la battaglia è culturale, quindi la copertura mediatica è importante, e lei ne sa qualcosa visto che ha condotto Amore Criminale
Credo che Amore Criminale sia stato un programma importantissimo, all’inizio andava in seconda serata, noi l’abbiamo portato in prima serata per sbattere in faccia al pubblico tante storie, anche attraverso le ricostruzioni con fiction, per coinvolgerlo di più e credo che il lavoro fatto da quel programma sia stato davvero fondamentale nel lavoro di sensibilizzazione su questi temi.
Dal punto di vista professionale, per Barbara De Rossi c’è qualcosa di nuovo che bolle in pentola?
Un progetto bellissimo a teatro, che riunisce diverse donne. Perché le donne, se si rendono conto che in squadra sono imbattibili, non le ferma più nessuno.