Alberto Angela, la vita privata: la moglie Monica, il nonno eroe, il rapimento in Africa

Molto riservato, il divulgatore e sua moglie sono genitori di tre ragazzi: Riccardo, Edoardo e Alessandro.

Mara Fratus

Mara Fratus

Giornalista

Nella mia vita non possono mancare, il silenzio, il mare e Il Libro dell'inquietudine sul comodino, insieme a un romanzo di Zafon.

Alberto Angela, la vita privata del conduttore di Stanotte a Roma
Fonte: IPA

Stasera, nella notte di Natale, Alberto Angela condurrà una nuova puntata del suo viaggio alla scoperta delle più belle città europee con Stanotte Roma. Il divulgatore scientifico ci porterà nei luoghi più celebri e spettacolari della Città Eterna e in quelli più difficili da scovare. Un viaggio nella storia, nell’arte, nella musica e nel cinema di Roma, da Piazza di Spagna al Colosseo passando per il Pantheon, il Campidoglio e Campo de’ Fiori fino a raggiungere la Bocca della Verità. Della carriera e del lavoro di Angela sappiamo praticamente tutto, meno della sua vita privata, che tiene protetta e custodita lontano dalle luci della ribalta. Sposato dal 1993 con la moglie Monica, da cui ha avuto tre figli, Riccardo, nato nel 1998, Edoardo nel 1999 e Alessandro nel 2004, il conduttore tiene molto alla sua riservatezza, e sia la moglie che i figli compaiono raramente negli eventi pubblici.

Alberto Angela e la paura durante il rapimento in Africa: "Ho temuto di non rivedere più mia moglie"

Alberto Angela, nel febbraio del 2002, visse una delle esperienze più brutte e traumatiche della sua vita: mentre si trovava in Niger, con sei operatori della sua troupe, fu rapito, picchiato e rapinato da tre banditi armati. Niente ferite per lui, anche se il trauma psicologico fu forte: "Ti porta a fare un bilancio e a riflettere sul valore della vita, e ad amarla poi di più", dichiarò il divulgatore all’epoca, sbarcando a Fiumicino. "Quindici ore da Arancia meccanica, da condannati a morte. Siamo stati picchiati, minacciati, derubati di tutto: attrezzature, soldi, fedi nuziali, orologi, cellulari, bagagli. Sempre sul filo di una tortura psicologica", aveva aggiunto. Poi, anni dopo, al settimanale DiPiù, aveva confidato: "Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie. Poi per fortuna mi hanno liberato. Oggi sono qui a raccontare quello che mi è successo e, nonostante la grande paura, non ho smesso di svolgere con grande passione il mio lavoro".

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Chi era il nonno eroe di Alberto Angela: "Ha protetto e salvato tanti ebrei"

Carlo Angela, classe 1875, padre del giornalista Piero Angela e nonno del divulgatore Alberto, fu un medico antifascista, ufficiale della Croce Rossa presso l’ospedale Vittorio Emanuele III di Torino e poi presidente dell’ospedale Molinette. Morì prima che il conduttore lo potesse conoscere e lui sapeva molto poco della storia: "Non l’ho mai conosciuto, lui infatti è mancato prima che io nascessi. Sapevo che fosse un prof ma non conoscevo la sua vita", aveva raccontato Angela a Da noi… A ruota Libera. Poi, grazie alla pubblicazione di un libro ha potuto completare il puzzle: "É successo che lui ha protetto e salvato degli ebrei nella sua clinica, che si trovava fuori Torino, e tra questi c’era anche una coppia che mio padre ricorda bene. Una coppia che è stata salvata, ha avuto un figlia. Quest’ultima, quando sono venuti a mancare tutti e due, ha trovato in un cassetto il diario giorno per giorno della loro permanenza nella clinica di mio nonno". In questo modo "Ho ritrovato mio nonno, quella parte che non conoscevo. Non se ne parlava in famiglia e credo che questa sia una cosa tipica di chiunque abbia fatto delle gesta che non si raccontano. É stato fatto e basta, perché bisognava farlo".


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