Affari Tuoi, “De Martino? Lento e autoreferenziale”, la stangata inattesa (che snobba i record)
La firma del Corriere Aldo Grasso ha rifilato l'ennesima frecciata al conduttore dello show dei pacchi. Già criticato in passato per "Stasera tutto è possibile". Ecco i dettagli.
Arriva inaspettata, e fortissima, la stoccata di Aldo Grasso a Stefano De Martino. La firma del Corriere della Sera, che già in passato aveva criticato l’ex ballerino, è infatti intervenuto a piè pari con un commento (tagliente) sul nuovo Affari Tuoi. Per Grasso lo show sarebbe eccessivamente compassato, e il conduttore De Martino, soprattutto, peccherebbe di auto-compiacenza. Per non parlare delle misteriose, inspiegabili ragioni che, secondo il giornalista, si nascondono dietro il successo del gioco dei pacchi. Vediamo qui sotto tutti i dettagli.
Affari Tuoi, la stangata di Aldo Grasso a Stefano De Martino
Poche voci, nel giornalismo italiano, si intendono di televisione come Aldo Grasso. Quindi è lecito prendere molto sul serio le parole che l’editorialista affida al Corriere, con un commento puntuale e ficcante sulla nuova ‘star’ Rai Stefano De Martino. Grasso inizia il discorso prendendola un po’ alla larga, partendo cioè dalla durata (per lui eccessiva) del nuovo Affari Tuoi di Viale Mazzini. "L’altra sera", dice il giornalista, "aspettando Benigni per scriverne, mi sono accorto sulla mia pelle che ‘Affari tuoi’ non finisce mai (Rai1). È lunghissimo, praticamente occupa buona parte della ‘prima serata’. Forse sono queste le ragioni del suo successo, che continuo a non comprendere del tutto".
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Entra nel canale WhatsAppPoi continua così: "Adesso mi impegno, con buona volontà. Il format di Endemol funziona nella fascia che in gergo si chiama ‘Access Prime Time’, tra la fine del Tg1 delle 20 e l’inizio della programmazione serale. Una prima ragione potrebbe essere quella della ‘camera iperbarica’". Ed ecco la spiegazione di Grasso: "Il Tg1 o esalta le manovre di governo o si occupa di cronaca nera. Alla fine, uno ha bisogno di distrarsi, di crearsi una sorta di vuoto zen, una camera di decompressione, appunto. Per questo serve un programma che si regga su una formula semplice semplice: il concorrente sceglie uno dei venti pacchi legati alle regioni italiane, ognuno con un premio in denaro, e deve decidere se accettare le offerte del ‘Dottore’ o rischiare fino alla fine".
Il primo segreto, dunque, sarebbe giocare sulla semplicità e sulla scarsa voglia, da parte del pubblico, di impegnarsi stando dietro a dinamiche troppo complesse. "Questa semplicità lo rende accessibile a tutti", spiega infatti Grasso, "allo spettatore non si chiede un pur minimo sforzo intellettuale (come, per esempio, nell’‘Eredità’) ma solo una partecipazione emotiva basata su una vincita in soldi: non il massimo, come missione per un servizio pubblico. È vero che, da un po’ di tempo, ogni concorrente reca con sé una ‘storia personale’ per creare un legame affettivo ma questa non è condizione sufficiente per giustificare tanto ascolto".
L’attacco al ‘Dottore’ e le parole su De Martino
Ma l’esame di Aldo Grasso non si ferma a questo punto. Perché, come aggiunge in seguito il giornalista, ad Affari Tuoi c’è "anche l’intervento telefonico del ‘Dottore’ (che è il vero stratagemma per condizionare le vincite) ma difficile appassionarsi per un’entità superiore che non si vede (è Pasquale Romano, quello che è entrato nel mondo della tv in quanto cognato di Alberto Castagna)".
E infine, ecco la ‘colpa’ che Grasso attribuisce al nuovo conduttore dello show. "La conduzione di Stefano de Martino, poi, mi pare molto compiaciuta, autoreferenziale, tipica di chi vuole piacere a tutti costi", conclude il giornalista del Corriere. "E poi è lenta, molto lenta. Ma forse il segreto è proprio racchiuso in questa lentezza. Mentre tutto si velocizza, mentre i tempi di TikTok stanno diventando le lancette dell’orologio sociale, c’è ancora un pubblico che ha bisogno di domare i ritmi frenetici che riempiono a dismisura ogni minuto dedicato al lavoro, alla salute, alla famiglia: slow (e)motion". Chissà se questa critica, De Martino, se la legherà molto stretta al dito.