Ballando, Selvaggia Lucarelli sotto accusa per pubblicità occulta. Ma lei sbotta: “Tutto falso, farò causa”
La giurata del dance show è stata accusata, da un noto quotidiano, di aver portato avanti pratiche scorrete sui social. Lei nega tutto. Ecco i dettagli.
La giurata di Ballando finisce al centro della bufera. Selvaggia Lucarelli, eroina del Pandoro-gate targato Ferragni, è stata accusata da Il Giornale di aver fatto pubblicità occulta all’interno di alcuni post pubblicati su Instagram. Avrebbe mostrato vestiti e gioielli di marca indossati nel dance show, senza tuttavia indicare correttamente gli scopi pubblicitari dei suoi post. La Lucarelli ha però sbottato contestando queste accuse, e si dice pronta a dare battaglia sul fronte legale. Intanto, in un editoriale recente, la blogger ha deciso di prendersela con l’attore Can Yaman accusandolo di presunte attività benefiche illecite. Ecco qui sotto tutti i particolari.
Ballando, l’accusa a Lucarelli di pubblicità occulta
È un attacco frontale, quello che Il Giornale riserva a Selvaggia Lucarelli. Il quotidiano ha infatti pubblicato un articolo di accuse (pesantissime) rivolte alla giurata, incolpata senza giri di parole per aver fatto pubblicità occulta sui social tra il 2021 e il 2023. "Ci sono una decina di post di Selvaggia Lucarelli", scrive il giornalista Felice Manti, "che potrebbero costarle il posto da giurato a Ballando con le stelle, una segnalazione al Garante della concorrenza e del mercato e un procedimento (postumo) all’Ordine dei giornalisti per la violazione del codice deontologico".
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Entra nel canale WhatsAppE ancora: "Possibile che la regina degli influencer, la ex giornalista (da maggio 2023 non è più iscritta all’Albo) che aveva scoperto il Pandorogate costato la carriera a Chiara Ferragni, in un passato neanche troppo recente sia stata così sfrontata da fare pubblicità occulta ai "suoi" sponsor senza adottare il rigido protocollo del Garante in vigore dal 2018?". L’accusa è quindi chiara: nessuno dei post di Selvaggia rintracciati da Il Giornale rispetterebbe pienamente le linee guida imposte dal Garante, alcune delle quali sono state peraltro fissate dopo il caso Balocco.
In sostanza, la legge stabilisce che i personaggi social con almeno 1 milione di followers, e un ‘engagement rate’ medio pari o superiore al 2%, debbano informare i follower in maniera chiara sulla natura (pubblicitaria o meno) dei contenuti pubblicati. Vanno quindi inserite obbligatoriamente diciture come "Pubblicità/Advertising", "Sponsorizzato da" o "In collaborazione con" all’inizio di ogni post con contenuti pubblicitari. E stando al Giornale, questo Selvaggia non lo avrebbe fatto. Ma le accuse del quotidiano sono ovviamente tutte da verificare.
La risposta di Selvaggia e il caso Can Yaman
A stretto giro di posta è arrivata ovviamente la risposta della Lucarelli. "Non ho ricevuto alcuna chiamata dal giornalista del Giornale perché verificasse la notizia", ha tuonato la giurata parlando con Open, "non ho mai avuto alcun rapporto commerciale con marchi o brand a Ballando, nessun contratto, nessun accordo neppure informale su spot o pubblicità neppure sui social". Poi ha aggiunto: "Nel caso dei marchi citati dal Giornale su 90 puntate di Ballando ho ricevuto tre o 4 volte dei gioielli da Delfina Fendi che aveva piacere a prestarmeli e che ho restituito il giorno dopo (ci sono le bolle di accompagnamento). I vestiti citati dal giornale li ho pagati (conservo lo scontrino) ma ho ringraziato comunque la maison. Bastava comunque telefonarmi per verificare. Ovviamente ho dato mandato al mio legale per avviare una causa".
Intanto, mentre infuria la polemica contro di lei, la Lucarelli dedica un editoriale su Il Fatto Quotidiano a Can Yaman. Dove attacca duramente l’attore a proposito della sua attività di beneficenza. "Mentre gli strascichi del Pandorogate appaiono inarrestabili", scrive Selvaggia, "l’attore turco di fama internazionale Can Yaman sembra invece portare avanti in modo virtuoso la sua Onlus Can Yaman for children. O meglio, sembrava, perché da aprile nessuno ha più notizie di questa associazione nata per ‘sostenere e supportare in ambito sociosanitario bambini e adolescenti in difficoltà’".
Poi Selvaggia conclude con un’accusa (pensante) a proposito di un tour benefico organizzato da Yaman. "Il Break the Wall Tour è un tour che tra le altre cose evidentemente consente a Yaman di spacciare le sue serate in discoteca per una missione benefica, ma di fatto lui prende anche un cachet, che probabilmente è anche molto più alto della donazione all’associazione". Chissà se Yaman, prendendo spunto dalla Lucarelli, deciderà a questo punto di farle causa.